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I nuovi 'tesori' di Bedriacum

La campagna di scavi 2013 dell'Università degli Studi di Milano ha fatto venire alla luce nuovi interessanti e curiosi reperti dall'insediamento romano

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08 Giugno 2013 - 09:16

I nuovi 'tesori' di Bedriacum

Gli studiosi al tavolo

I risultati illustrati in un incontro pubblico organizzato dalla Pro Loco nella sala civica

CALVATONE - Uno sembra una vasca, l’altro la riproduzione della testa di un canide. Sono i due reperti più curiosi rinvenuti quest’anno durante la campagna di scavi archeologici effettuata dagli archeologi dell’Università degli Studi di Milano in località Costa di Sant’Andrea, nei terreni di proprietà provinciale corrispondenti all’antica Bedriacum, la Calvatone romana. 

A presentarli pubblicamente con due immagini è stata la professoressa Maria Teresa Grassi, docente di Archeologia delle Province Romane, durante la serata organizzata in sala civica dalla Pro Loco. “Non sappiamo ancora a cosa servissero - ha aggiunto -, potremo dirvelo il prossimo anno”. Intanto, però, un’altra novità riguarda il rinvenimento di ambienti “con la presenza di buche rivestite di argilla, forse adibite alla macinazione di cereali. D’altra parte, al di là del commercio e dell’artigianato, è lecito pensare al ruolo che l’agricoltura doveva avere in zona. Tra Cremona e Mantova c’erano molti territori centuriati e i terreni sono molto fertili. L’idea che comunque ci siamo fatti è che gli abitanti di Bedriacum dietro le loro case avessero delle piccole officine”.   

Anche quest’anno le ricerche sono continuate nel quartiere degli artigiani, aprendo la fase due degli scavi. Particolare attenzione è stata dedicata ai materiali, come ha spiegato Giorgio Rossi, responsabile del rilievo dello scavo e studioso delle architetture e dei laterizi. “A Calvatone moltissimi laterizi sono stati reimpiegai e rifunzionalizzati”, ha spiegato. Tra le immagini mostrate, quella di un muro letteralmente smontato per capire come fosse fatto, di un sesquipedale manubriato (un mattone munito di un incavo a maniglia per il trasporto a mano) e di frammenti di rivestimenti parietali, ma anche l’impronta lasciata verosimilmente da un cane. 

Lidia Palmieri, curatrice del sito web dedicato a Bedriacum, si è soffermata sui vetri: “Abbiamo trovato un frammento di finestra, ma anche pezzi di piatti e bicchieri, vetri cosiddetti ‘millefiori’ per le decorazioni, coppette o bottiglie, un fondo di bottiglia particolarmente diffusa in tutto l’Impero romano dal primo al terzo, quarto secolo dopo Cristo”. Le bottiglie potevano recare un bollo con il nome dell’artigiano che le ha create: come quello di Caius Salvius Gratus. Tanti anche i frammenti di ceramica, pure con il nome degli artigiani o del laboratorio produttivo (‘Tetis Amia’ e, molto raro, ‘Caio Melmio Dario’), simili a quello già illustrato di ‘Postumi’, in ‘planta pedis’ (all’interno di un’orma di un piede), “eccezionale, la terza attestazione in Italia settentrionale, opera di un ceramista dell’area mediopadana”. 

Gioia Zenoni ha parlato della gran quantità di lucerne , lampade ad olio portatili, ritrovate: “Erano manufatti, di provenienza greca, molto diffusi nell’Impero Romano. Ne abbiamo trovate molte, e la loro utilità è notevole per determinare la cronologia. Molte riportano la firma dei vasai che le hanno create, al tornio o con uno stampo. Sono di due tipi, a volute o Firmalampen, cioè lucerne firmate, con impresso sul fondo a rilievo un marchio che permette di risalire al luogo di produzione e alla fabbrica. Tra gli esemplari, rinvenuti, anche una lucerna bilicne, a due fiamme, con un doppio beccuccio”. 

Stefano Nava, responsabile della didattica, ha infine relazionato sulle ceramiche a pareti sottili: “Sono parti di coppe, tazze e bicchieri, probabilmente provenienti dalla fornace esistente in via Platina a Cremona. Lo spessore va da 0,5 a 5 millimetri, con una media di 2. Alcune sono definite a guscio d’uovo. Le decorazioni sono alla ‘Barbottin’”. 

La professoressa Grassi ha anche anticipato una novità: “Il prossimo 6 ottobre, per la fiera di Calvatone, sarà presentato un nuovo personaggio dei fumetti che usiamo durante le attività didattiche con le scolaresche, Maximus, un legionario”. Sempre a proposito di collaborazione con le scuole, ha anticipato la possibile collaborazione con le scuole superiori di Casalmaggiore e ha ricordato l’inaugurazione, sempre prevista il 6 ottobre, della nuova ala del museo archeologico di Piadena. Da parte della docente non sono mancati i ringraziamenti, per il sostegno, al Comune di Calvatone, alla Pro Loco Bedriacum e a quanti aiutano l’Università a procedere nei suoi studi su Bedriacum. Il sindaco Pier Ugo Piccinelli ha ringraziato gli archeologi dell’Università per il loro lavoro: “Bisogna continuare su questo percorso, che ha una grande valenza scientifica e serve anche a conoscere le nostre radici. Credo che il coinvolgimento delle scuole sia stata la strada giusta”. 

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