L'ANALISI
10 Ottobre 2015 - 12:09
La Carlo Colombo di Pizzighettone
PIZZIGHETTONE — La Carlo Colombo s’impegna a ripristinare la maggiorazione turni disdettata un anno fa e a riconoscere ai lavoratori gli arretrati non corrisposti. Non solo: ribadisce anche la volontà d’investire nello stabilimento di Pizzighettone, aumentando i volumi della produzione. Unica richiesta negata, il ritorno al premio produzione, ma nel complesso l’incontro di ieri mattina fra i vertici dell’azienda e le parti sociali (Cgil, Cisl e Fsi) si è chiuso con esiti confortanti. Gli oltre 140 dipendenti hanno ottenuto una conquista importante: il compenso relativo alla maggiorazione per i turni (festivi, notturni e altro) tornerà a essere quello percepito fino a un anno fa, prima che la dirigenza dell’ex Colata lo allineasse alle tariffe del contratto nazionale. «Cercavamo il dialogo — spiega Massimiliano Bosio (Fiom Cgil) e l’abbiamo trovato. Direi che è stato raggiunto un buon compromesso: sul fronte della sicurezza, l’azienda si è impegnata a investire ulteriormente, e noi abbiamo dato atto che dall’avvento della nuova dirigenza la situazione è comunque già migliorata. I problemi più seri, infatti, erano insorti nella gestione precedente. Poi per quanto riguarda l’aspetto economico, la buona notizia è che verranno ripristinate le maggiorazioni cancellate un anno fa. L’azienda, in sostanza, ha capito che la strada da intraprendere non era quella delle azioni unilaterali, ma quella del dialogo». Altro elemento rassicurante emerso durante la riunione di ieri è l’intenzione, da parte della Carlo Colombo, d’intensificare i volumi della produzione. «La mia sensazione — prosegue Bosio — è che la proprietà abbia deciso di puntare più sulla filiale di Pizzighettone che su quella di Pisa, tant’è che qui ha previsto un incremento delle attività, mentre nello stabilimento toscano i lavoratori sono in regime di contratto di solidarietà. Non credo che l’aumento della produzione si tradurrà in nuove prospettive occupazionali, ma di sicuro rappresenta un segnale confortante per il futuro della fabbrica. Proprio per questo sono convinto che un’azione violenta come lo sciopero potesse procurare una forzatura pericolosa: il premio di produzione è un argomento che cercheremo di riaprire in futuro, al momento la preoccupazione principale deve continuare a essere il mantenimento del posto di lavoro, e su questo punto abbiamo ricevuto le rassicurazioni che volevamo».
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