L'ANALISI
05 Aprile 2017 - 04:00
Internet ha rivoluzionato la nostra vita, in meglio e in peggio. Lo può ben dire chi non è nativo digitale e per ragioni anagrafiche è in grado di fare un confronto tra il prima e il dopo basato sull’esperienza personale. La rete avvolge e plasma, modifica comportamenti e caratteri. Offre opportunità enormi ma espone a rischi che è bene conoscere. Ancora si discute di Tiziana Cantone, la giovane morta suicida perché la sua vita era diventata un inferno da quando il video di un rapporto sessuale con l’ex fidanzato era diventato virale sul web. Quello è un caso estremo, ma quante altre donne sono precipitate nella disperazione per avere dato fiducia a chi non la meritava ed essersi trovate nella medesima situazione della povera trentunenne napoletana? Quante sono le vittime del bullismo telematico, nuova e raffinata forma di persecuzione psicologica diffusa soprattutto tra le ragazze? Guai e guasti provocati dall’uso distorto della comunicazione sul web sono all’origine del libro intitolato Il vaccino non è un’opinione, presentato ieri a Cremona dal medico e docente universitario Roberto Burioni. La scienza non è democratica, avverte l’autore, promotore di una crociata contro gli antivaccinisti. Il metodo scientifico, l’unico da utilizzare per valutare un medicinale, ci dice che i vaccini sono sicuri e affidabili e che proteggono i bambini e l’intera società da malattie pericolosissime. Alcuni praticoni che affollano la rete negano la loro utilità e ne enfatizzano la pericolosità senza riscontri scientifici e in modo irresponsabile. Alimentano paure irrazionali sostenendo perfino che i vaccini causano l’autismo.
Il comportamento di questi individui costituisce una minaccia per la società, ma nessuno li ferma, come nessuno ha fermato il video della vergogna di Tiziana. Ci sono siti che mettono in correlazione le tendenze omosessuali con le vaccinazioni. Internet, constata Burioni, è un luogo dove fatti e opinioni si mescolano e si confondono, dove tutte le voci, autorevoli o no, sono uguali, dove non esistono filtri, dove i piromani e i pompieri sono sullo stesso piano, dove troviamo a dibattere di autismo ricercatori che a questo tema hanno dedicato un’esistenza di studi e autentici ciarlatani. Prima dell’avvento della rete, l’enciclopedia era lo strumento per informarsi sulla natura di una malattia e sul modo di prevenirla e di curarla. Oggi si naviga da un sito all’altro senza salvagenti e chi è meno attrezzato cade in acqua e annega nel mare di menzogne veicolate dal web. La disinformazione e le false notizie diffuse anche da medici che l’Ordine dovrebbe radiare sono la causa principale della forte diminuzione delle vaccinazioni registrata in Italia tra il 2016 e i primi due mesi di quest’anno. Per un malinteso senso della libertà individuale si concede diritto di parola a chi provoca gravi danni sociali. Convincere i genitori a non vaccinare i figli espone soggetti fragili come i bambini o maggiormente vulnerabili come i malati o i disabili al rischio di contrarre infezioni che possono risultare fatali. Il morbillo è tornato a diffondersi in Italia perché è calata sensibilmente la profilassi. Nei primi due mesi del 2017 ci sono stati mille nuovi casi, un numero superiore a tutti quelli registrati lo scorso anno. Anche per questo motivo dovrebbe essere obbligatorio vaccinare. Questo è un problema politico: lo Stato intervenga, difendendo i più deboli. Anche l’informazione, o meglio la cattiva informazione ha pesanti responsabilità. Il web è un far west dove blogger che diffondono falsità, quando non diffamano o insultano impunemente, si spacciano per giornalisti. La rete è terreno di coltura della stupidità, dove ogni cretino che passa dice la sua e non sempre è facile distinguere il bene dal male, ciò che è giusto da ciò che è sbagliato. Proviamoci.
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