L'ANALISI
06 Febbraio 2024 - 05:10
Mi chiamo Ludovica, ho 27 anni e 9 anni fa, quando ho scoperto Radioimmaginaria, mai avrei pensato che la radio sarebbe diventata la mia più grande passione. Era l’anno della maturità al Liceo Manin e non stavo passando un gran bel periodo: l’ansia per gli esami, i dubbi sulla scelta dell’università, un po’ di casini a casa e la fine della classica prima storia d’amore tra i banchi di scuola. Insomma, i periodi così quando si è adolescenti capitano anche troppo spesso, sembra che tutto debba succedere sempre a te, eppure proprio quell’anno mi è successa Radioimmaginaria.
In quel periodo, infatti, mia cugina, che aveva un anno in meno di me, mi aveva parlato di una radio di cui faceva parte, era una web-radio fatta solo da ragazzi che si ritrovavano il sabato pomeriggio per trasmettere insieme.
Allora non è che ne sapessi tanto di radio. Sicuramente sapevo cosa volesse dire ascoltarla: le mattine fortunate in cui mio papà mi accompagnava a scuola evitandomi il tragitto Cicognolo-Cremona in autobus, la radio era sempre accesa in macchina. Era un sottofondo rassicurante, perché significava che ancora non era arrivata l’ora di entrare in classe. Eppure non mi ero mai chiesta cosa volesse dire “fare la radio” né cosa ci fosse dietro alla musica e alle voci che sentivo uscire dalle casse dell’auto di mio padre. Così un sabato pomeriggio mi decisi ad accompagnare mia cugina “in radio”, come diceva lei.
All’inizio a convincermi fu più che altro il piacere di stare in compagnia di nuove persone, di sfidarmi e provare a parlare davanti a quel microfono che all’inizio fa sempre un po’ paura. Per me che a scuola sono sempre arrossita anche solo per alzare la mano in classe, parlare davanti ad un microfono ed immaginare che dall’altra parte ci fosse qualcuno ad ascoltare, non fu subito facilissimo. Radioimmaginaria, però, diventò subito una valvola di sfogo che credo abbia svoltato molte delle mie settimane da maturanda esaurita. Era il 2015, i social che adesso vanno per la maggiore tra gli adolescenti, iniziavano a diffondersi sempre di più, eppure in quelle due ore di radio settimanali il telefono si usava molto poco.
Dal Polo Ghisiotto nel quartiere ZAIST, dove ancora oggi ha sede la redazione di Cremona, Radioimmaginaria ha portato me ed altri speaker cremonesi al Festival di Sanremo, a Giffoni Film Festival, a Lucca Comics and Games, ad Eurovision Song Contest.
Io mi sono appassionata così tanto che anche da maggiorenne ho deciso di continuare questa esperienza per aiutare tanti altri adolescenti ad avere occasioni per crescere ed esprimersi liberamente. A distanza di quasi 10 anni dalla mia prima puntata, Radioimmaginaria continua ad essere una realtà innovativa, che aiuta ragazze e ragazzi da tutta Italia e non solo, ad uscire dall’isolamento dei propri pensieri ingarbugliati e degli schermi di cellulari, tablet e computer per provare ad immaginare ad alta voce, in gruppo, con un microfono davanti alla bocca e le cuffie in testa.
Radioimmaginaria è la radio degli adolescenti, il network europeo fatto da ragazze e ragazzi dagli 11 ai 17 anni. È nata a Castel Guelfo di Bologna, un paesino di 4.000 abitanti tra Imola e Bologna, poco più grande di Cicognolo, il paese in cui sono cresciuta io.
L’idea è nata da un gruppo di adolescenti nel 2012, in un periodo in cui di web-radio e podcast si sentiva ancora parlare poco. Dal 2012 Radioimmaginaria, che fin dal primo giorno ha avuto l’ambizione di diventare un media di riferimento per le nuove generazioni, si è diffusa prima nella provincia di Bologna e in Emilia-Romagna e poi in tutta Italia, a partire proprio da Cremona.
Ad oggi Radioimmaginaria conta più di 200 speaker che trasmettono settimanalmente da circa 40 città. Oltre a Castel Guelfo e Cremona, ci sono antenne a: Bologna, Forlì, Ravenna, Monza, Milano, Lodi, Torino, Sanremo, Verona, Trieste, Firenze, Macerata, Roma, Napoli, Siracusa, Cosenza,.. Radioimmaginaria si fa in gruppo, anche in 10 davanti allo stesso microfono, e i telefoni e i social si usano in modo attivo, per cercare spunti e notizie per le riunioni di redazione e nuovi modi di comunicare.
Oltre ad essere un media e una testata giornalistica, Radioimmaginaria è anche un’associazione di promozione sociale che fa formazione extra-scolastica nel campo della comunicazione, della radio e del giornalismo fatto con il linguaggio degli adolescenti. Quello che si scopre ascoltando Radioimmaginaria, infatti, è che la “lingua” che parlano i ragazzini, anche se non sempre impeccabile o comprensibile, ha una sua dignità e per questo merita di essere considerata. Per questo motivo Radioimmaginaria spesso collabora con media e testate, istituzioni ed organizzazioni nazionali ed internazionali per fare un’importante attività di “mediazione culturale” tra il linguaggio degli adolescenti e quello degli adulti.
Per questo, proprio in questi giorni, Radioimmaginaria è a Sanremo con un team di 50 speaker adolescenti (tra cui anche alcuni redattori cremonesi) durante tutta la settimana del Festival per raccontarlo dal punto di vista dei ragazzi che sempre di più ne sono appassionati. Lo conferma RaiPlay Sound, la piattaforma podcast di RAI, che quest’anno ha affidato proprio a Radioimmaginaria un podcast quotidiano chiamato “Stonati a Sanremo — 40 adolescenti senza pass”.
Radioimmaginaria, inoltre, passerà nel mese di marzo in alcune scuole di Cremona e provincia per presentare “La Ragazza delle Onde”, il podcast fantasy prodotto per RaiPlay Sound dedicato a Guglielmo Marconi, l’inventore della radio, di cui quest’anno si festeggia il 150esimo compleanno.
Se anche tu che stai leggendo questa storia hai dagli 11 ai 17 anni, puoi far parte di Radioimmaginaria: basta mandare una mail a radioimmaginaria@gmail.com visitare il sito radioimmaginaria.it o la pagina Instagram @onair_radioimmaginaria.Alessandro, Aurora, Davide, Federico, Marta e Matilde, che sono gli speaker dell’attuale redazione di Cremona, ti aspettano!
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