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#DIRITTODICRITICA: 'Suono di primavera', la recensione

L'iniziativa organizzata dal giornale 'La Provincia' e da Fondazione Teatro Amilcare Ponchielli propone l'operetta

La Provincia Redazione

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15 Febbraio 2024 - 11:33

#DIRITTODICRITICA: 'Sconfinamenti', la recensione

CREMONA - Torna l'appuntamento con #DIRITTODICRITICA, l'iniziativa organizzata dal giornale La Provincia e da Fondazione Teatro Amilcare Ponchielli, che offre agli studenti delle scuole cremonesi la possibilità di esprimere il loro giudizio motivato e argomentato sugli spettacoli in cartellone al Ponchielli. Protagonista di questo appuntamento è 'Suono di primavera', della violinista coreana Kim Bomsori. Con lei sul palco Thomas Hoppe, pianista impeccabile che vanta una carriera nelle più prestigiose sale da concerto.

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9 febbraio 2024, il Ponchielli di Cremona diviene tempio della musica quando la giovane violinista coreana Kim Bomsori compare sul palcoscenico accanto al pianista Thomas Hoppe. “Suono di primavera” è la traduzione del suo nome e la limpidezza del suono ha accarezzato gli ascoltatori proprio come lo Zefiro che annuncia l’arrivo della bella stagione. Ad aprire la serata la Sonata per violino op. 105 di Schumann. Il canto del violino della Bomsori prende per mano il pubblico in sala e lo accompagna in un intenso viaggio tra sospiri leggeri e ventate energiche. Il tema viene elaborato più volte e rivela in modo efficace il mondo interiore dell’artista come dell’ascoltatore: ogni attimo della vita oscilla tra dubbio e scelta, tra passione e inquietudine. Il violino accarezza più volte la stessa frase, la ripete quasi a volerne scolpire la melodia, prima di scivolare nell'Allegretto intessuto su un gioco di armonie cantabili e introspettive. Accanto alla dea e al Guarneri del Gesù “ex-Moller” 1725, Thomas Hoppe, come un sacerdote, sostiene con la sua tecnica impeccabile e la sua sensibilità musicale ogni brano. L'interplay tra il violino e il pianoforte è magistrale: i due artisti si alternano e si completano in modo armonioso. Emozione pura l’esecuzione della Sonata n.3 in sol minore per violino di Claude Debussy. Capolavoro di rottura nei confronti della poetica impressionista: i contrasti timbrici in ripetizioni di cellule melodiche modificate scuotono l’ascoltatore e ne richiamano in modo costante l’attenzione. L’inciso melodico, giocato ora dal violino ora dal pianoforte, appare estremamente mutevole e, a volte, quasi disorientante. Le emozioni oscillano dall'euforia alla malinconia, mentre i due artisti esplorano ogni sfumatura della partitura. Tocco sapiente e raffinato anche in Notturno e Tarantella op 28 di Karol Szymanowsky, dove il suono ondeggia circondato da trilli ed effetti di contorno ed esplode, nelle ultime misure, in una progressione ascendente con un glissando stringendo che pare ne voglia soffocare il respiro, ma che nell’ascoltatore genera appagamento e tregua. Concerto molto apprezzato dal pubblico cremonese che ha disertato uno degli appuntamenti della kermesse sanremese per librarsi tra sogno e realtà sulle ali di una musica che, linguaggio universale, dialoga con l’animo di ciascuno di noi.

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