L'ANALISI
11 Settembre 2025 - 09:04
Francesco Antonio Mondini con Lele Vannoli e Francesca Romana Massaro
CREMONA - Quando il 30 marzo 2013, Franco Califano è scomparso all’età di 74 anni, lui non ne aveva ancora 19. Ma le canzoni di ‘Er Califfo’ le ha ascoltate ancor prima di nascere, nel ‘pancione’ di mamma Maria Angela. Papà Giacomo era un fan. «Nei lunghi viaggi dei miei per il mare, il papà metteva le ‘cassettine’».
Francesco Antonio Mondini, cresciuto a Corte de’ Cortesi con Cignone, oggi va per i 31 anni. Ha firmato il docufilm ‘Nun ve trattengo’, regista e sceneggiatore con Francesca Romana Massaro. Un omaggio al mai dimenticato cantautore romano interpretato da Lele Vannoli. Un racconto corale attraverso la testimonianza di amici e colleghi dell’uomo, del personaggio, dell’artista e della sua Roma. Un anno fa, il docufilm è stato presentato, in anteprima, alla Festa del Cinema di Roma 2024, nella sezione ‘Freestyle’. E sempre un anno fa, era nella sezione degli ultimi 15 del Nastro d’Argento. Quindici giorni fa, al Trapani Film Festival. Adesso, è stato proiettato in più di cento sale italiane: una tre giorni che si è chiusa ieri sera. «È andata molto bene. Sono molto contento di questo risultato». Un successo di pubblico. E «personale». Anche perché essere regista a 30 anni «non è scontato; è un grande orgoglio per me».
Dall’età di 19 anni, «ho sempre amato i cantautori»: da Battisti a Califano, appunto. ‘Tutto il resto è noia’, ‘Minuetto’, ‘La mia libertà’. Ma è ‘L’ultimo amico va via’, la canzone preferita di Francesco. «È una grande canzone, mi rispecchia molto. Parla di questo amico che si va a sposare. ‘Ogni cosa se ne va, finisce er ciclo de ‘n’età...’ Rispecchia anche la piccola realtà di Corte de’ Cortesi, cioè che le cose dall’infanzia, nel giro di pochi anni, cambiano molto». Cresciuto a Corte de’ Cortesi a pane e film in videocassette («Almeno mille ce n’erano in casa, ho spaziato tanto»), maturità al liceo Anguissola, Francesco, 21enne, si è laureato, all’Università Cattolica di Brescia, Facoltà di Scienze e tecnologie delle arti, dei media e dello spettacolo. Poi, ha ‘lavoricchiato’. «Qualche piccolo video, consegnavo le pizze, ho fatto un po’ di tutto».
Roma era il suo sogno. Non ancora 25enne, Francesco ha passato due selezioni: al Centro sperimentale di Cinematografia, sede di Palermo, e all’Accademia nazionale di arte drammatica Silvia d’Amico, a Roma. Ha scelto Roma: master di primo livello in sceneggiatura e drammaturgia (un anno). «Io avevo già fatto un documentario sull’autismo: è stata un po’ la mia fortuna. Nel gennaio del 2020, l’ho presentata alla casa del Cinema di Roma. Era il mio prodotto ‘spendibile’, da mostrare. E da lì...». Da lì, l’inizio della collaborazione con Francesca Romana Massaro. «È nata la passione che ci univa di Califano. C’è stata la possibilità di incontrare il suo mondo intimo: i migliori amici, i musicisti. Poi abbiamo trovato un primo produttore (Interlinea) e abbiamo iniziato le prime riprese. Nell’ottobre 2024, lo abbiamo presentato al Cinema di Roma. Poi, è subentrata un’altra casa di produzione (Illmatik). Lo abbiamo completato ed è uscito al cinema».
Torna alle sue radici, Francesco. E al suo film di laurea ‘Sarà parà’. «L’ho girato tutto a Corte de’ Cortesi, ma avvalendomi anche di altri cremonesi: c’era quello che studiava recitazione ed è venuto a recitare, l’altro che studiava musica e ha fatto la colonna sonora, quella che faceva costume e ha fatto i costumi». Il 25 giugno 2017, Francesco lo ha presentato al Cinema Filo. «Sarà parà è un film sul futuro, sul lavoro: affrontava tante tematiche». Poi, è arrivata la passione per i documentari. «Il primo che ho fatto, era sulla transizione di genere, in tempi non sospetti: ho iniziato le riprese nel 2015». Sui futuri progetti, «no comment per scaramanzia», ma la sua strada è segnata: film documentari d’autore.
Regista preferito: Bernardo Bertolucci. «Per Novecento, film legato al territorio. Peraltro, avevo avuto modo di avere una piccola corrispondenza con lui. Dovevamo incontraci. Purtroppo, dopo poco è scomparso».
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