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Sugli Ogm solo bugie, ministro Martina dica la sua

Gigi Romani

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lromani@laprovinciadicremona.it

22 Giugno 2014 - 11:00

Maurizio Martina

Il ministro Maurizio Martina

Tanto più veemente è la difesa di un’idea quanto più essa è debole, confutabile e viziata da pregiudizi ideologici. Si alza la voce per farsi ascoltare quando le argomentazioni utilizzate sono poco convincenti. Urla chi vuole zittire l’avversario, non chi è certo della verità. Campioni di intolleranza, si comportano così i nemici degli Ogm, pronti a usare ogni mezzo, anche illecito, per impedirne l’uso. Minacciano, disinformano e creano un clima da caccia alle streghe. Gli Organismi geneticamente modificati sono piante alle quali è stato cambiato il codice genetico per renderle più resistenti alle malattie, agli infestanti e a condizioni ambientali sfavorevoli. Quando non esistevano le biotecnologie, si cercava di raggiungere il medesimo obbiettivo attraverso gli innesti. La modificazione genetica delle specie vegetali garantisce risultati colturali eccellenti, al punto che l’Accademia Pontificia la considera una risposta concreta all’esigenza di sfamare la popolazione mondiale. Questa considerazione e tutti gli studi scientifici sinora prodotti, che dimostrano l’innocuità dei semi transgenici, non fermano gli anti-ogm. E’ una battaglia di retroguardia e oscurantista quella condotta in Italia e in altri Paesi europei. Si rifiutano i dati scientifici e ci si sottrae al confronto perché lo scopo è impedire la ricerca, bloccare la sperimentazione in campo aperto, manipolare l’opinione pubblica. La discussione sulle coltivazioni transgeniche andrebbe da un lato condotta su binari scientifici e dall’altro allargata ai consumatori. Ma è questo che molti non vogliono. Parlare di Organismi geneticamente modificati significa sapere che cosa finisce sulle nostre tavole. Vuol dire conoscere la natura dei cibi che mangiamo. L’approccio scientifico non deve escludere la finalità divulgativa di un dibattito che in Italia non si è mai realmente aperto per l’intolleranza dei contras, che si appoggiano a politici opportunisti e incompetenti. I consumatori devono sapere che molti dei nostri prodotti tipici si ottengono alimentando gli animali con mangimi transgenici importati.
Gli addetti ai lavori ne sono informati, ma pochi lo ammettono per una sorta di conformismo che rende sconveniente dire la verità. Catene distributive di primaria importanza assicurano i clienti dell’assenza dai loro scaffali di cibi ogm. Mentono sapendo di mentire e commettono una scorrettezza facendo credere che l’ogm free, cioè il cibo non transgenico, sia sinonimo di sicurezza alimentare, di qualità e di genuinità. Questi argomenti, noti alla comunità scientifica internazionale, non trovano in Italia il giusto spazio, anche se a sostenerli sono personalità di rilievo. Ultima, ma non ultima Elena Cattaneo, accademica e senatrice a vita dal 2013, che ha rotto la cortina del silenzio per denunciare il grave ritardo nella ricerca. Ed è un ritardo interamente imputabile alla politica che dovrebbe interrogarsi sui danni che sta causando all’agricoltura italiana, anche in vista dell’Expo 2015 che pone il tema della nutrizione. La Società italiana di genetica agraria ha ribadito di recente i risultati delle prove sperimentali eseguite dieci anni fa, giungendo alle stesse conclusioni: gli Ogm sono sicuri e vantaggiosi per la salute pubblica e per l’ambiente. I nemici delle biotecnologie mistificano la realtà: senza prove sostengono il contrario e dicono che le colture transgeniche avvantaggiano le multinazionali detentrici dei brevetti, creando dipendenza economica. Ma questa situazione si è venuta a creare nei Paesi come l’Italia dove si è impedita la ricerca. E lo si è fatto per interessi di nicchia che nulla hanno a che vedere con la salute, l’ambiente e la tutela delle produzioni tipiche.

La senatrice Cattaneo rilancia la richiesta, ricevuta da 716 agricoltori italiani, di potere seminare con piante Ogm 30.000 ettari di terreni. Fa suo l’appello dei coltivatori «che con l’aiuto degli scienziati italiani vogliono concorrere a rilanciare il settore primario e di conseguenza l’economia e l’occupazione di un comparto che rappresenta il futuro della ricerca mondiale». Come studiosa e come cittadina chiede che le istituzioni vengano coinvolte. Chiama in causa anche il Governo e il ministro per le Politiche agricole che oggi a CremonaFiere presenzierà all’assemblea della Libera associazione agricoltori. Ministro Martina, a lei la parola.

Vittoriano Zanolli
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Commenti all'articolo

  • destemarco

    28 Giugno 2014 - 12:05

    Personalmente mi congratulo con LEI per l'articolo estremamente corretto e fortemente sensato ,mi trova pienamente d'accordo su tutto quanto afferma sugli OGM mi stupisco sul mondo scientifico per l'intransigenza dimostrata fino ad ora.....

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