L'ANALISI
12 Novembre 2024 - 11:57
Teresa Mannino per tre serate in scena al Ponchielli
CREMONA - È un fuori abbonamento, un affitto sala, ma sta nel libretto della prosa 2024/2025 del Ponchielli e in fondo – anche inconsapevolmente – ne influenza le estetiche, suo malgrado e a sua insaputa. Teresa Mannino sarà in scena stasera, domani e giovedì (ore 21), col recital ‘Il giaguaro mi guarda storto’.
Tre serate, tre tutto esaurito da mesi. L’attrice con l’inconfondibile accento siciliano – diventato una sua firma volontaria – è un fiume in piena, porta all’ennesima potenza la sfacciataggine al femminile che quando è senza freni sa essere esilarante e perfida al tempo stesso, ma sempre con estrema profonda eleganza e impietosa ferocia. Detto questo, il cartellone della prosa – intitolato Legami – si apre al femminile con una comicità che i legami li crea per natura e per necessità perché senza legame non c’è comicità.
‘Il giaguaro mi guarda storto’, firmato dalla stessa Mannino insieme a Giovanna Donini, segna il ritorno postpandemico e lo si capisce dalle note di sala: «Ritorno sui palchi dei teatri piena di desideri, racconti e interrogativi. Il primo desiderio è quello di ritrovarvi, scambiare sguardi con ogni spettatrice e con ogni spettatore seduto in platea dalla prima all’ultima fila, nessuno escluso, per scoprire chi siamo diventati dopo questa assenza epocale». Dopo due anni le cose cambiano, ma il senso dello spettacolo sembra rimanere identico: «Dai racconti d’infanzia alla difficile relazione che abbiamo con l’attesa, dalla perplessità nei confronti degli animali umani alla stima per le formiche, il filo conduttore sarà il desiderio, stupore vitale che accende sogni, infuoca cuori e libera movimento – si legge nelle note-. Durante il nostro incontro potrete danzare con me, guardare in silenzio, fare domande o dare risposte. Potrete anche chiudere gli occhi, ascoltare le mie parole come fossero una ninna nanna e addormentarvi, l’importante è non smettere di sognare e tenere gli occhi ben aperti una volta fuori dal teatro».
Un palco pieno di palloni e sfere, un luogo sospeso in cui a muoversi è Teresa Mannino con quel suo fare un poco allampanato e stropicciato in cui soprattutto il pubblico femminile si riconosce. Mannino ha infatti il dono e la forza leggera di osservare e raccontare «ciò che accade nel mondo piccolo delle relazioni private e in quello grande dello scenario pubblico. I suoi monologhi sono rigorosamente autobiografici, ma mai narcisistici, le sue gag di siciliana trapiantata al nord, il suo sguardo lucido e disincantato sul rapporto che lega gli uomini alle donne (o le donne agli uomini?), le madri alle figlie, restituiscono una delle fotografie a più alta definizione dell’Italia contemporanea», si legge nel suo profilo biografico, ma si crede non ci sia bisogno di presentazione alcuna.
L’attrice affida alle clip e storie di Instagram chicche della sua rivoluzione femminile, dei suoi Vespri siciliani consumati nel tran tran quotidiano, attraverso cui legge e irride tutto ciò che la circonda e il grande mondo dei massimi sistemi. «Sazia, stordita, consumista, incapace di guardare al di là del proprio naso, la società che Teresa Mannino disegna con gestualità precisa e micronarrazioni esplosive ha urgente bisogno di guardarsi senza indulgenza e autocompiacimenti allo specchio – si legge nel suo profilo -. Il suo percorso artistico si snoda tra teatro, televisione, radio e cinema. Fortemente legata alla sua terra, laureata in filosofia, ha studiato teatro a Milano, la sua città d’adozione». Ma più di mille parole, bastano il suo sguardo, i grandi occhiali a forma di esagono, la folta capigliatura riccia, un fisico magro e longilineo che usa con irresistibile efficacia, intrecciando le mani, agitando le braccia, accompagnando le pause comiche con una mimica che vale di più di mille parole. Insomma non resta che stare al gioco ed entrare nella famiglia di Mannino e scoprire come nella storia dell’attrice siciliana emigrata a Milano ci si possa rispecchiare per più di un motivo.
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