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MONTEVERDI FESTIVAL 2025

«Il ‘gesto’ di Jordi Savall è un morbido abbraccio»

Il soprano cremonese Anna Piroli tra le voci soliste del Vespro: «Per il divin Claudio un amore inestinguibile»

Giulio Solzi Gaboardi

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redazione@laprovinciacr.it

09 Giugno 2025 - 12:14

«Il ‘gesto’ di Jordi Savall è un morbido abbraccio»

Anna Piroli. A destra il soprano cremonese nel duetto femminile di Pulchra est diretta dal maestro Jordi Savall (FotoLive/Leonardo Calvi

CREMONA - Conclusi gli otto minuti di applausi e la standing ovation al termine del Vespro della Beata Vergine diretto da Jordi Savall, l’altra sera a San Marcellino, Anna Piroli è circondata da amici e parenti, in un mare di abbracci e di commozione. Gli occhi le brillano. Diplomata in Canto al Conservatorio Verdi di Milano, nel 2022 ha vinto il primo premio al Concorso di Musica Sacra San Colombano di Piacenza, ha collaborato con importanti teatri e festival musicali internazionali, e il suo disco d’esordio, dal titolo Affetti canori, su cantate inedite di Giovanni Battista Bassani, è uscito nel 2022 per Dynamic. Cremonese classe ‘89, Piroli era tra i solisti della Capella Reial de Catalunya diretta dal grande maestro catalano che nel pomeriggio di sabato hanno incantato il pubblico del Monteverdi Festival con un’esecuzione del Vespro che rimarrà incisa nella storia del Festival.

«Una persona estremamente gentile e carismatica — così Piroli descrive il maestro Savall — con un’idea molto chiara di ciò che vuole ottenere dall’esecuzione di Monteverdi. Esigente ma capace di grande respiro collettivo. Anche il suo gesto sembra un grande abbraccio: un gesto morbido che raccoglie tutti noi esecutori».

L’audizione per il coro della Capella Reial risale al 2022. Al tempo Piroli lavorava stabilmente in Francia. «Non mi avrebbero dato permessi e temevo che Savall non mi avrebbe richiamato. Mi sono buttata», racconta. Si trova così a cantare nel coro professionale della Capella il Requiem di Mozart. Poi nel giugno dello stesso anno partecipa al progetto con Hespèrion XXI da solista con Jordi che suonava al suo fianco. Dalla paura di esporsi che l’aveva portata a scegliere una ‘strada sicura’ nel coro francese al raggiungimento di una realizzazione artistica e umana che vede nell’ensemble catalano un’oasi felice di musica e crescita personale.

«Da quando ho iniziato a lavorare con Jordi Savall — continua — ho imparato che è più importante sentirsi davvero coinvolti in ciò che si esegue che curarsi di qualche errore. Si può sbagliare. L’obiettivo non è solo eseguire bene ciò che mi viene richiesto, ma prendermi il rischio e mettere tutta me stessa nell’esecuzione». Monteverdi, poi, per una cremonese innamorata della musica antica, non può che essere il porto di partenza e l’approdo al contempo. «Ho cantato i primi pezzi di Monteverdi a Cremona da ragazza — prosegue Piroli —. Non avevo mai cantato al Festival e per me riuscirci è un sogno. Gli interpreti di musica antica si innamorano veramente di Monteverdi. La prima volta che sono stata sulla tomba di Monteverdi, ai Frari, a Venezia, ho sentito un’aurea di rispetto, un sentimento di commozione. Un giorno, Monteverdi è entrato nella mia vita e mi sono innamorata». Quegli amori fulminei, profondi, inestinguibili. Di fronte alla monumentale architettura luminosa del Vespro della Beata Vergine, del resto, non ci si può non innamorare perdutamente. La laurea triennale in Lettere, poi la specializzazione nella musica novecentesca. Infine, la resa: il cuore la portava all’antico, al barocco, a Monteverdi: «La rivoluzione di Monteverdi sulla parola è straordinaria — spiega infatti Piroli —. Non è solo musica ma è poesia autentica. Nigra sum e Pulchra est superano la musica sacra tradizionale e diventano madrigali spirituali incentrati sulla parola, sulla scia di quella che sarà, trent’anni dopo, la Selva morale e spirituale. Quella del Vespro è una partitura complessa ma anche molto emotiva. Una rivoluzione della parola simile a quella di Maria Callas».

E sul lavoro con Savall aggiunge un aneddoto e una prospettiva: «L’altro giorno, in prova, il maestro Savall ha ricordato che esegue il Vespro da 45 anni. Per tutti noi è un esempio di riscoperta della musica attraverso la ricerca attiva».

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