L'ANALISI
03 Settembre 2013 - 08:57
CREMONA - La scure dell’Inps arriva puntuale come un orologio svizzero e mette in crisi decine di cremonesi, tutti destinatari di una lettera che alimenta rabbia e preoccupazione: poche righe che annunciano decurtazioni dell’assegno, frutto di una rimodulazione dell’importo mensile e del piano di rientro che serve per restituire quanto l’istituto di previdenza sostiene gli spetti.
Perché? Perché il dato relativo al conto corrente bancario, anche quando cointestato, può produrre interessi e quelli sono considerati alla stregua di un reddito. Morale: c’è chi si ritrova con mille, millecinquecento euro da restituire; c’è chi ha trovato la pensione di settembre ‘dimagrita’ di trenta, quaranta, cinquanta euro. Negli ultimi giorni in tutti i patronati della città hanno iniziato a farsi vivi i pensionati con in mano la lettera che illustra la decurtazione. «Il consiglio - spiega il presidente del patronato Cisl, Massimo Sartori - è veriificare sempre quel che ciede l'Inps per poter fare, se è il caso, il ricalcolo».
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