L'ANALISI
28 Novembre 2013 - 10:38
CREMONA - Beffa per i Comuni come quello di Cremona che hanno aumentato l’aliquota dell’Imu. Entro metà gennaio, metà della maggiorazione dovrà essere pagata dai cittadini. L’aumento era stato approvato nell’ultimo consiglio comunale di lunedì. E così quella la 'furbata' è divenuta una 'grana'. La Lega polemizza e va all’attacco.
Questa mattina, in giunta, si è discusso di questa nuova 'grana'. Roberto Nolli (vicesindaco con delega al Bilancio) pensa di risolvere la questione in questo modo: il Comune potrebbe compensare l'aumento dell'Imu a carico dei cittadini con il taglio della Tasi, la nuova imposta, o dell'addizionale Irpef. Lo stesso Nolli, nel consiglio comunale di lunedì scorso, aveva sostenuto che la manovra sarebbe stata ad impatto zero per i cremonesi.
L’Imu, a Cremona, sulla prima casa è stata portata dallo 0,50 allo 0,60. Con questa decisione presa sul filo di lana l’amministrazione comunale, come aveva spiegato Nolli, contava di incassare dallo Stato 1,3 milioni di euro perché sembrava che lo Stato si sarebbe accollato, girandolo ai Comuni, la maggiorazione. Illusione. Il Consiglio dei ministri ha cancellato per il 2013 la seconda rata Imu sulla prima casa, ma contemporaneamente ha approvato una norma che impone ai Comuni che hanno alzato l’aliquota di far pagare, a gennaio, metà della somma in più ai cittadini mentre l’altra metà verrà ristorata dallo Stato. In soldoni, questo significa che lo 0,10 in più di Imu costerà, complessivamente, ai cremonesi 600 mila euro. La beffa riguarda circa 600 Comuni. Nell’elenco, con la nostra, ci sono città come Milano, Napoli, Brescia e Reggio Calabria.
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