L'ANALISI
STRADIVARIMEMORIALDAY
18 Dicembre 2023 - 12:00
CREMONA - Cremona celebra, ancora una volta, il suo beniamino, l’amatissimo concittadino, padre nobile della liuteria internazionale e simbolo della città nel mondo, oggi, nell’anniversario della sua scomparsa, avvenuta il 18 dicembre del 1737. Come di consueto, l’omaggio non potrà che tenersi nel luogo per eccellenza dedicato alla maestria artigiana del liutaio cremonese: il Museo del Violino. Proprio all’Auditorium Arvedi si terrà, infatti, stasera alle ore 21, lo StradivariMemorialday, la conclusione ufficiale delle celebrazioni dello Stradivari Festival tenutosi all’Auditorium nei mesi scorsi. Anche questa sera si celebrerà il trionfo della nobile arte dell’archetto. Un artista prestigioso, al suo debutto all’Auditorium del Museo del Violino: Ilya Gringolts, violinista russo di raffinata abilità e tecnica e dal suono suadente e deciso.
Artista pluripremiato e riconosciuto nel panorama musicale internazionale, vincitore del Concorso Violinistico Internazionale Premio Paganini nel 1998, a quali migliori mani potrebbe essere affidato il preziosissimo Stradivari 1715, il leggendario ‘Cremonese’, fiore all’occhiello della collezione del Museo? Uno strumento eccezionale direttamente dal periodo d’oro di Stradivari (1700-1720), durante il quale liutaio produsse gli strumenti più inavvicinabili: sono gli anni della piena maturità, il periodo durante il quale il liutaio porta a compimento il lavoro di ricerca e sperimentazione sviluppato nel corso di lunghi decenni di lavoro, sono gli anni che vedono la creazione di strumenti unici per la loro qualità acustica. Il ‘Cremonese’, appena un mese fa, è stato protagonista all’Ambasciata francese, suonato dalle abilissime mani della giovane violinista Sara Zeneli, a testimonianza della ricchezza senza tempo del patrimonio artistico cremonese, che ancora oggi tanto deve agli insuperabili capolavori dei suoi maestri liutai.
Accompagnato dal suo connazionale pianista, Peter Laul, artista di vero pregio, Gringolts eseguirà un programma che propone uno sguardo che viaggia dai primi decenni dell’Ottocento con Franz Schubert, fino al Novecento di Ernest Bloch, passando dalle articolazioni romantiche di Robert Schumann. Il concerto si aprirà proprio con Schumann e la sua ‘Große Sonata’ (la Sonata n.2 per violino e pianoforte op.121, chiamata ‘Grande Sonata’ per dare un senso di superamento all’insoddisfazione per la prima Sonata, composta poche settimane prima), che, già dal titolo (anzi, dal sottotitolo), sottintende la sua particolare ampiezza e il colossale impegno compositivo che, nel 1851 portò alla genesi di questo grande capolavoro dal linguaggio febbrile e appassionato, che si articola su quattro movimenti in un ventaglio emotivo che tocca le corde dell’anima, dal Vivace iniziale ai temi sinistri del quarto, passando dallo Scherzo del secondo e il malinconico Sottovoce del terzo.
Segue la Fantasia in do maggiore di Schubert, uno dei pochissimi pezzi per violino scritti da Schubert, che la compose nel 1827 per il violinista boemo Giuseppe Slawik; sebbene sia stata accolta freddamente dalla critica viennese alla sua prima esecuzione pubblica, la Fantasia occupa oggi uno dei primissimi posti, se non addirittura la preminenza, nella scala dei valori delle composizioni per violino e pianoforte, per la sua natura fortemente virtuosistica e brillante. In chiusura, ‘Baal Shem, Tre quadri di vita Cassidica’, un brano di Ernest Bloch che, secondo il compositore Mario Castelnuovo Tedesco, «presenta gli stessi tre movimenti dell'anima ebraica: la tristezza, l’esaltazione lirica e la gioia sfrenata». Un viaggio in terre lontane, alle origini di tutto: Pentimento, Improvvisazione, Esultanza. Lasciatevi affascinare.
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