L'ANALISI
29 Maggio 2025 - 08:55
CREMONA - Camaleontica e anti-militarista, Petra Magoni è tornata in città ieri sera con il nuovo spettacolo intitolato Subversion, un viaggio musicale fra rock e classica in cui la voce di Magoni viene abbracciata dall’Arké String Quartet, quartetto composto da Carlo Cantini al violino elettrico, Valentino Corvino al violino, oud ed elettronica, Matteo del Soldà alla viola e Stefano Dall’Ora al contrabbasso. Revolution dei Beatles, Il disertore, nella versione italiana della canzone di Boris Vian, aprono la serata insieme con Sympathy for the devil dei Rolling Stones, a lanciare un fermo messaggio contro la guerra.
Un battesimo rock e d’autore al tempo stesso per anticipare derive sperimentali dalle parti di John Cage subito dopo. Sono tanti gli anti-conformisti citati - in musica prima di tutto, ma anche con la lettura di frasi e dichiarazioni più o meno celebri - nel corso della serata, come Frank Zappa e poi la Nina Simone di Forum Women, don Andrea Gallo e Fabrizio De André con Cantico dei drogati e ancora John Lennon e La ballata di Sacco e Vanzetti di Morricone e Baez.
La sovversione evocata nel titolo di questo nuovo spettacolo, che tanto ha di teatrale quanto di musicale in più di un passaggio, è artistica, politica ed esistenziale contemporaneamente, un promemoria si quanto la musica sia stata e sia ancora oggi, volendo, anche motore di trasformazione sociale. Quello di ieri sera è solo uno degli innumerevoli giochi musicali che la cantante pisana ha portato in scena dagli anni Novanta a oggi, decadi nel corso delle quali una passione totalizzante per le sette note ha reso Magoni una artista difficilmente collocabile in modo univoco all’interno di un filone o di un genere.
Quasi punk nell’estetica e nell’approccio sanguigno, ma colta a tal punto da trovare nel jazz vari collegamenti con la classica, Petra Magoni è una scheggia impazzita che - pure essendo passata anche da Sanremo - ‘pop’ si può definire, forse, solo per la straordinaria capacità di arrivare a qualsiasi tipo di pubblico si trovi di fronte. Ne è buona testimonianza l’estrema eterogeneità della platea che anche ieri sera si è ritrovata nella sala da concerti di piazza Marconi.
Nel corso della sua carriera, Magoni ha collaborato con numerosi artisti italiani e internazionali, tra cui Al Jarreau, Morgan, Massimo Ranieri, Stefano Bollani, Mario Biondi, Peppe Servillo, Paolo Benvegnù e tanti altri. Dal 2003, ha formato il duo Musica Nuda con il contrabbassista Ferruccio Spinetti. Note biografiche e incroci artistici che molto rivelano della concezione onnicomprensiva e nomade da sempre marchio di fabbrica dela cantante.
Il concerto di ieri è il terzo di CremonaJazz 2025 dopo Al Di Meola e Ana Carla Maza. Per questa decima edizione il direttore artistico Roberto Codazzi ha voluto accostare nomi storici e che hanno in passato già calcato il palco dell’auditorium del Museo del Violino a qualche nuova proposta.
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