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Goldusk, un metal «fieramente ‘di serie B’»

Un suono grezzo e diretto, un rock segnato da una sana sporcizia punk o garage che finisce per disorientare chi ascolta. Il gruppo si esibirà a Cingia de' Botti il prossimo 31 agosto

Luca Muchetti

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redazioneweb@laprovinciacr.it

31 Luglio 2024 - 11:50

Goldusk, un metal «fieramente ‘di serie B’»

La copertina dell’album dei Goldusk: otto tracce ispirate a film di genere. A destra il gruppo cremonese che si esibirà a Cingia de’ Botti il prossimo 31 agosto

CREMONA - «Il nostro è un metal fieramente ‘di serie B’, come di serie B sono i film che ci piacciono». Un suono grezzo e diretto, un rock collocabile nel grande mondo metal ma segnato da una sana sporcizia punk o garage che finisce per disorientare chi ascolta. Aggiungiamo che le otto tracce dell’album sono tutte direttamente (e liberamente) ispirate a film anni Ottanta, pellicole a basso budget ma rimaste, per molti, dei piccoli grandi classici di un cinema fatto soprattutto di grandi idee. È questa l’aria che si respira in Goldusk, disco che l’omonima formazione cremonese composta da Lorenzo Frati, Lorenzo Berneri e Alessandro Magri ha pubblicato seguendo una filosofia semplice e precisa.

Amanti della buona musica senza steccati ma storicamente patiti di progressive e metal, Frati e Berneri suonano da molti anni insieme, e da molti anni discutono di musica e film. «Qualche anno fa l’ennesimo incontro in sala prove - ci racconta Frati -, non per una jam session ma per scrivere dei pezzi rock, in vista di un disco vero e proprio». L’assetto è quello di un power-trio, l’attitudine quella di un gruppo che alle geometrie pulite tipiche di un certo metal, preferisce l’imperfezione di tre musicisti che sudano sugli strumenti contemporaneamente. Un approccio vicino al live, e in cui i trascorsi punk di Magri, nella definizione dell’identità della band, sono determinanti.

«Chi arriva dal punk, chi dal prog, chi dal metal, ed ecco i Goldusk: una contrazione di ‘golden dusk’, cioè quel crepuscolo dorato di quando il sole ormai non c’è più, ma rimane l’impressione di oro in cielo. Un nome sognante ma epico come piace a noi», spiegano. Suonando, arrivano nuovi pezzi. Le pause delle prove, nelle sale del Cascinetto, lasciano spazio a discussioni sul cinema, soprattutto «quello di quando eravamo ragazzini a inizio anni Novanta». È in quel momento che nasce l’idea di lasciarsi ispirare, nella musica e nei testi, dalle atmosfere di alcuni film non solo per l’iniziale The Plague (brano legato alle suggestioni de Il ritorno dei morti viventi, diretto da Dan O’Bannon nel 1985), ma per tutti gli otto brani che in poco tempo prendono forma.

Per questo Goldusk è un disco ma anche una passeggiata nel cinema di genere che, chi ascolterà l’album disponibile sia su YouTube che Spotify, potrà iniziare recuperando per esempio un super classico come They live di John Carpenter del 1988, ma anche perle di dimenticate come Streets of Fire di Walter Hill del 1984, e ancora le distopie di 2019 - After the Fall of New York, pellicola del 1983 diretta da Sergio Martino, oppure grandi successi come Labyrinth di Jim Henson del 1986, Wall Street di Oliver Stone del 1987, e poi Thrashin’, film-manifesto della cultura skate del 1986 diretto da David Winters, e Steel Dawn di Lance Hool.

«È venuto naturale definire il nostro metal, una sorta di metal ‘di serie B’ come i film che ci piacciono: zero soldi, voglia di suonare in un modo genuino, come quelle pellicole in cui si trovavano idee geniali anche con budget basso. La produzione è di Alex Piatti, che è riuscito a restituire nella registrazione suoni sinceri e onesti, fedeli a ciò che usciva dagli amplificatori - continuano i Goldusk -. Non abbiamo usato click, poche sovraincisioni, suoni molto reali, tenendo le imperfezioni. È un disco in controtendenza rispetto al metal più tecnico. Le imprecisioni sono il bello di ciascuno, e per fare cose perfette ci sono i computer. Ascoltando questo disco, si potrà trovare tanto di noi». Intanto, già pronte, ci sono nuove canzoni che forse verranno incise il prossimo inverno. L’ispirazione, neanche a dirlo, arriva ancora dal cinema. I Goldusk suoneranno il 31 agosto al Kaoba Metal Fest (Atto II) a Cingia de' Botti.

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