L'ANALISI
16 Agosto 2014 - 12:23
Sotto la Tour Eiffel dopo 14 giorni di pedalata da Cremona
PARIGI - Il giorno è arrivato: la bufera di Troyes non ci ha fermati, puntiamo la sveglia di prima mattina e decidiamo di percorrere gli ultimi 110 km fino a Parigi.
Le condizioni meteorologiche sembrano assecondarci, il cielo è coperto ma la pioggia non sembra incombente, così ci immettiamo subito sul primo dei tanti stradoni della giornata. La strada non è mai in piano e le auto sfrecciano a pochi centimetri dalle nostre biciclette solleccitate dal vento, percorriamo in silenzio i lunghi tratti collinari cercando di sfruttare la scia e alternandoci alla guida del gruppo. È circa verso le due del pomeriggio che possiamo vedere la città, immensa sotto la luce flebile del sole.
Percorriamo la banlieu districandoci tra i marciapiedi e i cantieri, superiamo col cuore in gola il quartiere commerciale fino a raggiungere la Senna. E poi... E poi ci siamo, siamo sotto la Tour Eiffel, dopo un viaggio fantastico ed estenuante durato 14 giorni.
E si scatena la soddisfazione di essere partiti di nuovo da casa, dal Torrazzo, con qualche acciacco ma ancora insieme dopo il viaggio a Roma dell'anno scorso. Non ci hanno fermati le alpi, non ci hanno fermati i quasi 1200 km e gli 8500 metri di dislivello totale in salita, non ci hanno fermati nemmeno la bufera e il vento perennemente contrario alla nostra direzione. Ripensiamo con gli occhi lucidi a tutto il percorso che ci ha portati qui: abbiamo attraversato le risaie del nord Italia, conquistato a denti stretti il Passo del Gran San Bernardo e scollinato sugli sterrati svizzeri per poi attraversare l'intera Francia, divisa tra le sue città sovraffollate e le campagne disabitate.
Ringraziamo ancora una volta gli sponsor che hanno contribuito a rendere possibile questa esperienza: Caffè Stregatto, Cooperativa Dharma, Farmacia Pezzini, Ricamificio Tiffany, Apiflor, Rivoltini Dolciaria di Vescovato e la Pro loco di Pescarolo, oltre ovviamente al quotidiano La Provincia, alla rete Cremona 1 e a tutti gli amici che ci hanno dato una mano fondamentale.
Ora sventoliamo alto il tricolore lungo la Senna e portiamo il gagliardetto di Cremona a Nôtre Dame! Esausti e commossi, possiamo finalmente dirlo: ce l'abbiamo fatta.
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