L'ANALISI
29 Novembre 2023 - 08:57
CREMONA - Sold out e trionfo di applausi e risate ieri sera al teatro Ponchielli per la prima delle due serate cremonesi del nuovo spettacolo del comico Angelo Pintus, ‘Una brutta persona’. Davvero una brutta persona, Pintus, che infrange ogni tabù, ogni dettame di politicamente corretto, ogni legge del bon ton. «Che teatro stupendo - comincia - l’ultima volta che sono venuto qua era il 2019 e ho detto ‘ci vediamo l’anno prossimo’… e poi è arrivato il Covid. Ora dico solo ‘ci si vede’, per non rischiare». Da subito, Pintus annuncia che, rispetto a qualche anno fa, ha decisamente meno filtri: «Una volta ero più gentile, adesso non mi interessa». Lo spettacolo inizia con una nota dolente sull’attualità: non sarà Roma a ospitare l’Expo 2030 che «si terrà invece in Arabia Saudita… chissà perché!», scherza. In scena solo le casse dei tecnici e cinque microfoni per raccontare «tutte le voci che mi frullano nella testa».
Per Pintus non devono esistere limiti alla comicità: è giusto imparare il rispetto ma senza limitare il sorriso. «Non è bello offendere gli altri ma è comicità ridere insieme agli altri», una grande verità che vuole riportare equilibrio tra la buona educazione e il diritto di ridere e scherzare. Ma l’esempio di comportamento ce l’abbiamo sotto il naso: «Dovremmo imparare dai bambini - dice - che sono esseri spregevoli: si divertono a vedere la gente che si fa male». Tantissimi i temi di attualità toccati dal comico. Le follie del politicamente corretto moderno nelle produzioni Netflix e Disney: «Biancaneve senza nani per non offendere le persone basse che senso ha?». Il razzismo? «Ma gli italiani non odiano chi viene da altri Paesi, gli italiani odiano tutti: pensate ai liguri alle prese con i turisti milanesi». Il cambiamento climatico e i manifestanti di Ultima Generazione spariti con l’inverno come le zanzare. Greta Thunberg scomparsa dai radar. La religione. I paradossi dell’identità di genere e i processi di transizione. Ma non mancano, tuttavia, momenti di serietà, alternata al faceto, con Pintus che mette in luce le ipocrisie della modernità tra sfruttamenti e povertà. Viene spesso interrotto da applausi scroscianti e ‘bravo’. Gioca con una spettatrice che gli urla «Bello!» dicendo «Puoi dirmi simpatico, alto, ma bello proprio no!».
Pintus, poi, si sa, è anche un formidabile imitatore. In lui prendono vita decine di personaggi noti a tutto il pubblico, investiti dalla sua ironia dissacrante e senza freni. Di microfono in microfono prendono forma, via via: papa Francesco, Satana, un trapper generico con autotune e tormentoni di rito, Alessandro Borghese, Giuseppe Conte, Raimondo Vianello, Silvio Berlusconi. Pintus racconta senza peli sulla lingua l’Italia da Nord a Sud, calcando la mano con implacabile ironia sugli stereotipi più caratterizzanti di ogni angolo del Belpaese, dal ligure scontroso, al tipico cinghialone milanese. Divertente e allo stesso tempo tenero il lungo momento dedicato alle faccende familiari legate al suo piccolo Rafael. «Domani mio figlio farà un anno. In questo anno ho dormito diciotto minuti». Non mancano i riferimenti a LOL, il programma prodotto da Amazon Prime a cui Pintus ha partecipato nel 2021. Stasera si replica.
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