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#DIRITTODICRITICA: 'Beethoven meets Rock', la recensione

Nuovo appuntamento con l'iniziativa organizzata dal giornale 'La Provincia' e da Fondazione Teatro Amilcare Ponchielli

La Provincia Redazione

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09 Aprile 2024 - 16:10

'Musica al Museo' con Beethoven

CREMONA - Torna l'appuntamento con #DIRITTODICRITICA, l'iniziativa organizzata dal giornale La Provincia e da Fondazione Teatro Amilcare Ponchielli, che offre agli studenti delle scuole cremonesi la possibilità di esprimere il loro giudizio motivato e argomentato sugli spettacoli in cartellone al Ponchielli. Protagonista di questo appuntamento è Beethoven meets Rock, uno spettacolo musicale con il trio d'archi Ceccanti-Serova.

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Esperimento o esperienza musicale come lo si voglia definire, l’evento "Beethoven meets Rock" ha sicuramente raggiunto il suo scopo: esaltare il potere della musica di viaggiare nel tempo sotto la spinta del genio umano. Ai virtuosi Duccio Ceccanti al violino, Anna Serova alla viola e Vittorio Ceccanti al violoncello l’onore di regalare al pubblico una serata memorabile. Il concerto ha preso il via con l'imponente e raffinata Serenata in Re Mag op. 8 di L. V. Beethoven. Opera ponte tra epoche diverse, fra i vaghi riferimenti alla musica d’occasione dei salotti viennesi vi si intravedono i bagliori di quelle idee rivoluzionarie che caratterizzeranno la produzione successiva del genio di Bonn. Nella Marcia, infatti, è facilmente riconoscibile la cellula motivica sulla quale avrà innesto la celeberrima Quinta Sinfonia. Su questo volteggiare tra passato e futuro, il Trio d'Archi con grazia e precisione ordisce una tela melodica che cattura lo spettatore e lo introduce in una dimensione nuova, preparandolo ad accogliere il secondo tempo con un’attenzione libera da condizionamenti e stereotipi. L'energia ribelle del rock, con "Legends of Rock for Strings" di Roberto Molinelli, pare animare lo splendido sipario Rizzi alle spalle dei musicisti. Arrangiamenti brillanti fanno vibrare l’aria riempiendola dei contrasti ritmici e duri dei Rolling Stones, smussati dalla cristallina eleganza degli archi per essere immessi fluidamente in quel meraviglioso inno alla vita: Hey Jude dei Beatles. A rompere strutture ritmiche e a disorientare completamente è il passaggio per la meno nota Bicycle Race dei Queen: esaltazione della libertà della musica di infrangere barriere per superare se stessa e viaggiare oltre i confini. Equilibrio perfetto tra i tre archi nel dialogo che ha sorretto l’impalcatura melodica dei Led Zeppelin: l’assenza delle voci di Page e Plant è stata riempita dal canto ora del violino ora della viola, ritmicamente abbracciati dalla forza del violoncello; gli strumenti hanno consegnato al pubblico in sala l’essenza della musica che, recuperando il testo di Stairway To Heaven, è nell’impregnarsi della cultura del proprio tempo, ma contemporaneamente, nel lasciarsi permeare dal nuovo. I Maestri Anna Serova e Duccio e Vittorio Ceccanti sono stati ambasciatori della musica, hanno portato un messaggio di unità attraverso questa straordinaria performance.

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