L'ANALISI
15 Dicembre 2025 - 11:03
CREMONA - Torna l'appuntamento con #DIRITTODICRITICA, l'iniziativa organizzata dal giornale La Provincia e da Fondazione Teatro Amilcare Ponchielli, che offre agli studenti delle scuole cremonesi la possibilità di esprimere il loro giudizio motivato e argomentato sugli spettacoli in cartellone al Ponchielli. Protagonista di questo appuntamento è I puritani.
GANDAGLIA JACOPO – 5 LICEO SCIENTIFICO
Allestire I puritani è da sempre un’impresa ardua, farlo oggi e con una compagnia interamente debuttante un azzardo: al Teatro Ponchielli l’impossibile è andato in scena. L’ultimo capolavoro belliniano è affidato alla bacchetta di Sieva Borzak, che nonostante la giovane età interpreta con personalità la partitura. Ammirevole la capacità di non allentare mai la tensione, pur aderendo talora ad una filologia né spettacolare né necessaria. L’equilibrio timbrico fra buca e palcoscenico, a costo di dinamiche a tratti avare, è ben gestito; meno quello musicale, non sempre nitido e inficiato da un’omogeneità piuttosto alterna del coro, non sempre posizionato funzionalmente. Anche il regista Daniele Menghini dà una lettura propria dell’opera, che oltrepassa il puro amore. L’enfasi sulla fanatica lotta per i valori puritani e sull’oppressione di Elvira si traduce tuttavia in reiterate scene di violenza e in una simbologia che stridono con l’elegante melodia belliniana (brusio in sala al dono di Arturo per l’amata: un orsacchiotto di peluche). Decisamente più suggestiva la dimensione onirica: la morbida luce che pervade la sala durante la pazzia di Elvira e la nevicata finale saranno poco aderenti al libretto ma coerenti con l’interpretazione vocale. In linea con le sue qualità, Valerio Borgioni delinea un Arturo più romantico che audace, dimostrando sapiente uso di smorzature e colori. Esce indenne dalle temibili escursioni acute, non senza apprensione, riscontrabile in una faticosa gestione della linea di canto e in qualche forzatura. Meritatamente la più acclamata, Maria Laura Iacobellis tratteggia attorialmente e vocalmente un’Elvira umana, nell’amore per Arturo, nella ribellione verso le imposizioni paterne e anche nella scena della pazzia, spesso stucchevolmente bamboleggiante. Sfoggia buone agilità, ottime dinamiche e sovracuti squillanti. Sunu Sun, vocalità non travolgente ma dal bel colore caldo, offre una prestazione precisa ed energica, pur lasciando qualche riserva nel porgere le sofferenze di Riccardo. Basso non particolarmente scuro ma piacevolmente sonoro, Roberto Lorenzi convince nel ruolo di Giorgio: zio amorevole e puritano valoroso. Più che buona la prestazione di Benedetta Mazzetto (Enrichetta) e Gabriele Valsecchi (Gualtiero). Apprezzabile anche il tenore del coro Ermes Nizzardo (Bruno), sostituto dell’ultim’ora dell’indisposto Enrico Basso.
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