A tempo di record il neo Presidente del Consiglio ha varato un governo snello, giovane, rispettoso delle pari opportunità tra i sessi e di buon profilo. Gliene va riconosciuto il merito perché era tutt’altro che scontata l’i ntesa nel Pd sui nomi, dopo la traumatica estromissione di Enrico Letta e l’arroccamento su posizioni estreme dell’ala guidata da Pippo Civati. Anche l’accordo con i partner di maggioranza è stato raggiunto senza i consueti ricatti. Matteo Renzi dimostra capacità di mediare che gli torneranno utili nell’impervio cammino di un esecutivo che si prefigge l’ambizioso traguardo di fine legislatura ma che difficilmente concluderà il suo percorso naturale perché innaturale è stato il suo concepimento. Tra democratici e alfaniani l’alleanza è e resterà temporanea e di scopo. Quando Silvio Berlusconi deciderà che è giunto ilmomento di lanciare l’offensiva a Renzi, suoneranno le sirene e partiranno gli attacchi per destabilizzare il Nuovo Centrodestra.
Sono tanti e tali i temi sui quali le forze di governo divergono, dalla giustizia alla politica fiscale, dalle questioni etiche alle tutele del lavoro, che basterà distillare i più insidiosi per creare fratture insanabili nella coalizione. Al netto delle divisioni ideologiche, che prima o poi divamperanno, c’è un enorme lavoro da svolgere per rispettare la tabella di marcia che Renzi si è imposto. E’ un’agenda che spaventerebbe chiunque e che sarà impossibile attuare nei tempi previsti in un Paese come l’Italia che non andrebbe riformato, ma rifondato. Abbiamo dubbi sulle capacità del governo di mantenere gli impegni. Speriamo di essere smentiti dai fatti. Ci auguriamo di doverci ricredere, come dovrebbero auspicare tutti gli scettici non iscritti al partito del ‘tanto peggio tanto meglio’. N el l ’attesa, salutiamo come un fatto positivo l’informalità delle prime mosse del Presidente incaricato e dei ministri designati. Un’informalità che stride al confronto con il sussieguo diMario Monti e di alcuni dei suoi collaboratori, se vogliamo circoscrivere il paragone all’epoca più recente ed evitare paralleli ancor più imbarazzanti. Il metodo Renzi funziona, almeno sul piano della comunicazione, complice anche un’informazione che tende ad essere indulgente. Funziona perché è la giusta miscela di forma e di sostanza. Il metodo Renzi imprime una velocità impensata alla politica: cambiano il modo di lavorare e soprattutto i protagonisti. A esprimere uno stile nuovo sono uomini e donne diversi dai personaggi bocciati dalla storia e subiti dagli elettori, che impudentemente seguitano a frequentare la scena. Con la loro presenza al governo, i neo ministri testimoniano lo sforzo di rinnovamento, non solo generazionale, che è in atto nel Paese. E’ un processo in corso anche a Cremona dove oggi il centrosinistra elegge il candidato sindaco nelle primarie di coalizione. Sono in lizza Gianluca Galimberti, appoggiato dal Pd, Rosita Viola di Sel e il socialista Paolo Carletti. Galimberti, favorito nella corsa, non ha mai fatto politica. La sua ‘v e r g in i t à’ costituisce un indiscusso vantaggio competitivo, ma è anche un limite. Attorno al politico implume sono soliti volteggiare corvi vecchi e giovani che si trasformano in vessilliferi del rinnovamento al solo scopo di conservare il potere. Stanno nell’ombra e si muovono anche dietro il candidato dem. Sono il vecchio, inteso nel senso deteriore del termine, che si presentano con la faccia del nuovo, pronti a surrogarlo non appena abbiano raggiunto i posti chiave.
Per sapere che scelte farà il candidato del centrosinistra bisognerà prima conoscere la sua lista e i collaboratori. Se il metodo Renzi verrà applicato senza deroghe alle prossime amministrative, il rinnovamento sarà radicale. E’ i mprobabile che ciò avvenga, ma sarebbe il modo corretto di presentarsi agli elettori, evitando operazione gattopardesche. Anche Oreste Perri, che finalmente ha sciolto la riserva, si gioca credibilità e popolarità nella scelta degli assessori. Il programma del sindaco uscente è stato attuato solo in parte principalmente per la scarsa collaborazione della macchina amministrativa e per l’i nadeguatezza della giunta. Per confermare la sua immagine vincente, Perri deve cambiare squadra. Lo deve fare con la freddezza e il cinismo con i quali Renzi ha eliminato tutti gli avversari e si è guadagnato la legittimazione a governare pur non essendo stato eletto. Il segno della svolta sta tutto nella credibilità delle persone che affiancheranno i candidati, ai quali sarà affidata la realizzazione dei programmi e che avranno il compito di rilanciare Cremona. Idee e progetti resteranno lettera morta se non troveranno gambe buone sulle quali viaggiare. Vittoriano Zanolli