Si candida o non si candida? Ieri sembrava che il tormentone finisse e che finalmente Oreste Perri svelasse le sue intenzioni per le prossime amministrative. Invece no. Il sindaco di Cremona sfoglia ancora la margherita e rinvia una decisione attesa da più di due mesi. L’ha fatto al termine di una giornata convulsa, scandita dalle variazioni imprevedibili di un barometro personale che da un momento all’a ltro passa dal sole alla tempesta. Da giorni si alternano voci di abbandono della vita politica ad annunci di ricandidatura sistematicamente rinviati. Il rifiuto della Lega Nord a ogni forma di collaborazione con Perri, anche in un ipotetico ballottaggio, ha gelato l’ex campione di canoa, che il giorno prima era stato rinfrancato dai dati positivi sul gradimento popolare. Lancia in resta, Forza Italia rincorre il sindaco sull’o t t ovolante dei suoi umori e pazientemente lo corteggia, convinta com’è che solo con lui si possa vincere. Il Nuovo centrodestra inizia invece a mostrarsi stanco d’aspettare. Non è escluso che presenti un suo uomo, come farà a Pavia dove gli alfaniani contrapporranno un loro candidato al sindaco forzista uscente.
Gli appelli, la lettera dei partiti della coalizione e le pressioni del coordinatore regionale Mariastella Gelmini non sono bastati a vincere le resistenze di Perri e a fargli capire che il tempo stava scadendo. E’ naturale che adesso qualcuno pensi che occorre cercare un cavallo diverso sul quale puntare. La tattica dilatoria, se di tattica si può parlare, ha rafforzato le quotazioni del sindaco ma ha indebolito la coalizione che appare appesa a lui e incapace di costruire alternative. Per rispetto degli elettori e dei partiti che lo sostengono, il sindaco dovrebbe sciogliere al più presto la riserva. Oggi è nelle condizioni di imporre la sua giunta e l’agenda. Può formare una squadra d’alto profilo, capace di rilanciare un’azione amministrativa fiacca e incerta e di mantenere almeno parte delle promesse profusenel 2009.Oggi Perri è in grado di fare il prezzo, ma se aspetta fornirà ai detrattori ulteriore conferma della sua incapacità di decidere. E’ ciò che oggi non vogliono gli elettori, che premiano personaggi agli antipodi come Berlusconi e Renzi, decisionisti accomunati dall’attitudine al comando. Ammesso che intenda ricandidarsi, Oreste il temporeggiatore ha potuto traccheggiare perché si misura con un avversario che non sembra in grado di rubargli la scena.
Gianluca Galimberti, il cattolico proposto da Fare nuova la città, è persona perbene dal tratto sacerdotale, lontana anni luce dallo stereotipo del politico 2.0 che i media hanno inculcato nell’immaginario collettivo. E’ anche l’opposto dei sindaci rampanti, di destra e di sinistra, pregni di sè e delle proprie idee. C’è da chiedersi se il popolo progressista, non quello degli oratori, silascerà convincereda unprofessore radicale e radicato nelle sue convinzioni. E’ una domanda che il Partito democratico avrebbe già dovuto porsi, inprevisione diun secondoturno dove anche i voti di Sel e Rifondazione potrebbero risultare decisivi. Attendiamo senza entusiasmo una campagna elettorale dove protagonisti saranno i tentennamenti della destra, la noia della sinistra, lo psicodramma dei grillini e le velleità della Lega. Proprio un bello spettacolo. Vittoriano Zanolli