L'ANALISI
25 Luglio 2025 - 12:21
L’esterno della chiesa di San Marcellino, al centro un concerto e a destra un sopralluogo degli studenti del Politecnico di Milano
CREMONA - Non solo i palazzi Stanga Trecco a Cremona e Zucchi Falcina a Soresina e gli Ex Stalloni di Crema: attraverso il bando degli Emblematici Maggiori, Fondazione Cariplo finanzierà anche il recupero e la valorizzazione di San Marcellino. Il progetto - presentato dalla parrocchia dei Santi Giacomo e Agostino in partenariato con il Comune di Cremona, la Diocesi, la Fondazione Teatro Amilcare Ponchielli e il Politecnico di Milano - riceverà il massimo contributo che può essere concesso, pari a 2milioni e 200mila euro.
L’iter progettuale è partito nel 2021, coinvolgendo 46 studenti provenienti da tutto il mondo del corso Architectural Preservation Studio del Politecnico. Sono previsti interventi strutturali e impiantistici, ma il cuore del progetto è la creazione di un auditorium dedicato in particolare alla musica barocca e destinato ad accogliere stabilmente gli appuntamenti del Monteverdi Festival. La rassegna organizzata dal Ponchielli già dalla fine degli anni Novanta è di casa in San Marcellino, la chiesa dei Gesuiti, edificata nei primi anni del XVII secolo in piena età barocca.
Questo nuovo spazio per la musica potrà ospitare anche conferenze e convegni, trasformandosi in un nuovo polo culturale nel pieno rispetto della sacralità del luogo. L’accordo tra la Parrocchia e il Comune prevede il comodato d’uso gratuito della chiesa per trent’anni, in cambio del cofinanziamento comunale e della gestione della manutenzione ordinaria dello spazio. Il Comune contribuirà con 750mila euro in tre anni (150mila euro nel 2025, 300mila nel 2026 e 300mila nel 2027), garantendo così la sostenibilità economica dell’intervento.
«Il sostegno di Fondazione Cariplo rappresenta un risultato straordinario per Cremona – hanno dichiarato il sindaco Andrea Virgilio, l’assessore alla Cultura Rodolfo Bona e l’assessore al Turismo Luca Burgazzi. È un investimento non solo economico, ma di sistema: la conferma di una visione condivisa tra istituzioni pubbliche, religiose, accademiche e culturali, che unisce tradizione e futuro, spiritualità e cultura. La città guadagna un nuovo spazio identitario, che consentirà di valorizzare la nostra offerta culturale e di consolidare il prestigio e l’importanza del Monteverdi Festival in una sede suggestiva di assoluta eccellenza». Il progetto esecutivo e la formalizzazione del partenariato saranno presentati entro ottobre. Fondazione Cariplo attiverà, nel frattempo, un servizio di assistenza tecnica esterna per supportare le verifiche di cantierabilità e copertura economico-finanziaria.
Il progetto Il culto della musica al centro della città, ricorda don Gianluca Gaiardi, incaricato per i Beni Culturali e l’edilizia di culto della Diocesi di Cremona, «parte da lontano, a seguito di una profonda riflessione sul senso del riuso che vogliamo dare a questi spazi. Non si tratta di semplice cambio di destinazione, ma di un atto di rispetto e riconoscenza verso la natura sacra di questo luogo, che si sta realizzando nel migliore dei modi: attraverso il dialogo e il confronto aperto con la società civile e con il mondo della cultura, nell’intenzione di restituire a quei luoghi una forma di ‘presenza’ pur nella diversità della funzione».
«Per la comunità parrocchiale - sottolinea il parroco don Irvano Maglia - non si tratta di cedere un bene prezioso ricevuto dalla tradizione, ma di individuare un percorso per la sua valorizzazione. Da tempo ormai nella chiesa non si svolgono celebrazioni liturgiche, data la vicinanza alla chiesa parrocchiale di Sant’Agostino e alla chiesa del patrono Sant’Omobono. Così, con il passare delle generazioni è sempre più esposta al rischio di deperire non solo dal punto di vista strutturale, ma anche nel riconoscimento da parte della città del valore religioso e di generazione di cultura che storicamente ha caratterizzato questo edificio».
«La musica - dice Andrea Nocerino, sovrintendente del Ponchielli - è esperienza cosciente che si compie nel fluire del tempo e nello spazio acustico: una lezione fondamentale di Sergiu Celibidache, che ha dedicato la sua vita a esplorare il carattere irripetibile del fenomeno percettivo, situandolo nel contesto e nel suo sviluppo metrico. In questa prospettiva, la chiesa di San Marcellino non sarà solo un contenitore architettonico, ma uno strumento acustico che trasformerà ogni esecuzione in un evento unico, incarnato nello spazio e nella coscienza dello spettatore».
Angelo Landi e Fabio Antonacci del Politecnico ricordano che il coinvolgimento dell’università «valorizza il ruolo che il mondo accademico può giocare per il benessere della società: i due dipartimenti coinvolti (Dipartimento di Architettura e Studi Urbani e Dipartimento di Elettronica, Informazione e Bioingegneria) supporteranno infatti le fasi di progetto e di cantiere per individuare nuove prospettive di ricerca tra le istanze di tutela della chiesa e l’adeguamento acustico dell’auditorium. La chiesa sarà anche un luogo di formazione per gli studenti dell’ateneo che, a vari livelli, potranno confrontarsi con le esigenze concrete della città, un investimento anche sulle future generazioni».
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