Cerca

Eventi

Tutti gli appuntamenti

Eventi

Allevatori commissariati
Sospetti e verità

Vittoriano Zanolli

Email:

lromani@laprovinciadicremona.it

25 Aprile 2017 - 04:00

Allevatori commissariati Sospetti e verità

La presunzione di colpevolezza prevale su quella di innocenza: un’accusa equivale a una condanna. Non c’è da stupirsene, condizionati come siamo dagli scandali che monopolizzano le cronache giudiziarie da quando Tangentopoli ha scoperchiato il vaso di Pandora agli inizi degli anni ’90. Nel quarto di secolo successivo la musica non è cambiata, anzi. Si vede il male dappertutto. Il commissariamento dell’Associazione provinciale allevatori di Cremona è un atto gravissimo sotto molteplici aspetti. Innanzi tutto induce chi non conosce questa realtà economica e imprenditoriale a credere che il provvedimento sia motivato. Non è così. E’ incomprensibile. Getta il sospetto su amministratori che fino a prova contraria hanno operato correttamente, dimostrando capacità gestionale. La comunicazione del commissariamento deliberato dall’Associazione italiana allevatori non ne spiega le ragioni. L’Apa di Cremona è l’unica in Italia fortemente patrimonializzata. Vanta accantonamenti per circa 7 milioni di euro che tutte le altre Apa sparse sul territorio nazionale si sognano. Sono soldi degli allevatori cremonesi, accumulati nel corso degli anni grazie a gestioni oculate. Quelle risorse non saranno nella disponibilità di coloro che le hanno prodotte almeno per tutta la durata del commissariamento.
L’Apa di Cremona è guidata dalla Libera associazione agricoltori cremonesi, aderente a Confagricoltura. L’Associazione italiana allevatori, dalla quale tutte le Apa dipendono, è controllata dalla Coldiretti.

Il 12 maggio si sarebbe dovuta tenere l’assemblea elettiva dei nuovi organi sociali provinciali, che invece slitta. La sequenza temporale induce il sospetto, questo sì giustificato, che la decisione del commissariamento sia stata presa per togliere alla Libera la gestione dell’Apa. Coldiretti regionale giustifica il commissariamento con i tre bilanci consecutivi in rosso, dimenticando le decine di Apa gestite da Coldiretti in tutt’Italia, costantemente sull’orlo del fallimento. E volutamente tace sulle cause del disavanzo: sono venuti meno i finanziamenti pubblici e il sostegno dell’attività di selezione. E’ il momento di alzarsi e gridare in coro ‘Roma ladrona’. Invece la Coldiretti regionale giustifica lo scippo, irride in un comunicato ‘chi urla in difesa di un localismo inconsistente’ e biasima i sindacati che chiedono un incontro urgente al ministro per le Politiche agricole Martina, ma che non si sono attivati a tempo debito nelle sedi istituzionali per sbloccare i finanziamenti pubblici. Intanto il comitato direttivo dell’Apa ha inviato all’Aia un documento di contestazione e opposizione al commissariamento firmato da tutti i consiglieri, sia coldiretti sia confagricoli, che dovrebbe creare non poco imbarazzo nella Coltivatori diretti nazionale, regionale e locale.
Chi non ha conoscenze né interessi in campo agricolo può liquidare l’intera questione come una lotta di potere tra organizzazioni imprenditoriali concorrenti. Non è così. L’Associazione allevatori di Cremona è una delle eccellenze del territorio provinciale. Persone lungimiranti, autentici precursori, nel secondo dopoguerra avviarono la selezione genetica facendo della nostra provincia la capitale della zootecnia da latte. Hanno generato ricchezza e prestigio. Oggi siamo ai vertici nel mondo. A noi spetta il compito di salvaguardare questo patrimonio straordinario, che oggi appartiene alla collettività, e conservarlo in buone mani perché i nostri figli possano riceverlo intatto. Non ci importerebbe di chi sono quelle mani se non fosse sempre vivo il ricordo della liquidazione della Federconsorzi, gestita dalla Coldiretti.

Commenta scrivi/Scopri i commenti

Condividi le tue opinioni su La Provincia

Caratteri rimanenti: 400