L'ANALISI
27 Marzo 2015 - 20:22
Mutui al centro dell’attenzione in questo momento. Chi, dopo aver messo i mutui offerti dalle diverse banche a confronto, ha deciso di stipulare negli ultimi due anni un mutuo a tasso fisso, farebbe bene a provare a rinegoziare le condizioni con il proprio istituto, o in alternativa surrogare il contratto presso un'altra banca. Diversa invece la situazione per coloro che hanno sottoscritto un mutuo a tasso variabile. Essi infatti sono legati all’andamento degli Euribor, dei tassi interbancari che rappresentano il costo del denaro a breve tra le banche.
Il crollo degli Euribor spaventa le banche
Da settembre il tasso Bce, che rappresenta il costo del denaro principale è allo 0,05%, mentre il tasso ricevuto dagli istituti per i fondi parcheggiati presso la Bce è sottozero (-0,2%). Ne consegue che anche gli Euribor siano ai minimi storici. Molti mutui sono stati stipulati con il tasso Euribor a 1 mese, che da settimane ha indice negativo; attualmente è a -0,012. L’Euribor a 3 mesi è invece leggermente positivo, per la precisione al valore 0,021; esso è attualmente il tasso più utilizzato dalle banche nella formulazione di mutui a tasso variabile. Sono pochi invece i consumatori che richiedono un mutuo correlato al tasso Bce.
Molte banche sono state colte di sorpresa dal crollo dell’Euribor. Nessuna di esse aveva infatti inserito nei contratti una clausola che impedisse all’Euribor di scendere sotto lo zero. In tal modo quindi le rate dei mutui dovrebbero subire una riduzione, minima, ma pur sempre una riduzione, poiché l’Euribor dovrebbe essere sottratto dallo spread al momento del calcolo della rata. Per ciò che concerne i nuovi mutui gli istituti hanno provveduto ad aggiornare i contratti con clausole apposite.
Le contromisure per i mutui a tasso variabile
Unicredit ha inserito nei contratti questa affermazione: “Il tasso di interesse applicato non potrà essere comunque inferiore allo spread contrattualmente previsto”; la Banca Popolare di Vicenza ha invece previsto un tasso minimo di rimborso. In tal modo il tasso non potrà essere inferiore a quello minimo concordato al momento della stipulazione. Il medesimo procedimento è stato adottato per le Banche del credito cooperativo.
I possibili sviluppi futuri
Nelle prossime settimane, tutte le banche cercheranno di tutelarsi da questo imprevisto. Questa mossa degli istituti è al momento ininfluente, in quanto si sta parlando di un centesimo di punto, e non comporterebbe grandi modifiche nell’importo della rata. Ma sarebbe consentita anche nel caso in cui in futuro la Bce dovesse ridurre i tassi di interesse, con conseguente calo dell’Euribor? In linea teorica è possibile, in quanto tre banche europee attualmente usano un tasso di riferimento negativo: la Banca della Svezia, la Banca Svizzera e la Banca di Danimarca. È quindi lecito domandarsi se la mossa delle banche sia formalmente corretta.
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