L'ANALISI
01 Dicembre 2024 - 08:41
CREMONA - Oggi il tema dell’educazione si declina in un tempo difficile e in un’epoca complessa. La responsabilità e l’onere di rispondere alle mutate necessità e ai grandi cambiamenti che caratterizzano l’età dell’adolescenza e della pre adolescenza deve dunque identificarsi in un intervento integrato: famiglia, scuola, oratorio, forze dell’ordine, servizi sociali. Tanti fili che necessitano di qualcuno che li annodi tessendo occasioni di incontro, confronto, progettazione.
«Potrebbe essere l’amministrazione comunale», la butta lì don Francesco Fontana, guida della Federazione oratori, tra i relatori ieri mattina al convegno ‘La città si-cura in una comunità educante’ promosso dal Pd in sala Mercanti. Don Fontana è partito da un passo del Vangelo di Marco, La figlia di Iairo resuscitata dalla morte, come simbolo dei drammi dell’esistenza, il dolore di una famiglia, il già difficile percorso di una giovane vita. «Talità kum», giovane vita, dico a te, alzati, rivivi, risorgi, riprendi il cammino, torna a dare e a ricevere amore dice Gesù. Perché la sofferenza non è solo dei figli ma dei genitori e di tutta la società, così come il desiderio di sparire, nascondersi, essere invisibili oppure, al contrario, «strepitare o delinquere» è lo specchio del vuoto che hanno intorno, «quel mondo che gli adulti propongono loro».
Alle responsabilità del mondo adulto si è appellato anche il segretario cittadino del Pd, Roberto Galletti nel breve saluto introduttivo. «Per capire gli adolescenti di oggi non basta rifarsi alla propria esperienza, al proprio vissuto. La comunità adulta e tutte le forze della società si devono alleare. Anche la politica ha un ruolo, il Pd non si sottrarrà alle responsabilità». Il convegno ha visto interrogarsi, riflettere, confrontarsi anche Matteo Mauri, deputato Pd, Matteo Piloni, consigliere regionale del Pd, il sindaco Andrea Virgilio, don Giuliano Stenico, presidente della Fondazione Ceis, Alessandra Lupi, psicologa del Minotauro, Roberto Poli, direttore del SerD e Andrea Moretti, dirigente del settore politiche educative del Comune di Carpi.
In collegamento Gustavo Pietropolli Charmet, uno dei più importanti psicoterapeuti italiani, esperto dell’età dello sviluppo e dell’adolescenza, fra i massimi esperti di problematiche adolescenziali.
«La crisi educativa è frutto della fine del padre autoritario — sintetizza il professore — il che è stato un bene. Ma si sono aperte crepe nel mondo dei valori e degli ideali, sparite le regole che consentivano la contrattazione. Povertà educativa e povertà economica si alimentano reciprocamente. I comportamenti violenti vogliono compensare quei bisogni indotti dai quali si viene esclusi».
Nel 1985 Charmet ha fondato l’Istituto Minotauro dove Alessandra Lupi è consulente al consultorio gratuito. «Vediamo un centinaio di nuclei famigliari l’anno — spiega — per metà italiani. Incapaci di esprimere a parole le loro problematiche i ragazzi usano il corpo per mostrare il dolore: dall’autolesionismo al tentativo di suicidio. Non si sentono di appartenere, disprezzano e non curano il luogo in cui abitano». Cosa possono fare le famiglie nel loro piccolo? «Ascoltare, non giudicare, accogliere — aggiunge Roberto Poli —. La società dell’apparenza purtroppo amplifica le difficoltà. E nuovi ostacoli si frappongono fra ragazzi e famiglie. L’ansia aumenta. Un circolo vizioso dagli esiti dirompenti».
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