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La sicurezza condizione indispensabile per battere la crisi

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01 Dicembre 2013 - 10:40

La rassegnazione è il peggiore tra i sentim e n t i  g e n e r a t i dall’ondata di furti che flagella la provincia di Cremona. E’ figlia dell’impotenza e subentra alla rabbia di chi viene derubato e di tutti noi che osserviamo i magri risultati ottenuti dall’a ttività di prevenzione e repressione. Le forze dell’o rdine fanno molto più di quanto ci si può aspettare, considerati gli scarsi mezzi messi a disposizione dallo Stato e i pochi uomini schierati contro un esercito di malavitosi incalliti e di delinquenti occasionali. Sappiamo quanto è frustrante per chi svolge attività investigativa assistere alla remissione in libertà di persone assicurate alla giustizia, che se la cavano con una semplice denuncia. Pene troppo miti e un sistema giudiziario iper garantista incoraggiano a reiterare azioni che restano per lo più impunite. E così si perpetua il circolo vizioso: quanto più si riesce a farla franca tanto più aumentano i reati contro il patrimonio e il numero di chi li commette. Le cronache di questi giorni si occupano di ruberie di ogni genere e anche di truffe e rapine. Non c’è Comune dell’intero territorio che sia risparmiato dalle scorribande quotidiane compiute nelle case, nelle aziende e nei luoghi pubblici. Accade che le vittime talvolta sorprendano i ladri e che subiscano la loro reazione violenta.
Sono soprattutto gli anziani a venire aggrediti, spesso senza pietà, com’è ripetutamente accaduto a una pensionata di Castelleone. Gli autori di gesti così efferati sono in prevalenza immigrati, come risulta dalle identificazioni e dagli arresti. Prendere atto della preponderante presenza di stranieri, clandestini e regolari, tra coloro che delinquono è il punto dal quale partire per predisporre le necessarie misure di contrasto. La lotta alla microcriminalità, significativamente legata alla presenza degli stranieri, deve essere affrontata sul piano politico. Il premier britannico David Cameron ha annunciato un maggior rigore nelle regole riguardanti gli immigrati. L’inasprimento va dallo stop agli aiuti per i primi tre mesi dall’arrivo sul suolo britannico al rimpatrio di chi viene sorpreso a mendicare e dei senza dimora. Il giro di vite comprende le garanzie del welfare (sussidi e sanità) che saranno negate in assenza di reddito. Chi non paga i contributi non avrà accesso al servizio sanitario nazionale e otterrà l’indennità di disoccupazione solo chi è attivo nel cercare lavoro. Londra, già provata dall’invasi one dei polacchi, è anche contraria alla libertà di ingresso dei cittadini comunitari (romeni e bulgari) prevista a partire dal prossimo gennaio.
Non è un mistero che il governo conservatore cavalchi i crescenti umori antieuropei, ma nel rispondere alle aspettative dei cittadini assume provvedimenti che serviranno ad arginare illegalità e criminalità. Anche il principio della libertà di movimento, uno dei capisaldi sociali dell’Un i on e Europea, sarà messo in discussione. Se il governo Letta avrà il coraggio di seguire la Gran Bretagna, come già stanno facendo Parigi e Berlino, i risultati si vedranno presto e le forze di polizia non rimarranno più sole in prima linea a combattere un nemico che non riusciranno mai a sconfiggere con leggi e un sistema giudiziario che non le aiutano. Se solo una parte dei provvedimenti annunciati dal primo ministro alla Camera dei Comuni venisse applicato in Italia, le nostre città cambierebbero volto. Pensiamo al rimpatrio degli stranieri scoperti a mendicare. Qualcuno giudicherà disumana questa norma, ma bisogna ammettere che è un’arma efficace per combattere il racket delle elemosine. Analoga considerazione vale per le limitazioni che si vogliono introdurre nelle libera circolazione dei cittadini. Probabilmente non vedremmo più stazionare indisturbati nomadi nullafacenti con le loro carovane davanti alla Fiera di Cremona o a Crema o a Soresina. E le bande di stranieri disoccupati che rubano, spacciano o campano di espedienti avrebbero vita molto meno facile di adesso. L’Italia deve vincere la rassegnazione e riaccendere la speranza nel futuro. Ci riuscirà superando la crisi economica e quando diventerà un Paese più sicuro.
Vittoriano Zanolli
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Commenti all'articolo

  • 484

    20 Dicembre 2013 - 12:23

    Ma chi avrà il coraggio di difendere gli onesti cittadini da questi criminali delinquenti ? Siamo messi a fero e fuoco in casa ti derubano fuori ti scippano. Non è questa L'Italia dove far vivere i nostri figli e nipoti.Ma la giustizia dov'è?I nostri politici ci spellano vivi con le tasse per mantenere tutta la feccia che arriva dai paesi estra comunitari ...e comunitari(rumeni bulgari e quant'altro)é ora di finirla .......altro che forconi .....

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