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Tracce del passato: il San Giovanni Vecchio ritrovato

Il Campi in duomo potrebbe provenire dalla Commenda dei Cavalieri di Malta. L’ipotesi di Garioni e Superti

Barbara Caffi

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19 Agosto 2024 - 10:46

Tracce del passato: il San Giovanni ritrovato

Giulio Campi, Il battesimo di Cristo (FOTOLIVE/Paolo Cisi)

CREMONA - Uffici, negozi, appartamenti: è spesso ciò che resta di chiese, conventi e monasteri soppressi prima da Giuseppe II e poi da Napoleone Bonaparte. È il caso, spiegano Angelo Garioni e Mikailla Superti, della chiesa di San Gallo in corso XX Settembre o di quella di San Marco vicino a San Pietro al Po.

LE CHIESE SOPPRESSE: PATRIMONIO A RISCHIO OBBLIO

C’erano inoltre San Romano nell’attuale via Ettore Sacchi, San Silvestro in corso Garibaldi, San Geroldo detta Vitale, trasformata in centro congressi dell’Amministrazione provinciale, Santa Sofia ora parte del Caffè Flora in corso Vittorio Emanuele II, Santa Marta Nuova in via Platina, e molti altri edifici religiosi. Non restano tracce, invece, di San Vittore, San Bartolomeo, San Domenico, che hanno subito una demolizione radicale.

dipinto

dipinti

Due tra le decorazioni parietali emerse in un’abitazione nell’ex complesso di San Giovanni Vecchio che un tempo ospitava i Cavalieri di Malta

IL PROGETTO DI CREMONA RINASCIMENTO: UNO STUDIO SULLE CASE-CHIESE

L’associazione Cremona Progetto Rinascimento, presieduta da Superti, ha deciso di studiare alcune di queste case-chiese partendo da San Giovanni Vecchio. L’occasione è nata, alcuni mesi fa, dal ritrovamento in un immobile ospitato nell’ex edificio sacro di alcuni lacerti di affreschi, in parte inediti.

IL COMPLESSO DEI CAVALIERI GIOVANNITI: UNA SCOPERTA STORICA

Da questo ha preso il via un approfondimento sul complesso dei Cavalieri Giovanniti o Gerosolimitani (Ospitalieri di San Giovanni di Gerusalemme detti anche Cavalieri di Malta) da parte di Garioni e Superti. L’edificio si trova all’angolo di via Gerolamo da Cremona con quella che una volta era via della Commenda.

DA LUOGO SACRO A CONDOMINIO: LA TRASFORMAZIONE DI SAN GIOVANNI VECCHIO

«La fabbrica - dicono - è ora una casa d'abitazione, per l'esattezza un condominio. È stata inizialmente destinata a ospizio e successivamente a ospedale. In vari appartamenti e uffici si possono notare i resti della Commenda dei Cavalieri di Malta che sin dal XIII secolo occuparono l’intero isolato.

LA CHIESA DI SAN GIOVANNI VECCHIO: DA LUOGO DI CULTO A SPAZI COMMERCIALI

La Commenda cittadina era il punto di riferimento del balio cremonese. I resti attualmente visibili sono quelli della chiesa detta San Giovanni Vecchio (soppalcata e sventrata per ottenere negozi e appartamenti), priva dell’abside e del campanile, e parte dell’edificio della Commenda di cui sopravvivono i corpi nord e ovest. Il resto è stato inglobato in costruzioni ottocentesche e demolito dalla costruzione di condomini nella parte sud.

RICERCA NEGLI ARCHIVI: UN VIAGGIO TRA DOCUMENTI E STORIA

La chiesa fu profanata alla fine del XVIII secolo e ridotta ad abitazione nel corso del XIX secolo. Gli studi effettuati sui documenti custoditi presso gli Archivi di Stato di Cremona e Milano, l’Archivio Segreto del Vaticano e l’Archivio dei Cavalieri di Malta a La Valletta hanno condotto alla ricostruzione del complesso, delle opere d’arte custodite nella chiesa e dell'importante patrimonio fondiario collegato al complesso.

LA STORIA DEI CAVALIERI DI MALTA A CREMONA: PERSONAGGI E VICENDE

«Sono emerse anche le vicende personali di alcuni Cavalieri di Malta - proseguono Superti e Garioni -, fra i quali ricordiamo certamente Broccardo Persico, il conte innamorato di Sofonisba Anguissola».

SIMBOLOGIA E ICONOGRAFIA: CREMONA E GERUSALEMME COLLEGATE

Mikailla Superti sta studiando la simbologia della chiesa e l’apparato iconografico, con sorprendenti collegamenti fra Cremona e Gerusalemme. «La posizione della chiesa - commentano i due ricercatori - offre già di per sé una nota di riflessione sull’urbanistica medioevale.

UN PUNTO STRATEGICO: LA CHIESA NELL'URBANISTICA MEDIEVALE

Sita a sud della via Postumia, in un punto fondamentale per la vita medioevale ovvero nei pressi della chiesa e del forte di San Michele, il complesso era vicino a quella Porta del Vescovo che era accesso privilegiato alle terre venete, ricche di risorse. Alcuni studiosi ipotizzano che sia sorta sui resti di un tempio romano.

ANALISI STRATIGRAFICA: LE MURATURE DEL XIII SECOLO

L’analisi stratigrafica muraria, condotta secondo i principi della scuola di restauro del Politecnico di Milano, da Garioni (che è architetto) con l’apporto determinante di Gianluca Mete, archeologo, ha permesso di datare la ex chiesa all’epoca romanica, con murature ancor ben conservate sino al piano della copertura.

LE TRAVI ORIGINALI: UNA TESTIMONIANZA DEL XIII SECOLO

«Sui tetti - osserva Garioni - si possono ammirare le travi originali del XIII secolo con opere manutentive di epoca moderna. La stessa muratura del XIII secolo si ha nella Commenda, ovvero l’annesso monastero.

UNA SCOPERTA SIGNIFICATIVA: I LATERIZI MEDIEVALI

Qui compare una muratura di straordinaria bellezza, con laterizi lavorati in superficie, di grande qualità e calce proveniente dai forni medioevali che cuocevano i resti lapidei romani». Superti ha inoltre trovato tracce delle armi, stemmi, dei Giovanniti, sull’attuale vano scala. Le armi rappresentavano il collegamento diretto con la nobiltà cremonese.

IL MISTERO DELLA PALA D’ALTARE: UNA POSSIBILE RISCOPERTA

Un’altra importante novità emersa dal recente studio riguarda la pala d’altare della chiesa. Anton Maria Panni, pittore e storico dell’arte settecentesco, nel ‘Distinto rapporto delle dipinture che trovansi nelle chiese della città e sobborghi di Cremona’ scrisse di un San Giovanni Battista che battezza Nostro Signore (Gesù Cristo) con Angeli di Giulio Campi.

IL DIPINTO SCOMPARSO: UNA PISTA CHE PORTA ALLA CATTEDRALE

«Questo quadro ‘scomparso’ dopo la soppressione dovrebbe essere quello ora presente in cattedrale, nella cappella del Santissimo Sacramento, nella navata di destra a fianco della balaustra dell’altare - ipotizzano Garioni e Superti -. Il quadro risulta tagliato e adattato alla cornice di gesso esistente.

LA TUTELA DEL PATRIMONIO STORICO: UN'OPPORTUNITÀ CREATIVA

Sarebbe opportuno condurre uno studio generale e una classificazione di tutti resti delle chiese cremonesi per poterne tutelare il patrimonio e la memoria. Spesso noi cittadini vediamo nel vincolo storico-artistico un limite alla nostra libertà d’azione. Invece è proprio il contrario. Il vincolo permette alla creatività di superare gli ostacoli, trovando soluzioni originali ed efficienti».

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