L'ANALISI
18 Giugno 2022 - 10:56
CREMONA - Il carrello della spesa degli italiani diventa sempre più 'leggero' perchè è sempre più vuoto: di rincaro in rincaro per poter comprare la stessa quantità di merce bisogna spendere diverse centinaia di euro in più. Effetto anche del rincaro dei prezzi dei carburanti che, come noto, si spalmano immediatamente sui prezzi al consumo. Così in molti, ad esempio, pesano la merce sulla bilancia che fa il prezzo e poi la riposano sugli scaffali. "I prezzi dei prodotti alimentari registrano una impennata record, aumentando del +7,4% rispetto allo scorso anno e addirittura del +1,2% in un solo mese", spiega il presidente di Assoutenti Furio Truzzi. "Questo significa che una famiglia, solo per mangiare, deve mettere in conto una maggiore spesa in media pari a +554 euro annui".
"Siamo in presenza di un vero e proprio allarme destinato purtroppo ad aggravarsi nei prossimi mesi - prosegue Truzzi -. Il Governo non può restare a guardare e, di fronte a quella che è una emergenza, deve adottare misure straordinarie a tutela delle famiglie e dell'economia, bloccando subito il prezzo dei carburanti e ricorrendo a tariffe amministrate per i beni primari come gli alimentari e l'energia".
ALIMENTARI
CASA
Sono Bolzano (+112,9%), Trento (+109,2%) e Lodi (+79,8%) le tre città italiane dove si è registrato il maggiore aumento per i costi di luce e gas mentre a a Catania (+11,1%), Imperia (+11%) e Sassari (+10%) si sono registrati i maggiori incrementi di prezzi per gli alimentari. E' quanto risulta da uno studio dell’Unione Nazionale Consumatori che ha stilato la classifica completa delle città con i maggiori rincari annui per quanto riguarda 2 voci del paniere, cibo e bevande, e luce e gas, elaborando gli ultimi dati Istat relativi al mese di maggio. A guidare la classifica è Catania dove per cibo e bevande si registra un rialzo dell’11,1% rispetto a maggio 2021, +643 euro in termini di aumento del costo della vita per una famiglia media, al secondo posto Imperia, con un incremento dei prezzi dell’11% e un aggravio annuo pari a 589 euro, al terzo Sassari con +10%. Seguono Palermo (+9,9%), Teramo (+9,6%), Cosenza (+9,5%), in settima posizione Ascoli Piceno (+9,3%), e poi Trento, Gorizia, Pescara e Messina (tutte con 9,2%). La città più risparmiosa per mangiare e bere è Milano, dove i prezzi crescono «solo» del 4,7%, seguita da Mantova (5%) e Como (5,2%).
Per energia elettrica, gas e altri combustibili, voce che include luce (mercato tutelato e libero), gas, gasolio per riscaldamento e combustibili solidi, in alcune città si è addirittura varcata la soglia del raddoppio. A vincere la classifica dei cittadini più tartassati è Bolzano, dove le spese per luce e gas decollano del 112,9% su maggio 2021, seguita da Trento, +109,2%, anche qui oltre il doppio. Sul gradino più basso del podio Lodi (+79,8%). Seguono tutte città della Lombardia, un segno che in questa regione evidentemente ci sono state maggiori speculazioni che altrove: Milano +78,2%, Varese +78,1%, Cremona +77,4%, Lecco al settimo posto con +76,8%, Bergamo +76,6%, Brescia e Mantova (entrambe a +76,5%), Pavia (+76,4%) e Como (+76,2%). Le città meno svantaggiate sono Sassari (+51,6%), Reggio Calabria (+52,1%), Cagliari e Napoli (+53,2% per entrambe). (ANSA).
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