L'ANALISI
18 Marzo 2024 - 13:49
Il Teatro Ponchielli
CREMONA - Torna l'appuntamento con #DIRITTODICRITICA, l'iniziativa organizzata dal giornale La Provincia e da Fondazione Teatro Amilcare Ponchielli, che offre agli studenti delle scuole cremonesi la possibilità di esprimere il loro giudizio motivato e argomentato sugli spettacoli in cartellone al Ponchielli. Protagonista di questo appuntamento la Oxford University Orchestra.
RUSSO LUDOVICO EMANUELE - V Liceo Musicale Stradivari
Il concerto della Oxford University Orchestra, tenutosi il 13 marzo 2024 al Teatro Ponchielli, è stato straordinario, un'esperienza che ha fatto vibrare le corde dell'anima e ha accompagnato il pubblico in un viaggio attraverso un ricco panorama di emozioni musicali. Il programma, curato con maestria, ha offerto un ventaglio eclettico di composizioni, spaziando dal contemporaneo al classico, garantendo così una serata indimenticabile per gli appassionati della musica di ogni genere e di ogni tempo. L'apertura del concerto è stata affidata a "Solum" di Giulia Monducci: dissonanze che stupiscono l’ascoltatore, lo avvolgono e gli tessono intorno una trama inaspettatamente rassicurante e pregna di suggestione emotiva. Pëtr Il’ič Čajkovskij con Ouverture-Fantasia in si minore da “Romeo e Giulietta” per un balzo nel passato. Capolavoro reso efficacemente dai giovani musicisti che hanno saputo dare forza ai contrasti tra i temi. Il tocco profondo dei clarinetti e dei fagotti, come canne d’organo, sottolineano il dramma, poi nel silenzio di questi ultimi, si insinuano gli archi a dipingere un’atmosfera gotica. La performance della "Sinfonia n. 2 in Si Maggiore" di Ruth Gipps è stata una piacevole scoperta: meno conosciuta, molto ricca di colori orchestrali, ha dato prova del talento della compositrice britannica. Particolarmente interessanti gli interventi della sezione delle percussioni. A concludere in ascesa la serata la maestosa esecuzione della “Sinfonia n. 2 in Re Maggiore” di Brahms. L'orchestra ha mantenuto costantemente energia e tensione interpretativa, sotto l’egida di una bacchetta, quella di Cayenna Ponchione-Bailey, che con precisione e determinazione ha reso palpabile ogni sfumatura della partitura. I guizzi del clarinetto e i voli dei fiati sui pizzicati degli archi avviano alla conclusione; i temi giocano a riproporsi fino a evocare la chiusura con l’improvviso ritorno del tema iniziale spinto da legni e ottoni. Un esplosione gioiosa di una musica che, nonostante il fluire del tempo, rimane giovane e permeata di emozioni, ideali e valori, a volte contrastanti e in conflitto tra loro, ma pur sempre immortali.
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