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#DIRITTODICRITICA: 'Forte e Chiara', la recensione

L'iniziativa organizzata dal giornale 'La Provincia' e da Fondazione Teatro Amilcare Ponchielli propone lo spettacolo dell'attrice toscana

La Provincia Redazione

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08 Marzo 2024 - 15:04

#DIRITTODICRITICA: 'Forte e Chiara, la recensione

L'attrice toscana Chiara Francini

CREMONA - Torna l'appuntamento con #DIRITTODICRITICA, l'iniziativa organizzata dal giornale La Provincia e da Fondazione Teatro Amilcare Ponchielli, che offre agli studenti delle scuole cremonesi la possibilità di esprimere il loro giudizio motivato e argomentato sugli spettacoli in cartellone al Ponchielli. Protagonista di questo appuntamento è lo spettacolo 'Forte e Chiara' di Chiara Francini, con la regia di Alessandro Federico

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Martedì sera, mentre fuori pioveva a dirotto come non accadeva da tempo, è andato in scena al teatro Ponchielli lo spettacolo “Forte e Chiara”, interpretato da Chiara Francini, con le musiche originali eseguite dal vivo da Francesco Laineri e la regia di Alessandro Federico.
Chiara è entrata in scena con un abito, un’acconciatura e un’andatura che mi hanno fatto pensare ad Alice nel paese delle meraviglie e ha iniziato a parlare con un timbro di voce e un vocabolario accattivante, simpatico per l’accento e con una dizione perfetta. La sintonia col pubblico è arrivata immediatamente, complice il bisogno fisiologico espletato al telefono con la mamma che a tutti ha ricordato un po’ la propria o la canzone di Pollon, cara alla maggioranza del pubblico boomer presente in sala.
La protagonista si è raccontata in un monologo che è partito da quando era ancora nella pancia della madre e ha proseguito con aneddoti accaduti durante i primi anni di vita, la vita di una ragazzina povera di provincia cresciuta con l’ educazione rigida di genitori e nonni e la voglia di essere la migliore per uscire dalla massa ed diventare “visibile”.
La Francini, con la sincerità che caratterizza tutta la rappresentazione, ha detto al pubblico di non essere più povera, almeno esteriormente, ma di appartenere alla categoria di coloro che in passato lo sono stati, gli arricchiti, non in senso dispregiativo, ma coloro che sono consapevoli di quello che hanno e prima non avevano e della fatica che hanno fatto ad ottenerlo con impegno e lavoro.
La performance di Chiara ci ha fatto sorridere per le molte battute divertenti ma anche riflettere sul senso della felicità che per molte donne è destinato ad essere parziale, mai perfetto, completo e totale e per questo, in mezzo ad applausi che sono continuati per parecchi minuti e le hanno imposto di tornare sul palcoscenico più e più volte, usciamo dal teatro profondamente toccati da quanto una vita normale possa essere straordinaria.

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