L'ANALISI
05 Dicembre 2023 - 05:15
La vittoria a sorpresa del partito di estrema destra PVV di Geert Wilders nei Paesi Bassi
A pochi mesi dalle elezioni del Parlamento europeo del prossimo anno, l’estremismo è in aumento in Europa. La vittoria a sorpresa del partito di estrema destra PVV di Geert Wilders nei Paesi Bassi ha inviato onde d’urto in tutta l’Unione Europea. Altrove, il barlume di speranza che si era aperto con l’elezione di Lula da Silva a presidente del Brasile al posto dell’autoritario Jair Bolsonaro si è infranto il 19 novembre, quando gli argentini hanno votato per Javier Milei o ‘El Loco’ (il pazzo), come titola una sua recente biografia del 2023. Questo episodio latinoamericano sembra confermare la tesi di Hannah Arendt, secondo cui la vera minaccia alla democrazia non proviene da nazisti o comunisti convinti, ma da persone per le quali «la distinzione tra realtà e finzione, tra vero e falso non esiste più».
Data la proliferazione della disinformazione, delle teorie complottiste e di vere e proprie bugie a cui siamo tutti esposti attraverso i social media e altre fonti di informazione on-line, le prospettive sono tutt’altro che rosee in vista delle numerose elezioni che si terranno in tutto il mondo il prossimo anno.
Il 2024 è stato definito la madre di tutti gli anni elettorali: la prestigiosa rivista britannica The Economist sottolinea che fino a 2 miliardi di persone in 70 Paesi si recheranno alle urne. Gli Stati Uniti, il Regno Unito, l’India, l’Indonesia, il Sudafrica e Taiwan sono tra coloro che voteranno e alcuni risultati elettorali avranno inevitabilmente un impatto enorme, ben oltre i loro confini.
Questo vale anche per i 27 Paesi dell’UE che dal 6 al 9 giugno eleggeranno i membri del Parlamento europeo, determinando così il futuro del nostro continente in termini di politica interna ed estera per i prossimi cinque anni. Purtroppo, molte delle elezioni del 2024 si svolgeranno in un contesto difficile, visto il numero crescente di regimi illiberali in tutto il mondo, per non parlare di veri e propri Stati totalitari come la Bielorussia.
Secondo un recente rapporto dell’Istituto Internazionale per la Democrazia e l’Assistenza Elettorale (IDEA), con sede a Stoccolma, la metà dei Paesi del mondo sta soffrendo una condizione di declino democratico dovuto, tra le altre cose, a elezioni irregolari e alla limitazione dei diritti, tra cui la libertà di espressione e di associazione. È in questo contesto che l’Associazione delle Scuole di Studi Politici del Consiglio d’Europa (ASPS), che promuove la democrazia, i diritti umani e lo Stato di diritto nell’Europa centrale e orientale e nel Nord Africa, ha organizzato all’inizio del mese un dibattito pubblico a Strasburgo intitolato, ‘L’autoritarismo è inevitabile?’, con un gruppo di illustri relatori provenienti da cinque Paesi europei.
Il direttore di Amnesty International per l’Europa e presidente dell’ASPS, Nils Muiznieks, ha sottolineato il crescente numero di regimi autoritari in Europa e l’ascesa di partiti nazionalisti di estrema destra, come il Rassemblement National francese, che fanno leva sul nazionalismo, sull’immigrazione, sulla crescente disuguaglianza e sui cambiamenti strutturali della società. L’accademica francese Frédérique Berrod ha sottolineato la necessità di sostenere il rispetto dello Stato di diritto come condizione per accedere ai fondi europei, nonché l’esigenza di monitorare attentamente gli eccessi autoritari e di rafforzare le salvaguardie legali per preservare i valori fondamentali dell’Unione Europea. Mikhail Minakov, politologo ucraino, ha sostenuto che il futuro del suo Paese dipenderà dall’esito della guerra contro la Russia: questo determinerà il modo in cui gli ucraini guarderanno alla democrazia. Più in generale, si è soffermato sul modo in cui le difficoltà economiche potrebbero portare a conflitti e all’emergere di regimi autocratici, sottolineando la necessità di riforme elettorali per garantire l’integrità dei processi democratici.
Il cremonese Michele Bellini, consigliere politico alla Camera dei Deputati, ha sottolineato l’importanza di tener fede alle promesse insite nella democrazia liberale – lo sviluppo economico e l’uguaglianza politica – per respingere la minaccia dell’autoritarismo. Ha affermato che gli italiani sono disillusi dalla politica a causa di aspettative continuamente disattese; delusioni amplificate da fattori quali le continue crisi economiche, la globalizzazione. Nonostante ciò, Bellini ha affermato che la democrazia offre la possibilità di un cambiamento positivo e ha invitato a intensificare la riflessione sull’uso della tecnologia per rafforzare i processi democratici e sostenere i valori democratici. Il quadro desolante del declino della democrazia è stato controbilanciato dalle buone notizie provenienti dalla Polonia, trasmesse da una nota avvocatessa e attivista polacca per i diritti umani, Hanna Machinska, che ha descritto la massiccia mobilitazione dei cittadini che hanno protestano in tutto il Paese per i loro diritti. Ha sottolineato, inoltre, l’importanza delle recenti elezioni, che hanno registrato la più alta affluenza alle urne dal ritorno della democrazia dopo il crollo dell’Unione Sovietica, con donne e giovani in testa.
Sebbene l’atmosfera a Strasburgo rimanga di ansia per il futuro della democrazia nel nostro continente, il sentimento dominante rimane quello di una responsabilità comune: spetta a ciascuno di noi, sia individualmente che collettivamente, difendere i nostri diritti e i valori che sono alla base delle nostre società democratiche.
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