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La lezione di Franco Loi: abbandonarsi alle emozioni

Il grande poeta ospite nella sala consiliare, invitato dalla biblioteca

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14 Maggio 2013 - 20:04

La lezione di Franco Loi: abbandonarsi alle emozioni

Silvia Ferrarini e Franco Loi

PIADENA — «La poesia è una delle strade della vita che ci viene offerta per la conoscenza di se stessi e del mondo». Parole del grande poeta Franco Loi, già candidato al premio Nobel per la Letteratura, protagonista dell’incontro organizzato dalla biblioteca lunedì sera in sala consiliare. ‘Poesia tra terra e cielo’ il titolo. Introdotto dalla presidente del comitato di gestione Silvia Ferrarini, il noto autore di ‘Stròlegh’ non si è risparmiato, parlando per oltre due ore. E sarebbe andato ancora avanti, a dispetto dei suoi 83 anni.

Davanti ad un attento pubblico, Loi (che alla fine ha ringraziato tutti con una stretta di mano) ha espresso alcune considerazioni generali sulla poesia: «Non è con la consapevolezza che si scrive. Per farlo, ci si ascolta e ci si lascia dire. E’ importantissimo. Non è la testa a fare le poesie, è il nostro essere».Abbandonarsi al flusso interiore delle emozioni, insomma. Mai cercare di dominare il processo creativo con la mente. Poi la lettura di alcune poesie, con l’aiuto di grandi fogli («sapete, la vista...»), ma anche la declamazione di alcuni passi a memoria. 

Loi ha anche attinto ai suoi ricordi personali, del tempo di guerra, «quando si era poveri e ci si aiutava tutti», al suo periodo di residenza a Colorno, alla sua Milano «piena di canali, tutti sotterrati, una follia».Riflessioni legate al vissuto e al perno della sua esistenza, quella poesia «‘sacra scrittura’, come diceva il Petrarca».

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