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AL MUSEO DEL VIOLINO

'STRADIVARIfestival - Il Pianoforte' al via, Uri Caine apre la rassegna

Venerdì alle ore 17 in Sala Fiorini si terrà la tavola rotonda 'Il Pianoforte a Cremona'. Il concerto 'Bach... and forth' sabato alle 21 in Auditorium Giovanni Arvedi

La Provincia Redazione

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05 Febbraio 2025 - 13:06

'STRADIVARIfestival - Il Pianoforte' al via, Uri Caine apre la rassegna

CREMONA - Prende il via questo fine settimana 'STRADIVARIfestival – Il Pianoforte', la prima edizione della rassegna interamente dedicata allo strumento a tastiera che Museo del Violino e Unomedia promuovono con il sostegno di Fondazione Arvedi Buschini e MdV Friends. Venerdì alle ore 17 in Sala Fiorini del Museo del Violino si tiene la tavola rotonda 'Il Pianoforte a Cremona' con gli interventi di Marco Benazzi, Alberto Mattarozzi, Luciano Nazzari e Roberto Scaramuzza, ovvero i più significativi esponenti della storia recente dello strumento a martelli sotto il Torrazzo. Modera Roberto Codazzi. L'ingresso è libero.

Sabato alle 21 in Auditorium Giovanni Arvedi il concerto di Uri Caine, una delle personalità più originali e amate del panorama pianistico internazionale, artista capace di esplorare tutti i mondi e gli stili, da Bach alla musica di improvvisazione. 'Bach... and forth', non a caso, è il titolo del programma presentato dal famoso musicista e compositore statunitense. Un programma che non segue una scaletta predefinita. I biglietti per assistere al concerto sono in vendita presso la biglietteria del Museo del Violino e online su Vivaticket.

«URI CAINE, ENCICLOPEDIA CHE DIVIENE STRUMENTO»

Così il musicologo Giordano Montecchi spiega l'originale traiettoria artistica di di Uri Caine. «Se Bach sfogliava senza alcuna remora l’enciclopedia musicale del proprio tempo, l’omaggio di Uri Caine si traduce allora nel riavviare quella variazione senza fine, nel proiettare la forza unificante di quell’intuizione portentosa entro un orizzonte contemporaneo che dell’eterogeneità ha fatto la propria cifra e anche la propria ossessione. Uri Caine mette a disposizione la propria enciclopedia, anch’essa vastissima, e diviene strumento, innesco. È precisamente sul terreno dell’improvvisazione che sembra compiersi la triangolazione magica su cui si regge questa nuova sfida di Uri Caine. Traccia sublime di un pensiero ineguagliato, ma assolutamente impotente a restituirci de visu l’altra virtù per la quale Johann Sebastian Bach fu venerato quand’era in vita (le sue stupefacenti doti di improvvisatore), la scrittura bachiana è testimone qui di un incontro felice tra epoche diverse ma elettivamente affini».

«C’è una generazione nuova di musicisti che esplorando l’arte musicale del passato, sforzandosi di riportarne in vita la prassi esecutiva, ha preso coscienza di quanto sostanziale fosse l’arte dell’improvvisazione in un’epoca in cui la scrittura era ancora al servizio dell’interprete e non viceversa. E c’è un’altra generazione nuova di musicisti, che parlano la lingua del jazz, musica anch’essa ormai coi capelli bianchi, ma che lascia ai posteri un’eredità importantissima. Quel jazz che, nato in Occidente agli albori del XX secolo, da lingua subalterna che era, ha insegnato daccapo alla musica occidentale l’arte che essa aveva dimenticato, preparandola così a ulteriori appuntamenti decisivi».

«L’incontro, per esempio, con la fragrante, nuova immagine musicale del proprio passato, ma anche – e non ultimo – con tutte quelle musiche dotte e popolari che, ai quattro angoli del pianeta, si sono sempre conservate fedeli a un magistero improvvisativo vecchio di millenni. Quanto ci sia di ineluttabile in tutto ciò, in realtà è difficile dire. Ma che a coinvolgere Bach in questo turbine dell’invenzione sia un jazzista e compositore americano, formato alla severa disciplina dell’eclettismo, discepolo ideale di Glenn Gould come di Gustav Mahler, appassionato di prassi esecutiva barocca, interprete abituale di musica klezmer e avvezzo a lavorare con i dj, non stupisce affatto. Anzi, fa tornare molti conti».


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