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11 agosto

Lettere al Direttore

Gigi Romani

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lromani@laprovinciadicremona.it

11 Agosto 2015 - 14:19

Lettere al Direttore

IL CASO
Sarà Festa dell’Unità o di una opposizione?
Egregio direttore,
noi italiani non perdiamo mai l’occasione di complicarci la vita e infatti, in questo momento in cui il nostro paese avrebbe bisogno della massima concentrazione per affrontare deli- cati problemi quali — tanto per citarne due — la politica industriale e quella del lavoro, il teatrino della politica nazionale ci propone lo scenario desolante di un’opposizione che si arricchisce di frange della minoranza del Pd, in manifesta contrapposizione a diversi temi portati avanti dalla squadra di governo, che innegabilmente ha conseguito fino ad oggi importanti risultati parlamentari. Il premier si dice tranquillo sul fatto che, quando ci sarà bisogno, alla ripresa dei lavori, gli importanti passaggi parlamentari godranno dell’atteso sostegno, me lo auguro anch’io perché il rischio nel far cadere il governo di consegnare il paese ai Grillo o ai Salvini di turno c’è. E allora mi auguro anche che nelle frequenti «Feste dell’Unità» che vengono celebrate, se sono caratterizzate da presenze di importanti esponenti della minoranza dem, pur nella legittima espressione di visioni differenti per approccio alle tematiche, non si manchi l’occasione di tenere fede allo spirito della manifestazione, contraddistinto dal più che esplicito titolo, dichiarandosi comunque pronti al sostegno finale all’azione di governo.
Luciano Losi
(Cremona)
A volte o spesso, lo dico da osservatore esterno, l’impressione è che l’opposizione al governo sia più dentro che fuori il Pd. Fatte salve, naturalmente, le opposizioni ‘di sistema’ del M5S e della Lega (che pure qualche cauta apertura sulle riforme ha manifestato). D’altra parte appartiene alla storia della sinistra italiana ma non solo (ricorda Blair?) la crescente divaricazione tra i riformisti e i cosiddetti ‘radicali’ massimalisti.

LA POLEMICA
Omicidio stradale, giuste nuove norne più severe
Troppi gli scollamenti dal diritto naturale
Signor direttore,
ho letto con interesse l’intervento di Antonio Spena, pubblicato sul quotidiano «La Provincia di Cremona» l’8 Agosto 2015; trovo importanti alcune delle questioni sollevate, pur non giudicando condivisibili le relative conclusioni. In particolare, in tema di «omicidio stradale», penso che l’elaborazione di nuove norme di adeguata severità corrisponda ad un atto di giustizia, non, come sostenuto, a sete di vendetta o di populismo penale. Su questo punto, non esiste nessuna complicazione irrisolvibile. Già esiste una particolare forma di dolo, il dolo eventuale, che, nel rispetto dell’art. 43 del codice penale, identifica come doloso il comportamento di chi volontariamente accetta la possibilità, seppur eventuale, di cagionare un evento lesivo (la morte o il ferimento di una persona) quale conseguenza del proprio agire, e deliberatamente non si trattenga e lo ponga ugualmente in essere. Non vedo come l’assunzione di sostanze alteranti il proprio stato psico fisico o la grave violazione di norme del codice stradale possano non configurarsi come una volontaria accettazione dell’evento dannoso conseguente. Detto ciò, se nuove norme, più specifiche, possono essere utili a contenere una eccessiva libertà di interpretazione giurisprudenziale, ben vengano. Tutte le restanti argomentazioni, anche se di fonte autorevole, sono sofismi giuridici che non devono distogliere l’attenzione dall’essenza della giustizia. Questa è cosa semplice, che, come ci insegnano i padri del giusnaturalismo o diritto naturale, si basa su norme scritte nel cuore di tutti gli uomini viventi della società. La legge positiva, ossia quella scritta, non può scostarsi dalla legge naturale, pena lo scollamento, oggi purtroppo frequente, tra la giustizia applicata e quella intimamente percepita. La causa di questo scollamento si deve ricercare innanzitutto nel fatto che il potere giudiziario, più ancora dei restanti due, è totalmente svincolato dalla sovranità popolare. Sbaglia chi ritiene che difficoltà tecniche impediscano al cittadino di poter esercitare il proprio controllo sulla giustizia. Là dove iniziano queste considerazioni, finisce la democrazia.
Andrea Giacalone
(Cremona)

Castelleone non dimentica lo stile di Luciano Maggi
Egregio direttore,
a dieci anni dalla tragica scomparsa di Luciano Maggi, allora vicesindaco di Castelleone, il gruppo politico Gente in Comune lo ha ricordato facendo affiggere un manifesto, grande, bianco, con parole importanti, sentite, sincere. A leggere e rileggere il testo si scopre cosa è mancato di Luciano oltre la sua persona: il suo stile, nel modo di essere e di comportarsi, con il sorriso, la gioia di vivere, l’apertura mentale senza pregiudizi. Personalmente ho apprezzato la grande disponibilità al dialogo, al confronto politico nel massimo rispetto delle persone, in particolare di chi ha avuto modo di conoscerlo. Per la sua imprevista e fulminea partenza non ha avuto modo di «voltarsi indietro», ma ora, dal luogo dove il tempo non ha più misura, nel suo ricordo, ci guarda da amico per indicare il suo stile di vita non come rara eccezione, ma come realtà possibile, per noi.
C. S.
(Castelleone)

Ringrazio chi mi ha riportato il cellulare
Signor direttore,
giorni fa, alle 0,30 ho dimenticato il cellulare in un borsello nero sul parabrezza di un’auto. Il giorno dopo, con poche speranze, percorro via Guarneri del Gesù, chiedendo ai commercianti se qualcuno l’avesse trovato. Quello che temevo: niente. Dopo circa 10 minuti, alle 12,00 ero al bar Number One; entra un signore di ritorno da una battuta di pesca, solleva borsello e cellulare che aveva trovato poggiato sulla sua auto. Senza tante cerimonie mi ha consegnato il tutto, non ho avuto il tempo di offrirgli qualcosa e di ringraziarlo come meritava. Al giorno d’oggi è un esempio che va segnalato, di come ci si dovrebbe comportare in un mondo civile: poche chiacchiere e più fatti. Vi ringrazio, e colgo l’occasione per ringraziare ancora di cuore il signor Fernando Zapparoli
Francesco Santini
(Cremona)

Con Renzi dal Giappone il festival del circo
Gentile direttore,
non so se ridere o piangere nel sentire le dichiarazioni del nostro premier Matteo Renzi. Anche dal Giappone la sua spavalderia non pone limiti alla disperazione umana di chi non sa più a che santo votarsi. Le sue dichiarazioni giorno dopo giorno si fanno sempre più ridicole (...) e commentando ciò che in Italia si sta votando nelle Commissioni varie (...) ha sciorinato una dichiarazione che ha del ridicolo ai massimi livelli: andiamo avanti con le riforme e sono tranquillo perché sono «circondato» da persone competenti e capaci. Ebbene questi due ultimi aggettivi suonano un poco come un tamburo fuori da un’orchestra di violini e lasciano a persone veramente competenti il ruolo di giudicare questo scempio che sta subendo l’Italia. Gli italiani diventano sempre più poveri , il lavoro sta aumentando mentre cresce la disoccupazione, le tasse scenderanno ma nel frattempo stanno aumentando sempre di più ma allora ? Se poi senti in tv le dichiarazioni dei suoi discepoli allora il gioco è fatto e a questo punto una puntata da festival internazionale del circo è già fatta e pronta da registrare.
Pier Alfredo Gualdi
(Grontardo)

Immigrati/1.
I giovani non fuggono dalle guerre
Egregio direttore,
ho avuto la possibilità di leggere il suo giornale la replica che il sindaco di Salvirola ha diretto all’ex sindaco di Soncino Francesco Pedretti, detto «granduca». Diciamo subito al signor Nello di Gallignano se dove abita, vive con tranquillità, con pochi o senza immigrati, lo deve solo al Granduca. Il sindaco di Salvirola Nicola Marani, ha ragione nel dire, non c’è da scherzare, un problema serio quello degli immigrati. Il problema è serio ma al contrario di quello che pensa lui. Il problema immigrati è stato sottovalutato e gestito da irresponsabili. Immigrati giovani di età che lasciano la loro terra, dove non c’è nessuna guerra per venire in Europa attraverso l’Italia. Tutto questo è iniziato dopo la venuta del califfato. Ci fa pensare , qual’è il loro vero obiettivo. Una guerra santa? (...)
Cesare Forte
(Oradea - Romania)

Immigrati/2.
La sinistra per il trasloco in massa
Egregio direttore,
il signor Galletti, segretario del Pd cittadino di Cremona, il 29/7 è intervenuto su questo giornale con una lunga lettera nella quale si idoleggia all’accoglienza come un valore assoluto (...). Non e’ vero, come egli afferma, che questa immigrazione e’ un «fenomeno di ordinaria amministrazione»; gli alti numeri di «migranti» e le modalità dimostrano che si tratta di un fenomeno di massa ed organizzato con il concorso anche di strutture illegali e delinquenziali. Vorrei far presente a Galletti che nei decenni del secolo scorso il movimento operaio e socialista ha appoggiato i «movimenti di liberazione nazionale» che operavano nelle colonie, ancora esistenti, degli Stati europei. L’idea di fondo era che questi popoli dovevano prendere nelle loro mani il loro destino e, nella libertà e nella democrazia, essere protagonisti della loro storia, aprirsi la strada al progresso e al benessere (...). Oggi invece sembra che la soluzione proposta dalla Sinistra a questi popoli sia il trasloco in massa nei paesi europei e l’abbandono delle loro terre. Non era questa l’idea del movimento democratico del secolo scorso ed, anzi, appare come un tradimento verso i popoli del «terzo mondo» al pari del tradimento che si sta operando in questi anni verso le classi subalterne e operaie italiane ed europee. Vorrei infine chiedere a Galletti (...) se hanno fatto delle analisi sociologiche sull’immigrazione attuale ovvero per verificare se questi «migranti» sono dei poveri che fuggono dalla miseria oppure se provengono da «classi medie» dei loro paesi per le quali la «migrazione» può essere un investimento economico per inserire un membro di famiglia in un’area più ricca economicamente.
Bruno Del Grande
(Cremona)

Immigrati/3.
Galantino si moderi e guardi a Malta
Egregio direttore,
lascia stupefatti il veemente attacco, portato dal segretario della Cei Nunzio Galantino attraverso Radio Vaticana, a chi semplicemente ha chiesto una stretta ad un fenomeno del tutto fuori controllo qual è quello degli sbarchi dei clandestini in Sicilia. Se è purtroppo nota la posizione di una (...) parte della Chiesa (...) a sorprendere è tuttavia in questo caso la violenza delle parole di Galantino, che bolla chi la pensa diversamente da lui come «Piazzisti da quattro soldi che pur di raccattare voti dicono cose straordinariamente insulse». Forse a Galantino fanno difetto, oltre alla moderazione, varie conoscenze (...). Si potrebbe scrivere un trattato sull’assurdità della politica che l’Italia sta portando avanti rispetto a questo tema, ma ci si può limitare qui a ricordare che oltre il canale di Sicilia ci sono 1,15 miliardi di persone (...) divise in 54 stati che si trovano in buona parte in condizione di povertà. L’Ue tutta conta 500 milioni di abitanti. Bastano questi pochi dati per dimostrare che è del tutto insostenibile la politica che il dissennato governo italiano porta avanti sull’immigrazione? Galantino dimostri quanto meno di possedere quel minimo di tolleranza che non dovrebbe fare difetto a un alto esponente della Chiesa. E, se proprio ha bisogno di sfogarsi, se la prenda con Malta, il paese al mondo con la più alta percentuale di cattolici praticanti e che respinge ogni (ogni!) clandestino.
S. M.

Lupi, orsi e cinghiali
Concordo con Valdameri
Signor direttore,
condivido al 100% l’impostazione e le argomentazioni di Francesco Valdameri nella lettera su «La Provincia» di domenica 9 agosto. La nostra è una società schizofrenica: Le nutrie provocano danni immensi alle strutture del sistema irriguo nonché gravi pericoli per la circolazione, ma guai a prendere decisioni per il loro abbattimento. Lupi ed orsi ripopolati provocano danni ingenti ad ovini, a gallinacei e bovini, risarciti con i nostri soldi, nonché sempre più frequenti pericoli per le persone, ma guai a parlare di regolamentazioni più restrittive. I topi sono ovunque, nei paesi ed ora anche in città; di questi giorni la notizia pubblicata da «La Provincia» su una persona morsa da un topo al Parco Po, ma la «derattizzazione» è materia di società sottosviluppate che non si addice all’Italia dell’Expo. I piccioni invadono e sporcano le nostre case, sono portatori di zecche, ma non tentate di farli fuori nemmeno con una fionda per non essere accusati di «maltrattamenti» e «crudeltà». Proprio su «La Provincia» è la notizia dell’uccisione di un uomo da parte di un cinghiale e già la notizia in sé, ma ancor più il suo commento, è la conferma palese delle ragioni del Sig. Valdameri. Dobbiamo attenderci altre disgrazie causate da lupi, orsi e cinghiali, a carico di famiglie in passeggiata in montagna, oppure di cercatori di funghi nei boschi, per prendere in considerazione un diverso approccio, rispettoso della natura, ma soprattutto rispettoso della sicurezza e dell’incolumità delle persone? Provocazione finale: perché (...) non tentare di ripopolare le nostre brume con qualche esemplare di drago del lago Gerundo? Non solo: perché non aprire un processo, postumo, a carico di quegli zotici senza sensibilità ecologica, con l’imputazione di «estinzione di specie animale e disastro ambientale»?
Giorgio Telò
(Cremona)

Una serata magica al bar Sport di Costa
Egregio direttore,
approfitto dello spazio lettere per ringraziare tutti coloro che, con me, hanno gestito la festa del Bar Sport di Costa S. Abramo, tenutasi il weekend del 31/07-02/08, alla quale hanno partecipato tantissime persone anche dei paesi limitrofi. Quella che doveva essere, solo per l’anno scorso, una festa una tantum per i 60 anni del Bar Sport si sta trasformando in un appuntamento fisso sempre più apprezzato. Noi mettiamo a disposizione una location piccola ma, da privati, e sottolineo da privati, riusciamo a far divertire centinaia di persone. Onestà vuole che l'unico neo sia stata, a mio parere, l'esibizione della cover band di Renato Zero, nella quale riponevamo molta fiducia ma, accanto ad una band di altissima levatura, il cantante non ha reso secondo le nostre aspettative. Poco male, poiché le note positive sono venute dai nostri «Gianni e Cristiano» in grandissima forma e dall’incredibile band «Let it Beat» che il sabato sera, nonostante il tempo, ci hanno fatto cantare e ballare ricordando i «fab four». Veramente una serata magica. Vuol dire che, imparando dagli errori, l’anno prossimo ci presenteremo più agguerriti che mai!
Beppe Franzosi
(Costa S. Abramo)

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