L'ANALISI
IL LIUTAIO CANADESE TRAPIANTATO A CREMONA
21 Gennaio 2025 - 11:57
Bernard Neumann a Madrid e un violino intarsiato del Quartetto di Stradivari (©Xauxa)
CREMONA - Bernard Neumann, liutaio canadese da oltre quarant’anni trapiantato a Cremona, è il nuovo restauratore del Quartetto di strumenti intarsiati di Stradivari del Palazzo Reale di Madrid. Sono solo una decina al mondo gli strumenti intarsiati di Stradivari e, di questi, quattro appartengono al Patrimonio Nazionale spagnolo e sono gelosamente custoditi presso il Palazzo Reale. Un tesoro inestimabile, esposto per la curiosità di milioni di turisti, e anche suonato in occasioni speciali. Tuttavia non esce mai dalla Spagna e lo fa raramente anche dallo stesso palazzo. Quando nell’ottobre del 2011 al Museo Civico Ala Ponzone fu organizzata una mostra dedicata agli strumenti intarsiati di Stradivari ci si dovette accontentare delle fotografie del quartetto spagnolo. Si dice questo per evidenziare l’importanza che tali strumenti hanno dal punto di vista simbolico, oltre che liutario. Per monitorare lo stato di conservazione del quartetto è stato individuato un restauratore, destinato ad affiancare il conservatore degli strumenti musicali patrimonio nazionale e un tempo di proprietà della Corona di Spagna. A rivestire questo incarico è appunto Neumann, del laboratorio Carlson & Neumann.
«L’incarico è nominativo ed è arrivato a fine anno, dopo i primi contatti avviati ad aprile – spiega Neumann -. Il restauratore affianca il conservatore degli strumenti e interviene per valutare lo stato di conservazione».
Come sono arrivati a lei?
«Nell’imminenza della scadenza dell’incarico del restauratore precedente, che ha curato gli strumenti per più di dieci anni, hanno cercato a livello mondiale un liutaio di fama e che avesse le competenze per prendersi cura di strumenti preziosi come il quartetto di Palazzo Reale a Madrid. Quindi mi è stato chiesto il curriculum. La comunicazione ufficiale dell’assegnazione dell’incarico è arrivata a ottobre 2024 ».
Che impressione le ha fatto?
«Non le nascondo che questo incarico mi ha emozionato e gratificato. È stato un riconoscimento importante delle mie competenze e della professionalità di tanti anni di lavoro. Compilare il mio curriculum è stata anche l’occasione per ripercorrere una vita passata al servizio della liuteria e dei musicisti. Ho realizzato che nel laboratorio mio e di Bruce Carlson sono passati per manutenzione o restauri almeno quaranta Stradivari e almeno quindici Guarneri, oltre a tanti altri strumenti di grande valore. Negli anni abbiamo intessuto rapporti di collaborazione con diverse fondazioni internazionali e nazionali. Una delle ultime collaborazioni è stata con la Nippon Foundation che ha il Quartetto Paganini di Stradivari, prestato per un anno al Quartetto di Cremona. Siamo stati consulenti per acquisti importanti: ad esempio per la Fondazione Stauffer, quando ha deciso di acquistare il violoncello Cristiani che ora è esposto nel Museo del Violino. Inoltre Bruce e io abbiamo titolo per lavorare con i musei per strumenti sotto tutela delle belle arti e siamo docenti presso il corso di laurea magistrale in Conservazione e restauro dei beni culturali dell’Università di Pavia. Credo che tutto ciò abbia contribuito a rendere interessante il mio profilo professionale».
Che cosa è piaciuto, in particolare, del suo profilo professionale ai responsabili di Palazzo Reale di Madrid?
«Credo che l’incarico mi sia stato affidato tenendo conto e premiando una storia lunga e articolata del laboratorio che ci ha visto collaborare con importanti fondazioni, istituti museali, musicisti che ci hanno affidato i loro preziosi strumenti. Tra questi anche i docenti dell’Accademia Stauffer con cui abbiamo un rapporto che dura da oltre trentacinque anni. Tutto questo, immagino, sia stato determinante nella scelta».
Quale sarà il suo compito?
«Una volta all’anno devo controllare gli strumenti e analizzare lo stato di conservazione. Sono strumenti che sono esposti al Palazzo Reale e vengono anche suonati. Lo scorso anno sono stati protagonisti di cinque concerti. La responsabilità principale è museale, quindi di preservare gli strumenti in modo che mantengano la condizione in cui sono arrivati fino ai giorni nostri. C’è poi anche la necessità che siano suonabili per i musicisti».
Ha già potuto visionare di persona gli strumenti?
«Poco prima di Natale sono stato a Madrid per una settimana per il primo intervento sugli strumenti. Carlos Arcieri è stato il restauratore che mi ha preceduto e che conosco da anni. Abbiamo avuto modo di confrontarci al momento della mia nomina a ottobre prima di recarmi a Madrid. Erano in buone mani e li ho trovati in ottime condizioni».
E che cosa ha fatto in quei giorni? Si ricorda un aspetto in particolare? O qualche dettaglio che l’ha stupita?
«Prima di partire ho dovuto fornire la scaletta dei giorni in cui avrei voluto esaminare gli strumenti, uno alla volta per non privare i visitatori di Palazzo Reale di poter ammirare gli strumenti intarsiati di Stradivari. Ho analizzato uno ad uno gli strumenti, per capire lo stato di conservazione ed eseguire gli interventi necessari. Mi sono inoltre documentato per conoscere la storia plurisecolare di ogni strumento che è indispensabile per intervenire in maniera consapevole».
Che effetto le ha fatto poterli maneggiare? E in che condizioni li ha trovati?
«Avere nelle proprie mani questi strumenti è stata una esperienza speciale. Sono splendidi, dei capolavori assoluti di grande bellezza. Ci sono solo dieci strumenti decorati di Stradivari e quattro sono al Palazzo Reale di Madrid. Non dimentichiamo che hanno anche un violoncello di Stradivari, non decorato. Nel mio primo intervento ho eseguito un’accurata ispezione su ogni singolo strumento».
Non le fa un po’ effetto pensare che in una stessa bottega a Cremona ci sia il curatore del Cannone di Guarneri del Gesù e anche il restauratore del quartetto Stradivari di Madrid?
«È in effetti un unicum avere entrambi i due restauratori della nostra società con incarichi di questo prestigio. Abbiamo lavorato in modo che si riconoscesse la nostra passione e competenza per la conservazione degli strumenti di liuteria classica».
Quali sono i prossimi impegni in qualità di restauratore del quartetto decorato di Palazzo Reale?
«Il mio compito è quello di preservare con cura e attenzione questi strumenti così belli una volta all’anno. Dobbiamo ancora concordare un periodo di presenza a Madrid per quest’anno con la curatrice Maria José Suárez Martínez, che mi ha accolto con molta professionalità e nello stesso tempo cordialità. Sono sincero quando dico che non vedo l’ora di rivederli».
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