L'ANALISI
EMERGENZA CARO ENERGIA
01 Settembre 2022 - 09:36
Il cremasco Carlo Bonomi, presidente di Confindustria
ROMA - «Non c'è una soluzione che può risolvere decenni di errori» sulla politica energetica. Servono "interventi strutturali, la prima cosa è mettere un tetto al prezzo del gas: è un anno che Confindustria lo sta chiedendo. Se non viene fatto a livello europeo, deve essere fatto a livello nazionale». Così il presidente cremasco di Confindustria, Carlo Bonomi, a Rtl 102.5. Tra gli altri interventi necessari, rimarca, bisogna "sospendere temporaneamente i certificati Ets, l’acquisto dei certificati verdi, ma soprattutto intervenire perché non ci siano speculazioni» su questo fronte; «sbloccare gli impianti di rinnovabili, fermi per la burocrazia. Sganciare il prezzo dell’energia elettrica dal gas, che è una follia».
«Quello che noi stiamo affrontando è un terremoto economico, il governo può e deve intervenire, non possiamo aspettare due mesi per l’arrivo del nuovo governo» per affrontare «un problema di questa dimensione, che vuole dire mettere a rischio il sistema industriale italiano, mettere a rischio il reddito e l’occupazione delle famiglie». Così il presidente Carlo Bonomi parlando tra l’altro dell’impatto della crisi energetica.
«Anche sul nucleare credo si debba aprire una riflessione molto seria, le tecnologie sono cambiate. In che direzione? Non sono a dire se è giusto o non è giusto il nucleare, chiedo di capire quali sono le tecnologie, se sono sicure, green, e quindi di capire se possiamo percorrere anche noi quella strada».
«Oggi l'industria è un tema di sicurezza nazionale», ha aggiunto. Il taglio del cuneo fiscale «si può fare, si deve fare e non accetto che ci sia la narrazione che non ci sono risorse. Ho sentito tutti i partiti dire che sono d’accordo e i ministri di questo governo sono espressione di quei partiti. Se si vuole davvero fare il taglio del cuneo, mettere più soldi in tasca agli italiani, lo possono fare domani mattina. Il parlamento è ancora nel pieno delle sue funzioni», ha concluso il presidente di Confindustria ricordando la proposta dell’associazione concentrata fino ai 35mila di reddito dei lavoratori che «avrebbe voluto dire mettere 1.200 euro in tasca all’anno». (ANSA)
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