Ricca esposizione di pane in un negozio di fornaio
Mi piacerebbe che nel giornale, tra le tante lettere di protesta, disagio e quant’altro purtroppo, oggi si potessero leggere queste poche righe che parlano invece di qualcosa di bello che questa città ha offerto. Erano i primi anni Ottanta e mi ero da poco trasferita con la famiglia in zona Porta Milano. Ai tempi i grossi supermercati ed i centri commerciali, o stavano nascendo o erano ben al di là da venire e una delle prime cose che si cercava era una buona panetteria nei pressi di casa. Io ce l’avevo. Era la panetteria di fronte al San Giorgio, in fondo a via Dante, vicino alla profumeria, al fotografo Bosio e che fino ai primi anni Novanta ha sfornato le torte, le pizze, i panettoni e ogni tipo di prodotto da forno in assoluto più favoloso del tempo. C’erano la signora Maria Rosa, commessa storica, la signora Adele, la titolare e moglie del fornaio artefice di quelle ghiottonerie: il Mario. Se ti capitava di entrare e non trovare la specialità che stavi cercando perché esaurita, vedevi la signora sparire dietro, urlare «Marioo! Ghe n’è amo’ de... », e dirti che da lì a poco sarebbe stata pronta di nuovo. Quella panetteria, grazie alle mani, al mestiere e all’estro del Mario, ha rappresentato un’eccellenza per quel quartiere e per tanti cremonesi che, pur non abitando in zona, arrivavano lì. Quanti studenti che si avviavano in via Palestro la mattina! L’attività venne ceduta nei primi anni 90 perché era ora di andare a godersi il meritato riposo. Qualche anno dopo mi sono sposata, guarda i casi della vita, con il nipote del Mario e dell’Adelina che da quel momento sono diventati lo zio Mario e la zia Adelina anche per me che fino a pochi anni prima ero solo una cliente. E ho continuato a mangiare quelle meravigliose pizze e torte che lo zio sfornava a casa sua. Il 14 maggio lo zio se n’é andato e con lui la sua eccellenza. (...) Rita Bertoglio (Cremona)