L'ANALISI
08 Novembre 2025 - 13:07
Pier Paolo Pasolini. A fianco, Alessandro Zontini, Andrea Virgilio e Giulio Solzi Gaboardi
CREMONA - È stato troppo, Pier Paolo Pasolini. Troppo libero già allora in quell’Italia post bellica snaturata dalle sue radici rurali e travolta dalla modernità. Troppo sganciato dalle dinamiche politico-partitiche e impossibile da catalogare anche per una versatilità creativa, artistica e intellettuale che lo ha visto scrittore, poeta, polemista, regista e pittore. E poi quella morte - nella notte tra il primo e il 2 novembre 1975 - tanto crudele e tragica da sopraffare a volte il Pasolini vivo.
Icona o reietto: è troppo controverso e contraddittorio, Pasolini per lasciare - ancora oggi - indifferenti. «Ci sono molti modi per ricordare Pier Paolo Pasolini a cinquant’anni dalla morte, quello che pensiamo sia sbagliato è celebrarne il mito»: lo ha sottolineato Giulio Solzi Gaboardi, presidente della Società dei Militi, presentando il Pasolini Festival Cremona.
Tre giorni intensi di incontri e confronti, che culmineranno con un concorso di poesia per under 35 e passeranno anche per un ‘processo’ all’autore di Ragazzi di vita. Al programma centrale si aggiungono gli appuntamenti del Fuorifestival e i momenti organizzati al Ponchielli. Un festival necessario, tanto più che Pasolini ha vissuto per un breve periodo a Cremona: solo un paio d’anni, in effetti, ma «nell’età illusa» - nella definizione di Eugenio Montale - quando l’infanzia lascia il passo all’adolescenza, e quindi all’idea dell’adulto che si diventerà.
«Pasolini è un nostro concittadino», ha ribadito Solzi Gaboardi, che nei giorni scorsi insieme ai Militi ha chiesto ufficialmente al sindaco Andrea Virgilio il conferimento della cittadinanza onoraria all’intellettuale. «Lo sguardo di Pasolini - ha sottolineato proprio Virgilio - ha accompagnato un periodo delicatissimo di transizione sociale, economica e antropologica del nostro Paese. È riuscito a non farsi imbrigliare nelle sovrastrutture ideologiche che hanno segnato quella fase. Tra le tante cose che ancora adesso lo rendono una figura presente e attualissima, ricordo la sua lettura del rapporto tra il centro e le periferie, la sua attenzione ai margini. E poi il rapporto con il potere da lui indagato con estrema libertà. Mi piace ricordare inoltre il valore che Pasolini dava alla parola, alla sua potenza e insieme alla sua delicatezza. Purtroppo, oggi, noi abusiamo troppo spesso delle parole».
Alessandro Zontini, presidente della Società Filodrammatica che mette a disposizione del festival la sede ma anche la sua passione e la sua competenza, è un fiume in piena. Di Pasolini ricorda il pensiero fuori dagli schemi, gli attacchi da sinistra e da destra, e gli amori da parte di sinistra e di destra. Di formazione cattolica, marxista, un po’ in odor di socialismo, conservatore al limite del reazionario.
«Abbiamo perso prima di tutto un poeta. E poeti non ce ne sono tanti nel mondo, ne nascono tre o quattro soltanto in un secolo. Quando sarà finito questo secolo, Pasolini sarà tra i pochissimi che conteranno come poeti», aveva detto Alberto Moravia ai funerali dell’amico Pier Paolo, ricorda Zontini.
E poeta «un colosso del Novecento» era anche Ezra Pound. Pasolini marxista (il suo rapporto con il Partito comunista è stato sempre tormentato), Pound «un fascista che aveva appoggiato l’asse Roma-Berlino-Tokyo - sottolinea Zontini -, eppure Pasolini volle a tutti i costi intervistare Pound per la Rai. È stato un incontro tra due super colossi della poesia di tutti i tempi». Proprio la poesia - la parola - e il volto scavato accomunano questi due uomini che per il resto sono divisi da tutto. Eppure entrambi a loro modo profeti, entrambi figli di un mondo arcaico destinato dolorosamente a scomparire.
Zontini, che nel 2023 a Pasolini ha dedicato una mostra curata con Mauro Carrera, ricorda inoltre gli infiniti processi subiti da Pier Paolo. Oscenità, offesa al comune senso della morale e del pudore, vilipendio alla religione di Stato, atti osceni e corruzione di minori, addirittura una tentata rapina a un benzinaio del Circeo: centinaia di udienze, condanne trasformate in assoluzioni oppure amnistiate e seguite con enfasi e attenzione parossistica dalla stampa. Perché ogni volta era un processo a Pasolini, l’intellettuale scomodo che si permetteva di accusare il potere politico scrivendo: «Io so».
Le sue opere, film e romanzi, finiscono sempre sotto sequestro, subiscono tagli e censure. «Possiamo dire che fosse in buona compagnia - sottolinea Zontini -. In quegli stessi anni sono stati censurati anche Bellocchio, Zavattini e Tinto Brass. Nella Trilogia della vita (Decameron, I racconti di Canterbury e Il fiore delle Mille e una notte, ndr), per esempio, Pasolini ha mostrato i primi nudi integrali maschili ed è stato censurato. Incredibile a pensarci, visto che siamo figli della cultura greco-romana in cui il nudo maschile era la norma».
Finiscono nel mirino dei pretori le opere di Pasolini, ma è messa in discussione — sempre e comunque — la sua omosessualità. Quella di Pasolini non è più l’Italia fascista in cui gli omosessuali finivano in carcere o al confino, ma un orientamento affettivo non conforme è da tenere nascosto, è una condizione riprovevole e inaccettabile in una società profondamente bigotta. Figlio di ieri, figlio di oggi: Pasolini continua a sorprenderci e a interrogarci.
«Quando si dice che Pasolini è stato un profeta — ribadisce Solzi Gaboardi — non vogliamo mitizzarlo. Pasolini è anche uno che ha commesso molti errori, ma ci sorprende sempre il suo slancio vitalistico. Nella sua ultima poesia, Pasolini scrive: ‘Difendi, conserva, prega’. Ricorda la citazione di Gustav Mahler: ‘tradizione non è venerare le ceneri ma custodire il fuoco’. Pasolini aveva capito molto in anticipo che il conformismo e la banalizzazione sarebbero stati i mali del nostro tempo. Vorremmo che questo festival, pensato da giovani e rivolto soprattutto ai giovani, non si fermi in superficie».
Copyright La Provincia di Cremona © 2012 Tutti i diritti riservati
P.Iva 00111740197 - via delle Industrie, 2 - 26100 Cremona
Testata registrata presso il Tribunale di Cremona n. 469 - 23/02/2012
Server Provider: OVH s.r.l. Capo redattore responsabile: Paolo Gualandris