L'ANALISI
31 Dicembre 2023 - 15:00
CREMONA - Una star del rock sta per andare in scena, ma quello che si preannuncia come un concerto trionfale si trasforma in un incubo, tra musicisti indisciplinati, problemi tecnici e spettatori che contestano. È con Sconcerto rock e con Gene Gnocchi che il Ponchielli si prepara questa sera alle 22 a festeggiare la sera di San Silvestro, con il brindisi finale per salutare l’arrivo del 2024.
Gnocchi, Sconcerto rock è il titolo scelto per lo spettacolo. Vuole davvero disorientare il pubblico? Che cosa ci si deve aspettare questa sera?
«Una serata un po’ sgangherata, imprevedibile per certi aspetti, ma comunque occasione per raccontare l’Italia di oggi, nel bene e nel male. Anche il pubblico avrà un ruolo determinante, un compito ben preciso al quale difficilmente riuscirà a sottrarsi. Sfodererò tutti i ferri del mestiere».
Il mondo onirico e il non sense sono da sempre i suoi tratti distintivi. Questa sera, inoltre, vestirà i panni sgangherati di una rockstar.
«Insieme al calcio, la musica è autentica passione e una inesauribile fonte di ispirazione. Il rock lo è in particolare, sono maniaco. Vado a sentire gruppi che nessuno conosce, sono rockettaro dalla testa ai piedi, anzi punk rock. Con un sogno nel cassetto: aprire o chiudere con la mia band un concerto di Bruce Springsteen».
In attesa che il sogno si avveri, al Ponchielli come parlerà di rock?
«Vestendo i panni di The Legend, principiante assoluto ma dalle enormi ambizioni. Ho voluto rileggere la musica rock e rivederla attraverso la lente deformante dell’ironia. Ad accompagnarmi un trio di musicisti niente male: Diego Cassani alla chitarra, Luca Baranial basso e Paolo Trabucchi alla batteria. Saranno loro i miei compagni delle scorribande musicali sul e giù dal palco».
Lei utilizza l’ironia per comunicare dal piccolo schermo, dal palcoscenico, attraverso i libri che scrive e nelle gag dei personaggi che interpreta. Quanto è importante nella quotidianità di ciascuno?
«È fondamentale, ti salva sempre, ti consente di capire che tutto quello che viviamo è assurdo, mi piace la comicità dell’assurdo. Non crede siano assurdi i monopattini che sfrecciano in strada»?
I monopattini, e anche altro, sono tra i suoi bersagli preferiti...
«Certamente! Ai monopattini aggiungo i programmi di cucina, gli show dei cuochi più o meno stellati, i rincari delle bollette della luce e del gas. Mi fermo qui, non vorrei fare troppe anticipazioni. Altrimenti il pubblico conosce già tutto e stasera preferisce rimanere a letto invece che trascorrere l’ultima notte dell’anno a teatro con Gene Gnocchi».
Non c’è giorno migliore dell’ultimo dell’anno per tirare le somme..
«Certamente. Ci sarà spazio per riflettere sul tempo che abbiamo, sul tempo che passa e sulla più stretta attualità».
Le ha un suo tempo?
«Ciascuno, me compreso, ha un proprio tempo differente, la società però ti impone di andare sempre velocissimamente senza avere il tempo, appunto, di recuperare. L’augurio che faccio per il nuovo anno contempla anche questo: rispettate il vostro tempo, recuperate il vostro tempo, funzionerà tutto meglio».
In Sconcerto rock ci sarà spazio anche per l’improvvisazione?
«Di preconfezionato c’è qualcosa, i punti fermi ci sono. Per il resto ci si affida al momento, agli umori e al gradimento del pubblico — e qui, modestamente, sta la nostra bravura —. Trasformeremo l’improvvisazione in cartina di tornasole da utilizzare magari in altri spettacoli. Insomma, il canovaccio c’è, ma c’è anche tanta libertà. È il bello di questo lavoro».
Musica e calcio. Della prima abbiamo già detto. Gioca ancora a pallone?
«Non più per raggiunti limiti di età, ma seguo sempre la Cremonese del mio amico Stroppa. Ci gioca un grande talento come Vasquez, mi piace anche Castagnetti che gioca in quello che è stato il mio ruolo. Mi è dispiaciuto per la sconfitta con il Palermo. Una partita che la Cremonese doveva portare in porto. Ho visto una difesa un po’ ballerina.... Pazienza, i ragazzi si rifaranno. Non con il mio Parma, mi auguro...».
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