CREMONA - E’ stata dura. A un tratto pareva impossibile arrivare alla meta. Ma alla fine Luciano Pizzetti l’ha spuntata. E sono davvero tanti i donatori di sangue che ricorderanno questo passaggio, fortemente voluto dal senatore cremonese, come la fine di un brutto sogno.
Il perché è presto detto: con l’approvazione dell’emendamento presentato dal politico di Cà d’Andrea, avvenuta giovedì nell’aula del Senato, si torna alla norma ante decreto-Fornero. Questo significa che salta il meccanismo penalizzante che obbligava i donatori di sangue che andranno in pensione entro la fine del 2017 a lavorare, oltre la data fissata per l’inizio della pensione, un numero di giorni equivalente a quello in cui, nel corso della carriera lavorativa, sono stati a casa per i prelievi. In alcuni casi c’è chi si vedeva costretto a lavorare qualcosa come dieci mesi oltre il previsto. Oppure, prevedeva la norma, data della pensione immutata ma con un assegno più leggero (il 2% in meno). Una mazzata.