L'ANALISI
L'EMERGENZA CARO ENERGIA
03 Settembre 2022 - 09:52
CREMONA - Confartigianato Alimentazione denuncia la situazione in cui si trovano ad operare le imprese del settore a causa dei costi dell’energia elettrica e del gas che hanno subito negli ultimi 12 mesi rincari addirittura fino al 500%, aumenti alimentati da fattori oggettivi e dalla forte spinta della speculazione. Il presidente Massimo Rivoltini sottolinea la necessità di «contrastare con vigore il caro bollette» con «interventi massicci da parte del governo, potenziando le misure già adottate dall’attuale esecutivo, prevedendo azzeramento degli oneri generali di sistema per luce e gas, la riconferma del credito d’imposta sui costi di elettricità e gas per le imprese non energivore e non gasivore e non da ultimo arrivare a stabilire un limite europeo al prezzo del gas». Ma questi sono interventi per l’immediato: «Mentre occorre anche adottare misure strutturali, oltre a prevedere un aumento dell’estrazione del gas in Italia pensare ad una diversificazione delle fonti di approvvigionamento senza veti ideologici e puntando anche sull’autoproduzione con il fotovoltaico, rimuovendo ostacoli molto spesso burocratici».
A questi costi sono da sommare i forti incrementi dei prezzi delle materie prime e i costi di produzione come quello per gli imballaggi, dalla plastica al vetro fino al legno per i pallet da trasporti e alla carta per le etichette dei prodotti. «E nonostante il settore agroalimentare registri buoni incrementi dall’export, e soprattutto da quello dell’area extra UE, più lontana dalla crisi bellica est europea e meno coinvolta dalla crisi energetica legata al gas russo, incidono sullo scenario l’enorme debito pubblico che impedisce manovre extra bilancio e le forti dipendenze estere in campo energetico e agricolo — spiega ancora Rivoltini —. Due fattori contingenti contribuiscono inoltre ad aumentare i pericoli per il paese, l’incertezza determinata anche dall’evolversi della guerra russo-ucraina e dalle fluttuazioni dei prezzi delle commodity alimentari e l’inflazione che ha ripreso a galoppare come non si vedeva da parecchio tempo».
Fino a questo momento le imprese hanno evitato di scaricare l’incremento dei costi sui prezzi al consumo lavorando anche in perdita «ma queste scelte non possono essere irreversibili in quanto se la corsa del prezzo del gas continuerà anche in autunno e sarà impossibile onorare le bollette le imprese si ritroveranno a dover applicare una sospensione o una forte limitazione alla produzione con il rischio concreto di andare incontro alla definitiva chiusura. Non esiste un’alternativa tra il sostentamento delle famiglie o delle imprese in quanto entrambe rappresentano due ambiti legati da uno stretto rapporto. Se le famiglie si troveranno ad affrontare un costo più elevato dell’energia i consumi rallenteranno; ugualmente se saranno le imprese ad essere gravate di più dovranno ribaltare i maggiori costi al consumo determinando lo stesso risultato».
Non c’è più tempo da aspettare: «L’autunno è prossimo e le imprese appena riuscite faticosamente a ripartire dopo i lockdown motivati dalle misure anti covid non possono rischiare di ritrovarsi in una nuova e più pesante recessione».
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