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Marco Masini emoziona il Ponchielli: un viaggio tra ricordi, note e nuove speranze

Dopo tre anni il cantautore torna sul palco con il tour 'Ci vorrebbe ancora il mare', intrecciando successi storici e brani più recenti in un racconto che unisce generazioni diverse, tra malinconia, ironia e voglia di rinascita

Luca Muchetti

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30 Ottobre 2025 - 08:34

Marco Masini emoziona il Ponchielli: un viaggio tra ricordi, note e nuove speranze

CREMONA - «Questa è la seconda data del nuovo tour teatrale e questo teatro è qualcosa di meraviglioso, un palcoscenico storico e importante, una città bella e importante. Con una squadra importante diciamocelo… voi sì che l’avete. Anche noi un giorno l’avremo!»

Marco Masini scherza subito nel segno del calcio prima di iniziare un concerto con tante canzoni e poche parole fra un brano e l’altro. È un dialogo che continua ormai da decenni quello fra Masini e il suo pubblico, ieri sera di nuovo accorso in massa fra platea e palchetti del teatro Ponchielli, a tre anni di distanza dal suo ultimo concerto in città.

Iniziato con Allora ciao, Leggero, Spostato di un secondo, il concerto quasi subito regala salti nel passato con Ti vorrei, Caro babbo, Cenerentola innamorata.

Ci vorrebbe ancora il mare è il titolo di questo tour che riannoda i fili di una storia lunga e appassionata, iniziata nel 1990, fatta di grandi successi ma anche di qualche periodo di crisi personale e artistica.

Cadute dalle quali Masini si è sempre ripreso, forte della passione per la musica, e che nel lungo periodo non hanno fatto altro che rinsaldare il rapporto con un pubblico letteralmente cresciuto insieme alle canzoni dell’autore toscano.

«Ai miei concerti vedo pubblico di tante età diverse: babbi con i figli, amici dei figli e persino qualche nipotino, e quando me ne rendo conto mi emoziona pensare come la musica venga tramandata e condivisa tra generazioni. Quando i genitori vengono in camerino con i bambini a cui hanno trasmesso l’amore per le canzoni è un regalo bellissimo per me», conferma il cantante.

Al Ponchielli, dove Masini si esibì anche a inizio anni Novanta, all’apice della sua prima metà di carriera, ieri sera si sono ascoltati tanti classici della carriera del cantante fiorentino come Disperato, Il niente, Le ragazze serie, T’innamorerai, Bella stronza, Vaffanculo e Ci vorrebbe il mare, fino ai capitoli più recenti, quelli dell’album 10 Amori, un disco dedicato all’amore inteso come concetto universale, «quello che unisce una coppia ma anche quello di un genitore verso un figlio, quello per sé stessi, per un animale domestico, quei legami che rimangono per sempre addosso e ci fanno ancora sperare in un domani migliore».

Accompagnato da una band numerosa e sintonizzata sulle frequenze più classiche del pop all’italiana, Masini di tanto in tanto rimane quasi da solo sul palco, per cantare e suonare quel pianoforte che da sempre rappresenta il marchio di fabbrica di tante delle sue canzoni.

Ovvero amori disperati, malinconie e travagli esistenziali in canzoni che il teatro canta da cima a fondo e che rappresentano, per tanti, la colonna sonora di una vita, cambiano colori e punti di vista nelle stagioni diverse di Marco Masini, dagli esordi di ragazzo a cantante maturo e di lungo corso: lo stesso percorso di buona parte di un pubblico fedelissimo, che non ha mai smesso di vedere Masini come un compagno di viaggio altrettanto leale.

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