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Ricostruire l'Italia, la scommessa di re Giorgio

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21 Aprile 2013 - 12:40

Ricostruire l'Italia, la scommessa di re Giorgio
La conferma di Giorgio Napolitano ha un significato e un valore che travalicano la singolarità dell’evento, cioè la prima rielezione di un capo dello Stato nella storia repubblicana d’Italia. E’ un fatto straordinario che matura oggi perché la situazione di emergenza politica ed economica non ha precedenti dal dopoguerra. Pur essendo straordinaria, la riconferma non crea strappi istituzionali: è ammessa dalla Costituzione e avviene grazie al senso di responsabilità di un Presidente che si pone di nuovo al servizio del Paese. Siamo testimoni di un fatto eccezionale, giustificato dalla gravità del momento e reso possibile dalla disponibilità di una persona di caratura superiore a quella di ogni altro potenziale candidato al Colle. Domani sapremo quali sono i termini entro i quali il Presidente ha accolto l’appello che ieri mattina Pd, Pdl e Scelta Civica gli avevano rivolto. Ai voti di quei partiti si sono poi aggiunti quelli della Lega, mentre 5 Stelle e Sel hanno votato Stefano Rodotà. Sapremo quali sono le condizioni del Capo dello Stato che ha già invitato i partiti a onorare i propri doveri. E’ finito il tempo dei tranelli, delle scappatoie e dei giochi di potere. Non si possono più sopportare ritardi nella formazione dell’esecutivo.
Cinquantaquattro giorni sono stati consumati da Bersani in trattative inconcludenti con Grillo che ieri ha gridato irresponsabilmente al golpe. E’ tornato a fare il comico, il suo mestiere, convocando e cancellando una marcia su Roma. Il dodicesimo Presidente si atterrà rigorosamente all’esercizio delle sue funzioni istituzionali, come ha sempre fatto, ma è inevitabile che il suo potere decisionale aumenti nei rapporti con le forze politiche, soprattutto col Pd che esce massacrato dal girone infernale del dopo elezioni e rischia la scissione. E’ probabile che altri nomi sarebbero stati bruciati sulla graticola delle Camere unite in sessione congiunta se Napolitano non avesse ceduto al pressante invito ad accettare la candidatura. I lPartitodemocraticosarebbe imploso e il Pdl avrebbe perso il viatico istituzionale indispensabilealla creazionedel governo di larghe intese, caldeggiato dal suo leader. Sette anni fa, quando Napolitano fu nominato, Il Giornale, quotidiano della famiglia Berlusconi, titolò‘Un comunista al Quirinale’. Ieri, al termine dello spoglio, il Cavaliere applaudivacompiaciutoconisenatorieideputati del centrodestra che hanno intonato in piedi l’inno di Mameli. Qualche applauso è arrivatoanchedaibanchidelcentrosinistra,dove però nessuno si è unito al coro.
Questa scena fotografa ilquadrogrottescoe tragico in cuisi agitalapoliticaitaliana,privadeivecchiriferimentiideologicieincapaceditrovarnedinuovi nelle urgenzedel Paese. Il Pd,balena rossa arpionata e dissanguata dalla sua classe dirigente e dalle rivalità interne, è a un passo dal disfacimento; il Pdl esiste perché e finché c’è Berlusconi; ilMovimento5Stelleè tutto tranneun interlocutore affidabile.SceltaCivica è un ectoplasma.Le elezioni hanno consegnato il parlamento a tre poli che hanno mancato nella duplice prova di formare un governo e dieleggereunnuovoCapodelloStato.Eraun fallimento annunciato dalle innumerevoli prove negative fornite dal sistema dei partiti ai vari livelli amministrativi. Peggio di tutti sta il Pd, in piena crisi di identità. Congedati Bersani e i suoi, i democratici dovranno eleggere un nuovo segretario, facendo tesoro delle parole di Andreotti: in politica non c’è spazio per i sentimenti, figuriamoci per i risentimenti. E nell’interesse del Paese, è ora che il PdlguardioltreBerlusconi.Se l’Italianonfosse saldamente ancorata all’Europa, ci troveremmoespostialrischiodideriveautoritarie. Napolitano,garantedelleistituzionidemocratiche, gestirà la delicata fase di transizione chesiapriràcon ilnonfacile incaricoaunpremier gradito aPd,Pdl, Lega eScelta Civica ai qualièrichiestapienacollaborazione.Lascelta potrebbe cadere su Anna Cancellieri, in vantaggiosuGiulianoAmato chehamoltoda farsi perdonare, dall’amicizia con Craxi, alle pensionid’oro,alprelievoforzosoeproditorio operato nottetempo sui conti correnti degli italianinell’estatedel’92. L’Italia è da ricostruire. Sarà un percorso a ostacolisemprepiù impegnativoperReGiorgio: la formazione del governo, la realizzazionedel programma scrittodaidieci saggi, leriforme,unanuovaleggeelettorale.Etuttoquesto lo si dovrà fare in condizioni economiche disperate e con l’appoggio di forze politiche bellicoseealternative,senon incompatibili,e lo spettro delle elezioni a giugno, agitato da Berlusconi. Auguri Presidente
Vittoriano Zanolli
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