L'ANALISI
VIAGGIO DELLA MEMORIA 2024
11 Aprile 2024 - 09:00
Studenti studentesse e insegnanti dello Stanga in visita ieri a Lubiana
LUBIANA - Secondo giorno. Dopo Gorizia, il gruppo di quattrocento studenti e cinquanta accompagnatori tra docenti e organizzatori ha fatto tappa a Lubiana. Il Viaggio della Memoria 2024, infatti, ha come focus della sua attività didattica e conoscitiva i tragici fatti avvenuti nelle terre di frontiera e nelle città slovene durante l’occupazione fascista della Jugoslavia iniziata nel 1941. Proprio Lubiana, in quel periodo, rientrò nei domini italiani, diventando a tutti gli effetti una provincia del Regno d’Italia, dove la ferocia del regime venne percepita particolarmente. I ragazzi sono arrivati a Lubiana martedì pomeriggio, dopo la lungo visita a Gorizia.
La sera, dopo cena, hanno potuto visitare una capitale che sorge a pochi passi dal confine italiano. Luci soffuse in tutta la città. Il centro è poco illuminato, effetto delle politiche energetiche green della Slovenia, che, tra l’altro, gode di un programma di energia nucleare attivo e, pare, ben funzionante. I ragazzi invadono le strade della città, attraversano i ponti, osservano statue e palazzi pomposi. A Lubiana si respira un’aria asburgica e raffinata. Una piccolissima Vienna. Del passato jugoslavo non rimane moltissimo. Durante la mattina di ieri, le scuole si sono divise in diverse fasce orarie per visitare il Museo di Storia contemporanea di Lubiana. Il palazzo Cekinov grad, che ospita il museo, è una scheggia rosa immersa nel verde del parco Tivol.
Dalla ricostruzione di una trincea della Prima guerra mondiale si arriva fino all’epoca del benessere, tra telefoni e lavatrici, passando, naturalmente, dall’occupazione nazifascista. Restano le divise, i fucili, i coltelli. Si attraversa la piccola trincea ricostruita. Si respira poco, si sta stretti. Si vedono i mitragliatori, le borracce. Ci si ferma a riflettere. Ci si sente fortunati. Nel pomeriggio ai ragazzi si chiede uno sforzo emotivo non indifferente. La visita porta l’intero gruppo al Cimitero di Lubiana. La guida è lo storico Federico Tenca Montini, dell’Università di Udine.
Il chiacchiericcio degli studenti va via via scemando. Un rispettoso silenzio è la giusta cornice per l’omaggio ai caduti italiani della Prima guerra mondiale. Una parte del Cimitero, infatti, ospita un piccolo monumento e un migliaio di croci di pietra per i soldati italiani morti nelle prigioni austriache durante il primo conflitto mondiale. Gli studenti posano una corona di alloro sotto il monumento dedicato dall’«Alma Mater Italia» ai suoi militari caduti in guerra. Una seconda corona viene invece posta ai piedi del Memoriale degli Sloveni caduti nella lotta contro l’occupazione fascista dal 1941 al 1945, vittime di quel cambio radicale della politica di occupazione fascista che giunse con la Circolare 3C, sintetizzato dalla agghiacciante formula ‘Testa per dente’, che prevedeva una rappresaglia massiccia a fronte di tutte le operazioni partigiane slovene, particolarmente concentrate a Lubiana.
Il percorso procede con una camminata su un breve tratto della ex cintura di ferro, lunga quarantuno chilometri, eretto dal Regio esercito italiano con il filo spinato il 24 febbraio del 1942, e ribattezzato, oggi, Sentiero del ricordo e della fratellanza, un anello verde che circonda la città. L’orizzonte è disegnato dalle Alpi, un panorama noto. È con questa vista che le divisioni si assottigliano e le terre lontane ci sembrano più vicine.
Tutti insieme, a pochi passi dal Cimitero, i quattrocento studenti hanno reso omaggio alle vittime del fascismo con una breve cerimonia presso il monumento agli Ostaggi fucilati dal Regio Esercito nella cava di Gramozna Jama. Un momento di unità in ricordo della spietata strage, siglato dalla presenza di Rosolino Azzali, in rappresentanza del Coordinamento degli Enti locali per la pace, e del vicesindaco di Lubiana, Boštjan Koritnik. A Gramozna Jama, presso la cava abbandonata poco a nord della stazione ferroviaria di Lubiana, vennero fucilati senza processo, per rappresaglia, 121 ostaggi sorteggiati a caso. Una crudeltà di cui restano i segni.
Il ricordo di questa atrocità è stata l’occasione di condividere l’idea di un futuro di speranza e pace, basato proprio sulle giovanissime generazioni, chiamate a costruire un mondo di solidarietà e amore contro un passato spesso segnato da odio e divisioni. Nel suo discorso, pronunciato interamente in italiano, il vicesindaco Koritnik, ha proprio insistito sulla responsabilità dei giovani nel mantenere viva la memoria storica: «La debolezza di ogni memoria è che svanisce, ma a questo è particolarmente soggetta la memoria storica, come vediamo continuamente. Sono i giovani che potranno coltivare la memoria storica affinché simili orrori non si ripetano». E sulla brutalità che investì degli innocenti in quei giorni di morte e rappresaglia: «La loro ‘colpa’ fu quella di trovarsi nel posto sbagliato al momento sbagliato».
Infine, dopo aver citato Toto Cutugno e il suo amore per la lingua italiana, Koritnik ha lanciato un augurio originale per il futuro: «Dobbiamo fare in modo che tra cento anni qualche nuovo Alighieri non scriva alle porte dell’Europa: ‘Lasciate ogni speranza voi ch’entrate’, ma ‘Lasciate ogni pessimismo voi ch’entrate’». Alle sue parole fa eco il discorso pronunciato da Azzali: «Abbiamo un grande obiettivo: quello di ricordare per formare una nuova generazione di testimoni, capace di guardare al futuro forte dei valori di democrazia, libertà e uguaglianza. Costruire una società più giusta e solidale passa anche da qui».
Il Viaggio della Memoria di quest’anno è stato poi incentrato sul tema della frontiera, che, per Azzali: «Non deve più essere muro, ma luogo del riconoscimento dell’altro e la porta aperta per l’amicizia fra i popoli». Al termine della cerimonia, gli studenti hanno posato una corona sul monumento agli Ostaggi e osservato un minuto di silenzio. Infine, alcune scuole hanno portato degli omaggi alla città di Lubiana, rappresentata dal suo vicesindaco: l’Istituto Stradivari ha donato un libro sulla sezione di liuteria, il Polo Romani di Casalmaggiore, un catalogo del Museo del Bijou, lo Stanga un cestino di formaggi prodotti dai ragazzi. La consigliera comunale Elisa Chittò, in rappresentanza del Comune, ha poi consegnato a Koritnik il gagliardetto della città.
Dal Museo di Storia contemporanea al monumento degli Ostaggi fucilati, la giornata di ieri ha impegnato tutti i ragazzi sia fisicamente che emotivamente. Un viaggio tra le tragedie del secolo breve. Si comincia con il Museo della Storia contemporanea, che racchiude in sé la summa dei principali eventi che interessarono il territorio sloveno nel Novecento. Le occupazioni, lo smembramento. La guerra è lo snodo centrale di questa fase. I ragazzi non possono restare indifferenti. «La visita al Museo – secondo Jennifer Ajazi, 4C commerciale Einaudi – ci ha permesso di comprendere meglio la storia della Slovenia. Tra i momenti che mi hanno più colpito, quello sicuramente più affascinante è stato poter vedere i pigiami dei soldati nelle trincee, qualcosa che non si trova spesso nei musei».
Anche per Cesare Preti, della 5A classico del liceo Manin, la visita al museo è stato un momento eccezionale anche per gli oggetti esposti nel piccolo museo: «È stato bello vedere le divise dei soldati in trincea. La visita ci ha consentito di comprendere meglio alcuni fatti storici determinanti, in particolare la Prima guerra mondiale». Dopo la visita, i ragazzi hanno anche avuto modo di visitare la città e godersi l’atmosfera elegante e mitteleuropea della capitale slovena. «Mi è sembrata una città molto ordinata – continua Cesare –. Me la aspettavo molto più cupa: è stata una bella sorpresa». Il momento più toccante è stato senza ombra di dubbio la visita al Cimitero di Žale.
«È stato emozionante visitare i luoghi che sono stati teatro di eventi importanti, dopo averli studiati sui libri – racconta Alice Radaelli, 5A PNA Moda dell’istituto Sraffa di Crema –. Questo viaggio ci sta dando l’opportunità di conoscere i luoghi di un passato che ha determinato il nostro presente». Proprio Alice con altri studenti di varie scuole, ha posato la corona di alloro sul monumento agli Ostaggi fucilati dai fascisti a Gramozna Jama, insieme al vicesindaco di Lubiana, Boštjan Koritnik, Rosolino Azzali, Ilde Bottoli (referente storica del Viaggio) e Tiziano Zanisi (presidente dell’Associazione Nazionale Divisione Acqui di Cremona). «Portare la corona – continua Alice – mi ha emozionato dall’inizio alla fine: dalla camminata al minuto di silenzio. Un momento da ricordare».
Con lei, c’era anche Marta Ruggeri, 4A LSA dell’Iis Torriani: «Vedere tutti noi ragazzi coinvolti e in silenzio durante il ricordo a chi ha dato la vita per l’Italia e per la Slovenia è stato molto significativo. Portare la corona mi ha fatto sentire coinvolta sia in questo progetto, sia nel nostro ruolo attivo nella memoria».
Anche le parole di Fabio Zucca, 4B istituto Stanga, sono specchio di un’esperienza formativa che lascerà un segno profondo nelle coscienze dei quattrocento studenti partecipanti al Viaggio: «Visitare il cimitero mi ha fatto riflettere sull’orrore della guerra: abbiamo camminato tra le lapidi di migliaia di ragazzi poco più grandi di noi». Obiettivo raggiunto, quindi, anche quest’anno, dal Viaggio organizzato dalla Rete delle scuole cremonesi, come testimoniano le parole di tanti studenti che sentono il dovere di preservare e diffondere il ricordo delle efferatezze del passato perché non vengano più commesse.
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