L'ANALISI
12 Marzo 2025 - 13:26
CREMONA - Torna l'appuntamento con #DIRITTODICRITICA, l'iniziativa organizzata dal giornale La Provincia e da Fondazione Teatro Amilcare Ponchielli, che offre agli studenti delle scuole cremonesi la possibilità di esprimere il loro giudizio motivato e argomentato sugli spettacoli in cartellone al Ponchielli. Protagonista di questo appuntamento è 'La pulce nell'orecchio'.
FRANZOSI SARA – 3 LICEO CLASSICO MANIN
Giovedì 27 febbraio, Teatro Ponchielli di Cremona è andato in scena lo spettacolo “La pulce nell’orecchio”. Ad accogliere gli spettatori subito una scenografia particolare, definibile geometrica, incastonata in una stanza rotante. Il brillante adattamento dell’omonima commedia di Feydeau di Tindaro Granata e Carmelo Rifici e l’attenta regia di quest’ultimo sono animati dagli attori della compagnia LAC di Lugano. Pur rispettando l’andamento originale della narrazione, la proposta di Carmelo Rifici mette in evidenza l’aspetto ironico, esagerato, quasi esuberante, della commedia di Feydeau.
La storia ruota attorno a Raimonda, una moglie che sospetta che il marito, Vittorio Emanuele, un assicuratore, la tradisca. Il suo dubbio nasce quando trova delle bretelle simili a quelle del marito in un hotel misterioso vicino a Parigi. Convinta del tradimento, decide di metterlo alla prova con l'aiuto dell'amica Luciana, inviandogli una lettera d'amore anonima, profumata e appassionata, fissando un incontro nello stesso hotel. Tuttavia, Vittorio Emanuele, credendo che la lettera sia per il suo migliore amico Tornello, gliela consegna senza sospetti. Da qui nasce una serie di equivoci che porteranno tutti i personaggi nell'hotel, dove travestimenti, alibi improvvisati e situazioni inaspettate creeranno una rete di misteri e malintesi, fino alla risoluzione finale.
Il pubblico è entusiasta della rappresentazione, scroscianti sono gli applausi al termine della commedia, durante la quale le risate e il coinvolgimento del pubblico non sono mancati. “La pulce nell’orecchio” è il simbolo della comicità incastrata perfettamente nella tortuosità degli avvenimenti, nell’“ordinata” confusione delle scene e del linguaggio, specialmente nel modo di parlare dei personaggi. Obiettivo ultimo del regista è la sottolineatura del “ridicolo” umano, dell’assurdità dei suoi comportamenti e di un’eccessiva drammaticità che sfocia nel buffo, aspetti messi in risalto dagli sgargianti costumi, dall’inusuale scenografia e dal preciso accompagnamento musicale.
Con energia contagiosa, la compagnia offre un’interpretazione brillante che invita a riflettere sulla linea tra l’assurdo e il reale. Una serata teatrale dove le imperfezioni umane trovano il loro palcoscenico ideale.
LODIGIANI SARA- 2 LICEO SCIENTIFICO ASELLI
A riempire di risate il Teatro Ponchielli lo scorso giovedì 27 Febbraio è stato un arzillo gruppo di abili attori che ha portato in scena un esilarante adattamento dell’omonima commedia “La Pulce nell’orecchio” di Feydeau.
La vicenda, narrata in maniera ineccepibile, racconta di quanto dalla non comunicazione possano nascere incomprensioni e danni; Raimonda, impeccabilmente interpretata da Marta Malvestiti, fa scaturire fraintendimenti tra tutti gli amici e persino tra la servitù.
Rifici e Granata hanno correttamente innalzato le figure femminili, conferendo loro un’importanza maggiore rispetto a quella che concesse Feydeau, rendendole le vere e proprie filatrici della storia. I due drammaturgi hanno anche valorizzato le abilità canore e musicali di ciascun personaggio, come nel caso di Tiburzi Emilia, la tuttofare dell’hotel Feydeau, noto per i suoi particolari clienti, che ha spiccato per la sua bravura nel canto, permettendole di ottenere attenzione e apprezzamento. Nessun personaggio ha mai avuto un momento di pausa, coloro che non erano attivamente presenti nella scena si occupavano di musica ed effetti sonori. L’aiuto reciproco è stato la base di questo spettacolo, è stato ciò che ha permesso l’ottimale riuscita della rappresentazione.
Il completo cast ha dimostrato un’energia continua che, nonostante le due ore e venti minuti di spettacolo, sembrava ancora infinita; gli attori hanno saputo rendere il tutto frizzante e giocoso, facendo così passare il tempo velocemente.
La scena, costituita solo da blocchi di diverse dimensioni di gommapiuma, ha creato un playground spiritoso e velocemente modificabile; senza dunque necessitare di grandi costruzioni lo spettacolo è stato reso unico e indimenticabile.
Unico neo sono stati i costumi, in particolare quello riservato a Carlotta Viscovo, che interpretava Olimpia Carcassa. La donna è stata infatti abbigliata con vestiti non adatti al suo corpo, i costumisti non sono stati in grado di valorizzare le sue forme, privandola dunque di carattere.
Il pubblico è stato catturato dalla bravura di tutti gli attori; sorrisi e risate sono state le parole chiave della serata. A coronare il tutto un fortissimo applauso conclusivo che ha gratificato gli abilissimi attori.
MAROLI GIORGIA - 3 C LICEO CLASSICO MANIN
“La pulce nell’orecchio”, commedia di Feydea, diretta da Carmelo Rifici è una prova di maestria registica che fonde in modo brillante la tradizione del teatro francese con un’interpretazione freschissima e dinamica. La vicenda ruota attorno a una serie di equivoci, gelosie e travestimenti. Una signora altolocata Raimonda, sospettando il tradimento del marito Vittorio Emanuele, decide di indagare. Fa scrivere una lettera rivolta al coniuge alla sua migliore amica Luciana come se a scriverla fosse stata una potenziale amante che lo invita in un albergo particolare. A questo appuntamento però si presenterà Raimonda per coglierlo sul fatto. Da qui in poi si innescano una serie di equivoci, scambi di identità e situazioni paradossali che coinvolgono diversi personaggi dal marito geloso al personale dell’albergo. Tutti fuggono e si inseguono, tentando disperatamente di salvare le apparenze., La commedia offre spunti per una riflessione profonda come l’inganno, la gelosia, i desideri repressi e la fragilità delle apparenze. I personaggi sono vivi e ricchi di difetti, pregi e segreti. Se in apparenza sembrano essere stereotipati nel corso della vicenda si rivelano avere diverse sfumature psicologiche che li rendono interessanti. Il ritmo è incalzante, facilitato da una scenografia composta da grandi cubi di gommapiuma che gli attori spostano e su cui rimbalzano. C’è una qualcosa di infantile in tutto questo. A fare da commentatore interno è uno dei personaggi, Camillo il quale ha un difetto di pronuncia che viene risolto da una protesi d’acciacco. La capacità di parlare corrisponde metaforicamente alla perdita dell’innocenza. Lo smarrirsi della protesi scandisce il succedersi delle vicende che alternano momenti di vendetta per gelosia a un vorticoso susseguirsi di allegria e risate.
PREMI CATERINA – 1 LICEO SCIENTIFICO ASELLI
Mercoledì 27 febbraio, sul palco del teatro Ponchielli, Carmelo Rifici ha proposto al pubblico il rielaborato vaudeville di Georges Feydeau: "La pulce nell'orecchio". Con il termine "vaudeville", che ha origine nella Francia del Settecento, si indica l'aggiunta di brani musicali alla prosa della commedia. Non mancano infatti le scene affidate all'abile gruppo di attori, dove questi arricchiscono la rappresentazione con mimica, coreografie ed esibizioni canore che inducono gli spettatori a canticchiare le melodie, riportando alla cultura degli anni '80, riecheggiando Cyndi Lauper o le iconiche movenze di Michael Jackson.
Si tratta di una commedia i cui ingredienti principali sono la follia d'amore e l'equivoco, provocato dalla diversità dei caratteri dei personaggi, del loro modo di esprimersi e comunicare reciprocamente. L'espediente narrativo da cui scaturisce l'avvicendarsi degli eventi è il ritrovamento di un paio di bretelle da parte di Raimonda (Marta Malvestiti), alla quale viene messa una "pulce nell'orecchio", e inizia a sospettare della fedeltà del marito Vittorio Emanuele (Christian La Rosa).
Tra i diversi personaggi vi è Camillo (Tindaro Granata), che presenta quello che viene detto "un difetto congenito": non è in grado di pronunciare le consonanti, rendendo difficile la conversazione con gli altri. Tuttavia, non nega il dialogo con gli spettatori, fungendo così da trait d’union: riporta scene comiche e chiede aiuto per pronunciare le parole che egli non è in grado di dire.
Inoltre, un ruolo fondamentale assumono lo spazio e l'illuminazione, ma soprattutto i colori: la scena si apre con delle luci soffuse, che pian piano fanno prendere vita ai blocchi colorati in gommapiuma creati dallo scenografo cremonese Guido Buganza, i quali rappresentano ora la dimora dei coniugi Chandebise e, in seguito, le stanze dell'equivoco Hotel Feydeau.
La noia durante la visione dello spettacolo non è contemplata: i cambi di scena sono animati da un palco girevole, che è luogo ora di inseguimenti, ora diviene una sorta di "pista da ballo", dove gli attori si muovono accentuando il carattere e il ruolo dei personaggi da loro interpretati.
Terminato lo spettacolo, gli applausi riecheggiano di fronte agli attori che si inchinano rivolti alla platea, corrono tra i cubi colorati e ritornano al pubblico, mentre già in platea serpeggiano i commenti entusiasti degli spettatori.
SEVERGNINI GIORGIO – 2 LICEO SCIENTIFICO ASELLI
Mercoledì si è tenuto al Ponchielli lo spettacolo di prosa “La pulce nell’orecchio”, riadattamento moderno dal testo del commediografo francese Georges Feydeau.
Un’esilarante commedia in stile vaudeville, che considera eventi e accadimenti della vita quotidiana mostrandoceli con la caricatura e l’esagerazione: ogni cosa in questa rappresentazione è basata sul gioco, sullo scherzo e sul movimento, con caratteristiche buffe e talvolta surreali.
La storia inizia quando una moglie gelosa trova delle bretelle nella sua stanza da letto e sospetta un tradimento da parte di suo marito; è a questo punto che ci si cala nel vivo della vicenda: i molteplici personaggi si ritrovano all’interno dell’hotel di lusso Feydeau, dove accadono cose impossibili, intrighi, arrivi improvvisi di sosia ed equivoci divertentissimi che ci fanno quasi pensare ad una “casa di matti”.
Ogni personaggio possiede un carattere differente dagli altri e ognuno mantiene sempre lo stesso nel corso di tutta la storia, ma tutti sono accomunati da quel pizzico di pazzia che rende leggera e al contempo esilarante la commedia: il buffo americano che parla un inglese italianizzato, la simpaticissima figura di Camillo, che può pronunciare solo le vocali poiché non possiede un palato, uno spagnolo dal nome interminabile che, impazzito, vorrebbe uccidere tutti, sono solo alcuni esempi della varietà di personalità e dei contrasti da esse generati durante tutta la vicenda.
La scenografia non è composta da mobili e arredamenti ottocenteschi, come nel testo originale, ma il regista Carmelo Rifici, coadiuvato dallo scenografo Guido Buganza, ha preferito fabbricare dei grossi e colorati cubi di gomma piuma, che, continuamente spostati e mossi dagli attori stessi, costituivano la scenografia con il solo aiuto della nostra immaginazione: il testo di Feydeau è infatti tanto universale che anche togliendo il tempo alla scena e ai costumi, la commedia rimane tale.
Gli attori hanno eseguito le loro parti in modo magistrale e hanno anche affiancato alla recitazione momenti di canto e ballo e alcuni strumenti musicali che producevano effetti sonori in tempo reale, il tutto dava un’ulteriore spinta di allegria e vivacità alla commedia, con una coordinazione tra movimento e suono davvero affascinante e spassosa.
In conclusione, questo modo comico di presentare la realtà serve a far riflettere, divertendo, sul gioco messo in scena, che è il gioco della vita.
TORRESANI CATERINA - 3 LICEO SCIENTIFICO ASELLI
Nonostante siano passati più di cento anni dalla prima messa in scena de “La pulce nell’orecchio”, uno dei capolavori della commedia francese, l’opera continua a catturare il pubblico. Ciò è avvenuto anche ieri sera, 27 febbraio, al teatro Ponchielli di Cremona. Nelle commedie di Georges Feydeau, sofisticate e divertenti, sono frequenti i colpi di scena, le trovate comiche, i ritmi incalzanti e i personaggi unici, tipici del teatro comico. L’apparente commedia cela, però, una satira contro l’ipocrisia e i falsi moralismi della ricca borghesia francese.
Notevole è stato il lavoro del regista Carmelo Rifici, che ha ideato una scenografia, che ruota su stessa, composta da cubi di gommapiuma di diverse dimensioni che richiamano il mondo infantile: buffo, semplice e colorato. Ha, dunque, saputo mantenere l’essenza dell’epoca in cui è stata realizzata la commedia, adattandola, però, ai giorni nostri, a livello di scenografia e costumi. La scelta di utilizzare, inoltre, un inizio dello spettacolo a sipario aperto e una rottura della quarta parete, interagendo con il pubblico durante la messa in scena, ha fatto sentire il pubblico completamente immerso nella commedia e, forse, in grado di riconoscersi nella follia dei personaggi.
Non viene meno il duro lavoro della sua equipe di attori: i dodici artisti sono stati, infatti, capaci di mantenere un ritmo intenso che ha fatto trascorrere lietamente 2 ore e 20 minuti di spettacolo senza intervallo. I personaggi della commedia, inoltre, non si sono limitati solamente a recitare, ma hanno anche cantato, ballato, fatto acrobazie e suonato diversi strumenti, rendendo l’atmosfera maggiormente coinvolgente. L’opera non ha solo divertito gli spettatori, attraverso equivoci esilaranti e tradimenti amorosi, ma ci sono state anche scene basate sul romanticismo e su una estrema dolcezza, ad esempio i momenti intimi di riflessione della dolce coppia Camillo, Tindaro Granata, ed Elide, Giulia Di Renzi.
In definitiva, “La pulce nell’orecchio” ha dimostrato di essere rimasta un’opera che conserva ancora il suo fascino e che può far riflettere sulle dinamiche di coppia, sull’inganno e sulla follia, temi fondamentali della commedia.
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