L'ANALISI
17 Novembre 2024 - 11:19
Il gruppo cremasco degli Excape(© Giulia D’Alessandro)
CREMA - Gli Excape diventano ‘grandi’ e, lasciata alle spalle la stagione dei singoli, si misurano con la prima prova sulla media distanza. Si intitola Ikigai l’ep di debutto, pubblicato nelle scorse ore: cinque brani squisitamente pop, dal sound adulto, su cui soffia un alito vagamente ‘arty’. «È il nostro primo vero lavoro, un viaggio dell’anima in cui proviamo a metterci a nudo per raccontarci» spiega Marco Carelli, voce e chitarra acustica della formazione cremasca, completata da Ruggero Guerini al basso e da Jacopo Cipeletti alla batteria. Il titolo del mini-album è l’equivalente giapponese dell’espressione «ragione di vita».
Una autentica dichiarazione d’intenti: «Ci siamo imbattuti nella parola ‘ikigai’ in una lettera scritta da un amico - racconta Carelli -. Questo concetto ci è piaciuto molto, perché racchiude il senso della sfida quotidiana per realizzare i propri sogni. Il nostro, ovviamente, è la musica».
Un’idea che si rispecchia nella copertina dell’ep, in cui è raffigurata una scala che conduce a una porta spalancata in mezzo cielo. «Occorre fare fatica e imparare dai propri errori per superare le difficoltà e scoprirsi nuovi e migliori ogni giorno», dice la voce degli Excape. Rispetto a prime sperimentazioni, la band è riuscita a mettere a fuoco un sound più ricco e caldo, in oscillazione fra propagazioni electro e slanci funky, grazie anche alla produzione firmata da Luca Narducci e alla collaborazione di Antonio Polidoro del Blap Studio, autore del mix e del mastering. In parallelo i testi, più profondi e introspettivi, rivelano un attento lavoro di ricerca a livello sia lessicale che espressivo. Il risultato? Un po’ Itpop alla maniera dei Thegiornalisti, un po’ soft rock radiofonico in stile Pinguini tattici nucleari e anche un po’ brit sulla scia dei The 1975. L’ep si apre con Bastarda Ipocondria, brano «ispirato da un tramonto d’inverno» che «racconta di un amore vissuto come una sorta di malattia», prosegue con Paranoia, «un inno alla libertà di essere sé stessi», e poi con Sagome, via d’uscita in musica da quello «spazio dominato dalla paura»; in Chirone gli Excape esprimono l’armonia trovata durante «una seduta di meditazione, conosciuta come bagno di gong», mentre nella conclusiva La notte dei sogni - l’unico brano ‘datato’, scritto durante la pandemia «quando non si poteva fare altro che affacciarsi alla finestra per ammirare la luna e le stelle» - il gruppo rimarca quanto sia «essenziale trovare la forza per sognare e decidere il proprio futuro».
L’obiettivo ora è «portare la nostra musica in giro per tutta Italia», dice Carelli. Le date sono in fase di programmazione, ma è già certo che il tour toccherà tanto il Nord quanto il Sud dello Stivale. Intanto gli Excape si preparano al loro primo concerto con pubblico pagante, sul palco del Legend di Milano: il debutto nel mondo dei ‘pro’.
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