L'ANALISI
A TEATRO
11 Aprile 2024 - 16:04
CREMONA - Torna l'appuntamento con #DIRITTODICRITICA, l'iniziativa organizzata dal giornale La Provincia e da Fondazione Teatro Amilcare Ponchielli, che offre agli studenti delle scuole cremonesi la possibilità di esprimere il loro giudizio motivato e argomentato sugli spettacoli in cartellone al Ponchielli. Protagonista di questo appuntamento è 'La dodicesima notte' di Shakespeare con la regia di Giovanni Ortoleva.
ANGHINONI AURORA – 2 LICEO SCIENTIFICO ASELLI
Il racconto d’un amor intricato è lo spettacolo che ci viene presentato dal giovane regista Giovanni Ortoleva e la sua compagnia, si tratta della commedia shakespeariana“La dodicesima notte (o quello che volete)”. Nella serata del 26 marzo, al Teatro Amilcare Ponchielli di Cremona, il palco è stato invaso da una scenografia a gradoni. La vicenda si basa su un triangolo amoroso composto dal ricco conte Orsino, che si innamora di una affascinante contessa di nome Olivia la quale per via di un lutto non ricambia l’amore del signore. C’è poi un terzo componente ovvero una giovane ragazza di nome Viola, salvatasi da un naufragio e perdendo il suo amato fratello Sebastiano, che decide di prendere le vesti d’un uomo per prestare servizio alla corte del duca Orsino sotto il nome di Cesario. Viola si innamora profondamente di Orsino che a sua volta ama la ricca Olivia, la quale durante la narrazione rimane affascinata da Cesario, che nonostante ciò continua a nutrire un sentimento per il suo signore. Ci viene presentata anche una seconda narrazione che si svolge all’interno della corte della contessa Olivia; lo stravagante maggiordomo Malvoglio, al centro dei riflettori, diventa bersaglio di scherno per gli altri cortigiani. Presso la contessa sono ospitati anche la cameriera Maria, Feste, Sir Tobia cugino di Olivia e Sir Andrea amico di Tobia presente alla corte per chiedere la mano di Olivia. Questi fanno credere a Malvoglio di essere profondamente amato dalla sua signora, attraverso una lettera scritta da loro, facendogli perdere completamente la testa. Abbiamo così delle irrisolvibili passioni che sotto forma d’una brillante commedia, accompagnata da canto e pianoforte, raggiungerà un finale sorprendente. Questa commedia è spesso considerata la più giocosa e sbalorditiva di Shakespeare, che attraverso battute, spesso parole volgari e tutta l’espressività umana ci cala nella situazione interrogandoci per 110 minuti consecutivi sui tormentati cuori, che in Illiria non si davano pace di fronte alle difficoltà.
BENEDINI RICCARDO – 3 LICEO SCIENTIFICO ASELLI
Una commedia ambientata in Illiria “La dodicesima notte”, di William Shakespeare, con la regia di Giovanni Ortoleva, in scena Giuseppe Aceto, Alessandro Bandini, Michelangelo Dalisi, Giovanni Drago, Sebastian Lunque Herrera, Anna Manella e molti altri. La scenografia è firmata da Paolo di Benedetto e costumi da Margherita Baldoni.
Il duca Orsino è innamorato di Olivia, una nobile contessa che non lo contraccambia per il rispetto che porta verso il fratello scomparso Sebastiano. Alla corte di Olivia arriverà anche Viola, una giovane travestita da maschio che, però, si innamorerà di Orsino. Intanto alla corte di Olivia la cameriera Maria, Sir Tobia e Sir Andrea, quest’ultimo pretendente della contessa, fanno credere al maggiordomo Malvolio che la contessa si è innamorata di lui…
Ritmo abbastanza lento soprattutto nella parte iniziale della rappresentazione, ma non stancante e distraente per la presenza di qualche intervallo musicale e di battute di spirito degli attori che hanno attirato l’attenzione e suscitato la risata del pubblico. Attori molto abili nell’interpretazione i vari personaggi, che han saputo dare un taglio più moderno alla commedia di Shakespeare.
Scenografia molto semplice composta da tre piani gradinati, ma molto efficace per la rappresentazione di scene diverse sequenzialmente, senza il bisogno di chiudere il sipario e cambiare lo sfondo. Intervalli musicali, che, anche se poco frequenti, hanno contribuito alla concentrazione degli spettatori, nonostante la consistente durata della rappresentazione. Luci abbastanza tenui e mai troppo abbaglianti che non hanno infastidito in alcun modo il pubblico.
Commedia molto articolata per la presenza di molti personaggi e di molte vicende parallele, ma molto avvincente e, a tratti, divertente. Molto apprezzata la parziale modernizzazione nella rappresentazione che non è andata a sconvolgere la trama originale.
BRESCIANI LUCA - 3 BLSA LICEO ASELLI
Martedì scorso al teatro Ponchielli è andata in scena la commedia “La dodicesima notte (o quello che volete) di William Shakespeare, con la traduzione di Federico Bellini, adattamento e regia di Giovanni Ortoleva.
Lo spettacolo inizia con il personaggio Malvoglio (Michelangelo Dalisi) che, entrando dalla platea, si rivolge al pubblico affermando di essere l’uomo più ragionevole di Illiria, il luogo in cui si svolgono le vicende, e non un folle come vogliono dipingerlo.
Gradinata alta e verde, disposti probabilmente in base al ceto di appartenenza. In alto un bassorilievo raffigurante putti giganteschi che potrebbero quasi sembrare dei mostri.
Per lo spettatore che guarda per la prima volta assiste alla commedia, senza alcuna preparazione e senza conoscere Shakespeare in modo approfondito raccontare “La dodicesima notte” è complicato, come lo sarà stato interpretarla.
Di sicuro si parla dell’amore, in tutte le sue sfumature, dentro e fuori i confini della narrazione, di naufragi, di vicinanza fisica e dematerializzata, ma l’intreccio è difficile da riordinare: una ragazza si traveste da ragazzo e si innamora del conte Orsino, che però è a sua volta interessato alla contessa Olivia che pure si innamora del messaggero che le viene mandato in un triangolo difficilmente risolvibile. Poi c’e’ il cameriere Malvoglio innamorato della padrona, la cameriera Maria che organizza uno scherzo ai danni del collega e riesce in questo modo a catturare le attenzioni di Ser Tobia…
Infine, Feste, in completo “arlecchino” suona, recita alcune parti, bisbiglia, si rivolge al pubblico, e canta in modo emozionante e inaspettato.
Sorpreso, malinconico, a tratti divertito, il pubblico applaude forse non con estrema convinzione la fine dello spettacolo e la chiusura della stagione di prosa… c’è tutto il tempo per riflettere e comprendere e approfondire “La dodicesima notte” (o quello che volete).
BROGNOLI RICCARDO – 1 LICEO SCIENTIFICO ASELLI
Martedì 26 marzo è andato in scena al teatro Ponchielli lo spettacolo: la Dodicesima Notte (o quello che volete) di William Shakespeare con la traduzione di Federico Bellini e la regia di Giovanni Ortoleva.
L’Illiria shakespeariana in cui è ambientata la commedia si traduce in una scenografia totalmente verde, ad altissimi gradoni che si sviluppa molto verso l’alto e pochissimo in profondità, occupando lo spazio scenico dove in alto svetta un imponente bassorilievo raffigurante un trionfo cinquecentesco di deliziosi putti alati.
Sugli alti spalti di questa gradinata, agiscono i personaggi, disposti simbolicamente più in alto o più in basso a seconda del ceto di appartenenza tutti sempre presenti ad abitare la storia, ognuno con i suoi evidenti caratteri fisici, spasmi, tic, ossessioni.
La storia abbastanza intricata narra di un duca, Orsino innamorato di Olivia, una ricca contessa che tuttavia non sembra ricambiare il suo amore tanto che si nega addirittura alla sua vista.
A sconvolgere la vicenda è l’arrivo di Viola, una giovane che prende servizio dal duca travestendosi da uomo con il nome di Cesario, la quale si innamora di Orsino.
Però, una volta inviata dallo stesso Orsino alla corte di Olivia fa innamorare di sé la duchessa creando così un triangolo amoroso irrisolvibile.
Nel frattempo, alla corte di Olivia il maggiordomo Malvolio viene beffato dagli altri cortigiani, facendogli credere di essere amato dalla padrona.
A complicare ulteriormente la trama sarà infine l’arrivo di Sebastiano il gemello creduto morto di Viola.
Nonostante ciò, dopo una lunga serie di fraintendimenti e imprevisti la storia arriverà ad un finale inaspettato e sorprendente.
Nel complesso ho trovato che questo spettacolo sia stato avvincente ed intrigante ed anche se molto intricato grazie alla comicità degli attori è risultato essere molto lieve e piacevole.
DE MICHELI ANDREA - 1 LICEO SCENTIFICO ASELLI
"La dodicesima notte" è un classico della letteratura teatrale scritto da William Shakespeare. Sono andato al teatro Ponchielli di Cremona con quasi tutta la mia classe a vederlo. Originariamente l’opera è pensata come commedia che mescola elementi di romanticismo e humour. La commedia affronta temi come l'amore, l'identità e l'inganno in modo veramente interessante. La trama intricata e i personaggi ben definiti rendono lo spettacolo coinvolgente e divertente. In questa rivisitazione però ho trovato di più: ho trovato grande impegno degli attori e una sceneggiatura fantastica. Interessante è stato il luogo in cui gli attori hanno deciso di far svolgere le scene poiché sono riusciti in un piccolo spazio ad ambientare tutti gli atti della commedia. Mi hanno colpito in particolare due attori (il cugino di Olivia e Sir Andrea) che mi hanno veramente affascinato in battute e interpretazione e che hanno reso a mio parere la commedia ancor più spassosa. Consiglio vivamente di vedere questa opera teatrale per godere di una performance ricca di fascino e spunti di riflessione.
FYSHEKU NICOLE – 3 LICEIO SCIENTIFICO ASELLI
Amori passionali e folli, nonché inganni e fraintendimenti, sono stati i temi principali dello spettacolo “La dodicesima notte” di Shakespeare, andato in scena la sera del 26 marzo al teatro Ponchielli di Cremona. Le vicende hanno inizio con il naufragio della giovane Viola, protagonista dell'opera, e del fratello Sebastiano, che lei dà per morto. Giunta sulle coste dell'Illiria prende servizio alla corte del signore locale, il duca Orsino, sotto le sembianze di un uomo e con il nome di Cesario. Viola si innamorerà di Orsino, che però è invaghito di Olivia, una ricca contessa che non accetta spasimanti, poiché in lutto per la morte del fratello. Viola, travestita da Cesario, ha il compito di recapitare i messaggi d'amore del conte a Olivia, ma finisce per far innamorare di lei la contessa. A complicare le vicende è l'arrivo in Illiria del fratello gemello Sebastiano, che, scambiato per Cesario, sposa la contessa Olivia, creando numerosi fraintendimenti. Nel frattempo, la cameriera della contessa, Maria, in collaborazione con Sir Tobia e Sir Andrea, architetta uno scherzo per il maggiordomo Malvolio, facendogli credere, attraverso una lettera, che Olivia sia innamorata di lui. Lo spettacolo si conclude con la scoperta della vera identità della protagonista e la realizzazione del suo amore con il conte Orsino, in contrapposizione con la passione tra Sebastiano e la contessa Olivia e quella tra la cameriera Maria e Sir Tobia. In primo piano, invece, c'è il maggiordomo, vestito con particolari calze gialle, che viene sbeffeggiato per la sua stoltezza. Gli attori hanno recitato in modo impeccabile e passionale; In particolare l'attore che ha interpretato la parte della protagonista Viola e del fratello gemello Sebastiano, ha saputo far intendere con chiarezza il passaggio tra i due personaggi. Questo mutamento era ben scandito anche dall'uso del colletto della camicia e dall'alternanza dei nomi dei due fratelli. La particolare scenografia, caratterizzata da gradoni, ha saputo conferire una linearità alla rappresentazione, ma anche una certa dinamicità alle vicende. La comicità e gli intrighi hanno reso la rappresentazione coinvolgente e ilare, nonché accessibile anche per coloro che non conoscono le opere di Shakespeare.
GAUDENZI RICCARDO – 4 LICEO CLASSICO VIDA
Martedì sera tutta la cittadinanza al gran completo era riunita di fronte a una scalinata verde: ecco quello che ci veniva proposto la sera del 26 marzo al teatro Ponchielli di Cremona, dal regista Giovanni Ortoleva che nasce a Firenze nei primi anni novanta studia poi psicologia cognitiva all'Università di Trento poi si diploma in regia teatrale presso la scuola civica di teatro paolo grassi di Milano nel 2017 E l'anno successivo riceve La menzione speciale alla Biennale di Venezia all'interno del concorso registi under 30. è uno dei registi teatrali più importanti del nostri tempo, infatti, il New York Times scrive di lui che dimostra una promessa e un'immaginazione degne di nota. Tra le innumerevoli tragedie e commedie che ha messo in scena quella della dodicesima notte è forse una tra più amate sia dal pubblico che dal regista, infatti, ne parla con toni entusiasti perché in fondo questa commedia di Shakespeare è riuscita molto più di altre a superare il indenne il passare dei secoli parla al pubblico del Ponchielli come parlava quello del Globe Theatre. Ed è proprio questo suo carattere estremamente contemporaneo e sempre attuale che riesce a fondersi anche con scenografie più moderne come quella di martedì sera. infatti in questa commedia non c’è solo una storia bensì più storie che si fondono in un'illiria shakespeariana ma tutte accomunate dalla caratteristica di essere mosse da un amore malato e accentrato su se stesso; ma c'è ben altro come il rapporto tra i due gemelli che Convivono nell'interpretazione dalla stessa persona e ancora la pazzia indotta da un crudele scherzo tramite una lettera ecco tutto questo si mischia all'interno di una commedia shakespeariana che riesce ancora a parlare a un pubblico con temi attuali e coinvolgenti mantenendo però lo stile di un tempo.
LELI VIOLA – 3 LICEO SCIENTIFICO ASELLI
Martedì scorso al Teatro Ponchielli di Cremona si è tenuto lo spettacolo "La dodicesima notte (o quello che volete)", adattamento di una delle migliori commedie Shakespeariane, con regia a cura del giovane fiorentino Giovanni Ortoleva, che ha ricevuto una menzione speciale nella categoria “Registi under 30” nella biennale di Venezia 2018. Dopo un naufragio, i gemelli Viola e Cesario giungono sulle coste dell'Illiria, credendo entrambi di essere morti. Viola, travestitasi da uomo e assumendo il nome di Cesario, diventa il servitore del Duca Orsino, di cui si innamora segretamente. Tuttavia, Orsino è ossessionato dalla Contessa Olivia, la quale a sua volta si infatua di Cesario, inconsapevole della vera identità di Viola. Nel frattempo, la presunzione di Malvolio e le birichinate di Sir Toby Belch e Sir Andrew Aguecheek aggiungono frizzantezza alla trama. Alla fine, le identità vengono svelate, i sentimenti non corrisposti e tutte le questioni irrisolte terminano in un lieto fine tipico delle commedie shakespeariane, portando alla riconciliazione tra i personaggi principali. La compagnia Teatrale LAC LUGANO ARTE E CULTURA (in coproduzione con Fondazione Luzzati Teatro della Tosse,Centro D’arte Contemporanea Teatro Carcano, Arca Azzurra partner di ricerca Clinica Luganese Moncucco) è riuscita a restituire una nuova versione del testo originale di William Shakespeare tradotto da Federico Bellini, sotto la regia di Giovanni Ortoleva. Gli attori tra cui Giuseppe Aceto, Alessandro Bandini, Michelangelo Dalisi, Giovanni Drago, Anna Manella, Alberto Marcello, Francesca Osso, Edoardo Sorgente, Aurora Spreafico hanno offerto un’interpretazione magnetica dei personaggi; degne di nota sono le scene ideate da Paolo Di Benedetto, come i costumi realizzati da Margherita Baldoni, le luci di Fabio Bozzetta e il progetto sonoro di Franco Visioli. Il pubblico è rimasto sorpreso dalla fusione dei due gemelli e dall’ interpretazione al maschile della protagonista Viola, ciononostante penso che tutti siano usciti di sala soddisfatti e con qualche domanda in più. Spettacolo imperdibile per gli amanti del testo originale e per coloro che cercano una rappresentazione originale di uno dei testi classici della letteratura drammatica più belli di sempre.
LENA ALBERTO - 4 LICEO SCIENTIFICO ASELLI
Grande successo per l’ultimo spettacolo della stagione di prosa del teatro Ponchielli, andato in scena martedì scorso. Sul palcoscenico “La dodicesima notte (o quello che volete)” del giovane regista fiorentino Giovanni Ortoleva, menzione speciale nel concorso “Registi under 30” della Biennale di Venezia 2018, sulla base della celebre commedia di Shakespeare. Il protagonista indiscusso della vicenda è stato l’amore, visto in tutte le sue sfaccettature, a partire da quello del duca Orsino (Giovanni Drago) verso la contessa Olivia (Anna Manella), innamorata a sua volta di Viola, travestita da uomo per entrare a corte. Il tutto si è svolto su un’unica struttura a gradoni, in cui ogni scaglione ha rappresentato un diverso strato sociale. L’elemento innovativo, che è sicuramente emerso alle orecchie dello spettatore, è stato il linguaggio, decisamente meno elevato di quello shakespeariano, con parole a volte fin troppo rozze. Il pubblico ha comunque gradito lo spettacolo, ridendo in varie occasioni durante la serata. Originale anche l’interpretazione di più personaggi da parte dell’attore Alessandro Bandini, che ha interpretato sia Viola sia Sebastiano, il fratello scomparso. Interessante anche la figura di Maria (Aurora Spreafico), la cameriera di Olivia, che è riuscita a manipolare e umiliare Malvolio (Michelangelo Dalisi) per guadagnare l’amore di Sir Tobia. La cosa che colpisce di più è vedere cosa siano disposti a fare i protagonisti pur di attrarre la persona amata. Nel corso della storia, infatti, tutti subiscono pesanti sconfitte amorose, a partire dalla contessa, che, nel tentativo di affascinare Viola, finisce invece per respingerla. Per non parlare di ogni umiliazione subita da Sir Andrea, che sarebbe stato perfetto come nuovo fool di corte, mentre Feste, la vera fool dell’opera, interpretata da Francesca Osso, si è dimostrata molto più arguta di lui, ribadendo per l’ennesima volta come la scaltrezza di una persona spesso non dipenda dal suo rango sociale. Tutta la commedia si è basata su una serie di intrighi ed effimere alleanze, dimostrando che la falsità ha sempre dettato legge all’interno delle corti e in questo caso la vittima è stata Malvolio. Una commedia che ha saputo far ridere e nello stesso tempo riflettere lo spettatore, avvertendolo dei rischi e delle umiliazioni che subisce chi lotta per amore.
LODIGIANI SARA – 1 LICEO SCIENTIFICO ASELLI
Mercoledì 26 marzo è andato in scena il rinomato spettacolo “La dodicesima notte (o quello che volete)”, una rivisitazione registica di Giovanni Ortoleva.
La commedia di Shakespeare è l’ultima dal taglio giocoso, infatti le successive furono solo tragedie e commedie nere, e incentra la narrazione sulla storia d’amore non corrisposto che vede come protagonisti il duca Orsino e la contessa Olivia. Questa donna rinnega costantemente l’amore del duca poiché è in lutto per la morte del caro fratello, ma Orsino cerca in tutti i modi di convincerla. Successivamente partecipa alla narrazione un nuovo personaggio, Viola, che, innamorata del duca, si travestirà da uomo per poter entrare a far parte della sua servitù. Viola, ormai conosciuta come Cesario, farà innamorare di sé la contessa, da qui nasce un triangolo complesso e molto profondo, basato su incomprensioni e litigi.
Nell’opera possiamo distinguere diversi personaggi, dall’importanza e dalla rilevanza diversa, ma che hanno contribuito in ugual misura alla resa dello spettacolo. Ogni attore aveva una alta dote lessicale, ogni parola era ben pronunciata e infatti non ci sono state incomprensioni. Ho apprezzato molto la figura di Sir Tobia, cugino della contessa, che ha reso l’andamento della messinscena molto più scorrevole e divertente. L’uso di un linguaggio in alcuni casi “poco appropriato” a mio parere è stato ottimale ad una resa più coinvolgente e dinamica, che non ha mai annoiato mai.
La sceneggiatura molto minimale, sviluppata su tre livelli, lascia aperte le porte dell’immaginazione, che può dunque interpretare i messaggi mandati in modo differente. Oltretutto questo ha permesso di focalizzare l’attenzione sui personaggi e sulle loro parole, facilitando gli spettatori nel seguire e apprezzare la vicenda.
Lo spettacolo, se pur dalla media durata, è stato molto coinvolgente e intenso; dal pubblico si è alzato un grandissimo applauso che esprimeva l’ammirazione verso tutte le persone che si sono spese per metterlo in scena.
MORETTI CHIARA – 4 LICEO SCIENTIFICO ASELLI
Disarmante. Innovativo. Autentico. Ragionar d’amore non è un’indagine epistemologica. Le logiche meccanicistiche che incalzano ad agire non scalfiscono il più nobile dei sentimenti, questo è l’infantile dettame che l’uomo delinea con una persuasiva introspezione. Eppure, la realtà sembra contraddire il rigore della teoria. I legami sono mutevoli e fragili al cospetto del dilagante individualismo di un modello di società tristemente imperitura, quella classista.
Tali abbozzati interrogativi sono suscitati dall’intimità dell’approccio della commedia “La dodicesima notte (o quello che volete)”, originata dall’ultimo barlume di spensieratezza del Bardo e messa in scena da LAC Lugano Arte e Cultura il 26 marzo al teatro Ponchielli.
La pièce, vantante il fiero cipiglio innovatore del giovane regista Giovanni Ortoleva, si configura come un vaglio delle molteplici accezioni dell’amore, congiuntamente legante di anime affini e distruttore di mondi di fantasia, tratteggiato dal dualismo ossimorico tra reale e desiderio.
Il susseguirsi di sguardi d’intesa, aspirazioni disattese e illusioni di mobilità sociale costruite ad arte intessono una miriade di intrecci dalle tinte cangianti, come l’amore conveniente, ma sterile di Orsino, l’ipocrisia nel negarsi di Viola e Maria con i Sir, maestri dell’ingannar l’amore proprio. Il tutto è coronato dal fraintendimento della reciproca morte dei gemelli Viola e Sebastiano, due volti dalla medesima voce e volontà.
Sebbene la trama sia globalmente conservata, il tentativo di attualizzarla mediante azzardate scelte linguistiche smorza la sferzante arguzia dell’originale, optando, a tratti, per una volgarità forzata, con conseguente perdita dell’incisività della denuncia sociale.
Dalla dinamica compresenza dei singoli individui-universi sulla scena tripartita in aperto contrasto con le unità aristoteliche si genera un susseguirsi di monologhi pregni della prospettiva unilaterale dei personaggi. Questi sono plasmati in nome dell’eterogeneità da attori di indubbio talento impegnati in fallimentari tentativi di relazione interpersonale.
La luce, coadiuvata nella sua imprescindibile azione dal pianoforte e dalla voce armoniosa del marinaio, diviene lo strumento che tratteggia l’alternarsi tra l’introspezione e la complessa visione d’insieme in una commedia che testimonia le innumerevoli sfaccettature del suo essere “quello che volete”.
PRIORI RICCARDO – 1 LICEO SCIENTIFICO
Martedì 26 marzo si è conclusa la stagione della prosa del teatro Ponchielli con la Dodicesima Notte (o quel che volete) di William Shakespeare, nell’adattamento del Regista Giovanni Ortoleva.
L'inizio della rappresentazione è originale: l’attore che impersona il cameriere Malvolio, a luci del teatro accese percorre, ripetendo la frase che poi chiuderà l’opera, il corridoio centrale della platea arrivando fino al palco, sul quale sale dando inizio allo spettacolo.
La storia, basata su equivoci amorosi, ha come protagonisti principali la giovane Viola, impersonata dall’attore Alessandro Bandini, sfuggita ad un naufragio, che si traveste da uomo per andare come servitore alla corte del Duca Orsino, di cui è innamorata non corrisposta; il Duca a sua volta soffre le pene d’amore per la Contessa Olivia, amata anche dal cameriere Malvolio, la quale a sua volta si innamora di Viola credendola un uomo. A corte poi arriva anche Sebastiano, il fratello gemello di Viola, creduto morto nel naufragio, impersonato anch’egli dall’attore Bandini.
L’opera si sviluppa intorno agli intrecci tra i vari personaggi in un continuo rimbalzo di storie e intrighi, di passioni e gelosie, che vedono al centro amori e delusioni. Per ognuno di loro, però, l'oggetto dell’amore non è tanto la persona amata, quanto il senso di possesso e perfino l’ossessione, arrivando anche nel caso del cameriere Malvolio a intendere l’amore per la Contessa come uno strumento di rivalsa sociale.
Tutti gli attori sono contemporaneamente in scena, disposti sui diversi livelli di una gradinata di colore verde, anche a simboleggiare le condizioni sociali dei protagonisti e le differenze di posizione e di classe.
Le luci vengono utilizzate per rafforzare i momenti principali della storia in un’alternanza tra il buio con pochi personaggi illuminati e lo schiarore nelle scene collettive.
Sul gradino più basso è collocato un pianoforte, suonato dall’Idiota Feste, che caratterizza le scene con melodie differenti a seconda dei personaggi.
Infine, i costumi sono moderni e completati da elementi di sapore antico: un ombrellino in pizzo, un busto con le stecche, le giarrettiere gialle di Malvolio, il vestito da Arlecchino dell’Idiota Feste.
Lo spettacolo merita di essere visto: colpisce la vivacità della commedia resa in maniera convincente dal regista e dagli attori.
TOMASONI GABRIELE – 1 LICEO SCIENTIFICO ASELLI
Il 26 marzo scorso, al teatro Ponchielli, è andata in scena la rappresentazione de “La dodicesima notte (o quello che volete)”, commedia di Shakespeare. L’apertura del sipario mostra subito un allestimento alquanto particolare, formato sostanzialmente da tre alti gradini verdi sormontati da quello che sembra essere un fregio antico, anch’esso color smeraldo. Alla base della particolare costruzione c’è un pianoforte a muro, che servirà per accompagnare alcuni momenti dello spettacolo. Giovanni Ortoleva, regista fiorentino, riesce a portare sul palcoscenico una storia dalla trama avvincente, seppur complessa, dalla pungente ironia e dalla sottile malinconia. La colonna portante della commedia è costituita da vari intrecci amorosi che sembrano intricati ed irrisolvibili, ma destinati a un lieto fine. Non sembrano esserci protagonisti: tutti gli attori sono sul palco contemporaneamente, nessuno esce mai completamente di scena e nessuno vi entra. Una volta terminata la propria parte, gli interpreti sembrano immobilizzarsi, lasciando il testimone ai propri compagni che agiranno senza curarsi di chi sta a loro intorno. Scelta azzeccata, proprio perché permette un contatto spettatore-personaggio molto forte e facilita la comprensione generale della commedia. Altri temi affrontati nell’ opera sono ad esempio la società del 1600, rigida e ferma, in cui le persone sperano in una scalata sociale, addirittura più che di trovare l’amore della propria vita. Lo spettacolo si conclude sotto gli scroscianti applausi del Ponchielli, dovuti sicuramente all’ ottima rappresentazione, ma anche al contrasto di sensazioni provate durante la visione di una recita così innovativa e rivoluzionaria.
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