A Erto, mercoledì 15 maggio, in occasione della tappa del Giro d'Italia
Da semplice mezzo di trasporto, ha assunto mille sfaccettature: progressivamente abbandonata, ha ritrovato spazi dapprima in ambiti in cui passione e impegno alternativo erano il fulcro, per riguadagnare in questi ultimi anni piano piano posizioni nella vita quotidiana e per la sua funzione nativa (e non a caso anche i furti tornano in cima alle classifiche). E' attraverso tutte queste facce, ed altre ancora, che gli indomiti appassionati della Fiab spingono all'utilizzo della due ruote, quale che possa esserne l'utilità e la finalità. Il turismo in bicicletta è una esperienza di viaggio e di socializzazione diversa da tutte le altre, e combina paesaggi suggestivi e itinerari stimolanti, sia che si tratti di montagne, campagna o scorci cittadini. Con la bici arrivi ovunque, sempre. Che alternativa meravigliosa al turismo, almeno a quello breve! E non nuoce alla salute, come altri mezzi di trasporto. Ecologica per eccellenza, richiede al temerario di riappropriarsi dello spirito sano della fatica, dell'allenamento, ma ripaga in valuta pregiata. E offre spunti infiniti. Da uno di questi affluenti hanno preso spunto la Fiab sezione di Brescia e la consociata Paciclica per il Progetto Vajont. Un nome che a noi di una certa età evoca un brandello di vita, una storia scolpita, un'emozione che si sfilaccia fino a scomparire nelle generazioni più giovani. Il Vajont fu una tragedia che segnò un'epoca e che deve continuare ad appartenere alla memoria di tutti. Gli iscritti sparsi nelle 130 sedi Fiab d'Italia compiranno questo pellegrinaggio civile,un gesto di solidarietà con gente che ancora soffre di quella tragedia e un'occasione di consapevolezza ambientale,essendo il luogo un museo didattico naturale a cielo aperto della natura violata. In pratica si tratta di uscire dal proprio garage in bicicletta, soli o in gruppo anche con l'aiuto del treno (che arriva fino a Longarone), quando si vorrà da qui al 9 ottobre, 50° anniversario della sciagura (la stima più attendibile parla di 1910 vittime), andare in bici a Erto, farsi una foto all'arrivo e mandarla al sito Fiab. Al termine, mercoledì 9 ottobre, tutte le immagini, riunite in un collage, verranno portate al Museo del Vajont come tributo dei ciclisti alla memoria di quella catastrofe prevedibile ed evitabile. Ma non è tutto. E' auspicabile che il viaggio sia occasione di narrazione, tra confessioni e descrizione di eventi e paesaggi: se parecchi tra i partecipanti vorranno annotare la loro esperienza, il racconto collettivo di questo itineriario dell'anima tra memoria, storia e ambiente da preservare potrebbe tradursi in una pubblicazione. Il messaggio è chiaro: come altre consorelle sparse in tutto il mondo, la Fiab e Paciclica si propongono di utilizzare la bicicletta come veicolo di cambiamento sociale, e questo si può fare in mille modi, in Italia e all'estero, con i giovani e per gli anziani demotivati, guardando alla natura o a un negozio di meccanico. Vajont50 è uno di questi modi.