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Indice di prosperità: Italia tra le ultime della fila

Francesco Pavesi

Email:

fpavesi@cremonaonline.it

26 Novembre 2014 - 11:42

Indice di prosperità: Italia tra le ultime della fila

Crisi economica, governo sempre traballante, politiche sociali inesistenti. In Italia il benessere è solo una pallida illusione. I cittadini non si sentono tutelati su tutta la linea, mentre i risparmi si prosciugano e le spese aumentano tanto che la gente si ritrova nelle condizioni di dover chiedere un prestito solo per affrontare le spese di base e sopperire a un salasso senza precedenti. Il web è l’unica arma di cui i cittadini dispongono, che consente di porre i prestiti migliori del mercato a confronto, così da individuare tassi vantaggiosi e limitare costi della vita sempre più alti. Contrastare la crisi è diventata una vera missione di vita che costringe ad uno sforo costante e quotidiano.

 

Si tratta di una realtà già tristemente nota, ma che ora trova il conforto dei numeri, quelli pubblicati dal Legatum Institute, il quale ha calcolato l’indice di prosperità degli Stati mondiali, aprendo a scenari forse ancora più desolanti delle aspettative. L’Italia è, insieme alla Grecia, l’unica nazione appartenente all’UE fuori dal G30 di questa speciale graduatoria, preceduta dalla Costa Rica e solo una posizione davanti a Israele, di cui conosciamo lo scenario socio – politico di riferimento. Il calcolo dell’indice di prosperità prende in esame parametri di tipo sociale, politico e produttivo, oltre che economico, per un’indagine che scava affondo alla realtà dei diversi Paesi mettendo in luce vizi e virtù di ognuno di essi.

 

Il Prosperity Index italiano è atterrito da uno sviluppo economico praticamente inesistente, dall’instabilità politica, dall’assenza di una pianificazione sociale a sostegno dei cittadini. L’export, soprattutto quello relativo ai prodotti di tecnologia, è in calo, le aziende non ingranano, la cittadinanza ritiene, ad unisono (96,9%), che l’Italia non sia il Paese adatto per trovare un posto di lavoro.

 

La fiducia verso il Governo è pressoché inesistente e trova l’approvazione di appena il 16% della popolazione mentre l’89,8% della cittadinanza crede che il Bel Paese abbia un serio problema relativo alla corruzione. Per non parlare poi del rapporto con gli stranieri: l’Italia è uno stato intollerante nei confronti degli immigrati e incapace di aprirsi alle altre culture. La libertà di scelta che gli italiani percepiscono di possedere, infine, è scesa di 13 punti percentuali nell’arco di 5 anni.

 

In pratica, nel rapporto pubblicato non si riesce a trovare un solo motivo per sorridere, un dato che possa invitare all’ottimismo o, quantomeno, alla speranza. Il nostro Paese è in ginocchio sotto tutti i punti di vista e la percezione comune è forse ancora più negativa. L’unica nota positiva, se così si può definire, potrebbe essere che siamo molto vicini al fondo e, a quel punto, non si può fare altro che risalire.

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