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L'INTERVISTA

Nyco, cosmopolita dalle mille sonorità

Nato a Crema, adottato da Milano, ha vinto Musicultura. ‘Musica’ è il nuovo singolo

Luca Muchetti

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29 Giugno 2024 - 05:10

Nyco, cosmopolita dalle mille sonorità

Nyco (Nicola Savi Ferrari)

CREMA - ’Musica’ è il nuovo singolo di Nyco (Nicola Savi Ferrari) - il cantante cremasco fra i vincitori di Musicultura 2024 - una canzone dance con qualche richiamo agli anni Ottanta e un testo più votato al cantautorale, già disponibile sulle piattaforme online.

Nato a Crema, città-porto che considera il luogo perfetto per ricongiungersi con la pace di casa, ricaricarsi e mettere in ordine le idee, Nyco ha vissuto con grande entusiasmo l’esaltante percorso di Musicultura 2024 dove ha presentato il brano ‘Sono fatto così’. «L’avventura - racconta - è stata talmente intensa che solo alla fine dei festeggiamenti dell’ultima serata io e la mia band ci siamo resi conto di quanto abbiamo vissuto: un vero e proprio vortice, nel quale si è collettivamente coinvolti insieme a tanti altri musicisti. Artisticamente è stata, se non una prova da affrontare, per lo meno un’avventura che ha fatto crescere tutti. Il clima è di scambio e collaborazione, e ho avuto l'opportunità di cantare un brano con una artista importante come Paola Turci, una cantante e una persona con una presenza incredibile. Musicultura è crescita, emozioni mai sperimentate prima e tanta umanità anche da parte dello staff e della conduttrice Carolina di Domenico. Una grande esperienza davvero anche per la band che mi accompagna: Davide Ballanti, Davide Chioggia, Enrico Palmieri, Stefano D’Angelo».

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Il suo retroterra è internazionale: lasciando Crema ha vissuto in molti paesi in giro per il mondo, da Londra a Dublino, a Shanghai fino a New York e ora di nuovo in Italia a Milano. È lecito immaginare che questo cosmopolitismo si rifletta anche nella sua musica, permeata infatti da molte influenze, come elettronica, jazz, scale arabeggianti, pop. Tutta questa musica come è arrivata?
«Mia zia inglese mi faceva ascoltare i Beatles, ma io studiando musica mi sono avvicinato prima al jazz, poi c'è stata la Francia, con la classica canzone francese, poi la musica cinese, quando ho vissuto in Cina, poi gli Stati Uniti, con tanta musica black e infine Milano, con molta musica elettronica. Sono partito da Crema verso i 20 anni cercando l’avventura in giro per il mondo lavorando nei ristoranti e la musica più ‘lontana’ è arrivata piano piano».

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Che rapporto ha con Crema?
«È una città piena di stimoli, con una vita culturale molto attiva. Oggi quando torno frequento più che altro la campagna, con quel senso di casa che mi permette di riportare tutte le cose che succedono, dalla confusione di Milano, in una prospettiva più ordinata».

Oggi a cosa stai lavorando?
«Aspetto la collaborazione per sviluppare il mio nuovo album, praticamente già scritto. Nel frattempo è uscito ‘Musica’, il nuovo singolo».

La classifica nel nostro Paese ormai da tempo è a maggioranza italiana. Spesso autori, produttori e musicisti sono gli stessi. Da una forte esterofilia siamo passati a una situazione fin troppo italo-centrica. Lei che idea si è fatto?
«Mi piace molto il fatto che si ascolti più musica italiana, forse si è trovata una chiave per suonare cool da italiani. Io stesso da piccolo ero esterofilo, non trovavo la musica italiana molto contemporanea. La questione è, più che l’italianità in sé, che spesso si cerca di rifare sempre lo stesso tormentone all’italiana. Servirebbe un po’ più di apertura ad altri generi, mi piacerebbe molto per esempio avere un nuovo brano new jazz o new soul, o cose più sperimentali. All’estero esistono radio per generi diversi, qui no, così che i palinsesti risultano un po’ tutti uguali. Artisti pazzeschi, in Italia, non mancano. Anche favorire la musica live aiuterebbe».

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