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Tari e sottopasso, la giunta non cerchi alibi

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20 Luglio 2014 - 12:58

Tari e sottopasso, la giunta non cerchi alibi

Il passaggio a livello di via Brescia

Sembra che la giunta comunale di Cremona non possa (o non voglia) rimediare al clamoroso errore compiuto dalla precedente Amministrazione che ha applicato coefficienti medi per il pagamento della Tari con il risultato che i titolari di pizzerie, ristoranti e bar si sono visti recapitare bollettini stratosferici, triplicati rispetto alla Tares e in alcuni casi fino a sei volte superiori. Oltre agli esercenti pubblici, anche le scuole professionali sono tartassate. Pizzaioli, ristoratori e pescivendoli fanno fronte comune. Si dicono pronti alla ribellione fiscale, pur sapendo che il mancato pagamento della tassa si ritorcerebbe contro di loro, danneggiandoli doppiamente. Perciò la soluzione deve essere politica, ammesso che la politica sia in grado di offrire soluzioni. Finora la nuova giunta ha brillato per assenza di idee. Non ha fatto proposte e pare orientata a lasciare che ingiustizia si compia, con buona pace per le organizzazioni di categoria che hanno raccolto centinaia di firme tra i loro associati.
L’Amministrazione comunale deve fare l’impossibile per tutelare cittadini e imprese. E’ tenuta a farlo soprattutto quando si tratta di tasse se è vero, come afferma la Cna, che Cremona è al terzo posto in Italia per l’aumento delle imposte e che questo incremento ci vede sesti nella classifica nazionale, con una pressione fiscale passata negli ultimi tre anni dal 60,6 al 70,9 per cento. La nuova giunta ha ereditato una delibera sbagliata, questo è vero, ma ha gli strumenti per porvi rimedio. Non cerchi alibi. Può rimodulare le tariffe, come sostiene l’ex assessore al Bilancio Roberto Nolli che però dovrebbe osservare un decoroso silenzio, visto che il caos Tari è imputabile soprattutto a lui. Galimberti ha ricevuto u n’altra sgradita eredità dai suoi predecessori: il sottopasso di via Brescia.
Voci di dissenso su quel progetto si levano dalla stessa maggioranza e creano imbarazzo perché sono giustificate. Sappiamo che un protocollo d’intesa risalente al 2003 prevede la chiusura di sette passaggi a livello, ma non impone la costruzione di un orribile sottopasso carrabile tra la chiesa di San Bernardo e lo storico Palazzo Duemiglia. E’ un ’o pe r a che migliora la viabilità del quartiere ma ne peggiora la vivibilità perché cancella spazi qualificanti per la zona e per i residenti. E allora perché non abbandonare quel progetto faraonico e sostituirlo con un sottopasso ciclopedonale. A detta dei tecnici si è ancora in tempo. Il traffico verrebbe dirottato su via Persico e via Brescia rinascerebbe. Ma anche questa è una decisione politica e i politici sembra che non vogliano lasciarsi guidare dal buon senso. Il centrosinistra si è presentato alla città con progetti finalizzati a migliorare la vivibilità urbana e sbaglia se adesso sacrifica quell’o bbiettivo a favore di una mobilità che in tutta la zona è destinata a migliorare, una volta ultimati i lavori in via Persico.
Se non esistono ostacoli tecnici alla revisione del progetto, forse ce ne sono di economici. Un sottopasso carrabile è ben più costoso di uno pedonale. Visto che a pensar male si fa peccato ma spesso si indovina, si è autorizzati a sospettare che si voglia proseguire col progetto finanziariamente più importante. Ma così non si fanno gli interessi della città. E non è un esempio di buona politica.
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